E' finito in carcere l'impiegato modello Organizzò una rapina la notte di Natale

E' finito in carcere l'impiegato modello Organizzò una rapina la notte di Natale Il derubato non voleva crederci: "Gode di tutta la mia fiducia E' finito in carcere l'impiegato modello Organizzò una rapina la notte di Natale Il colpo a danno del commerciante Schenone fruttò quasi cinque milioni - La Squadra Mobile ha accertato che un dipendente del negozio era in contatto con due banditi, già denunciati per la rapina al mercato del pesce di Porta Palazzo - Ha ammesso: "Per le informazioni mi hanno messo 300 mila lire nella buca delle lettere" - Altro fatto: lo sparatore del "Maxim" arrestato con un amico La Squadra Mobile ha scoperto gli aggressori del commerciante Benvenuto Schenone, 67 anni, proprietario di un negozio di articoli sportivi in via Madama Cristina, ferito e rapinato di 5 milioni la vigilia di Natale. Uno degli accusati è 11 suo impiegato più fedele, quello che l'accompagnava in banca per i versamenti: Gianni Desiderò, 28 anni, via Genova 95 bis. E' stato arrestato in negozio ieri mattina. I due complici (uno già alle « Nuove », l'altro irreperibile) appartengono alla banda del mercato del pesce. La polizia ha raccolto gravi elementi nel loro confronti, sono state recuperate le armi usate per le rapine, il Desiderò ha fatto parziali ammissioni. Una banda che ha sempre agito con particolare ferocia: randellate al due portavalori al mercato del pesce, un colpo al viso con la canna della pistola al commerciante sferrato con tale violenza da spezzargli un dente e rompere il carrello dell'arma. Benvenuto Schenone aveva appena abbassato le saracinesche. In compagnia di un dipendente, Remo Fausone, 41 anni, si era avviato verso la cassa continua dell'Istituto S. Paolo. Portava una borsa con l'Incasso della vi- gilia: 3 milioni in contanti e 1 milione 600 mila lire in assegni. Da una via laterale è sbucata una « 125 » rossa, sono balzati fuori tre giovani con il volto nascosto da sciarpe di lana. Uno con un balzo gli è vicino e lo colpisce alla bocca con la pistola, poi intervengono anche i complici che gli strappano la borsa. La polizia inizia le indagini, ma per alcuni mesi non ottiene alcun risultato. Una decina di giorni fa gli uomini della Mobile guidati dal dott. Falzone hanno scoperto la « base » del rapinatori che un mese fa aggredirono i portavalori dell'Istituto bancario S. Paolo al mercato di Porta Palazzo, Claudio Rudino e Alberto Pistone. Era in una soffitta di via Salerno 13, 11 proprietario, Giovanni Brunetti, è stato arrestato. L'agguato ai portavalori era avvenuto sotto gli occhi di decine di persone. I banditi scesi da una « Porsche » atterrarono le vittime a colpi di manganello e s'imI padronirono delle borse con 19 I milioni. I Per risalire ai responsabili la polizia è partita dall'unica traccia: la vettura usata dai banditi. Gli agenti hanno saputo che quel giorno al volante c'era Antonio Spagnuolo, 28 anni, via Desana 19. Il giovane si è reso irreperibile, in casa sua sono state trovate armi e alcuni grembiuli blu. Manganelli e altre pistole erano nella soffitta del Brunetti. Il dott. Falzone ha notato che una delle pistole, una Beretta 7.65, aveva il carrello troppo scorrevole. Poteva essere quella usata per l'aggressione al negoziante. Il maresciallo Di Stella e il brigadiere Merigo hanno rintracciato tutti gli amici del Brunetti e dello Spagnuolo. Tra questi c'era un impiegato di Benvenuto Schenone: lavorava da tempo nella ditta con mansioni di fiducia, il Desiderò. A conclusione delle indagini è stato trasmesso un rapporto al sostituto procuratore della Repubblica dott. Bernardi che ha emesso l'ordine di' cattura. Ieri gli agenti sono entrati nel negozio dello Schenone e hanno arrestato il Desiderò. Per un po' ha negato, poi ha ammesso di aver trovato 300 mila lire nella sua buca da lettere, il giorno dopo la rapina. « Sono stato un ingenuo — ha detto — perché in un bar di corso Giulio Cesare avevo confidato a Brunetti e Spagnuolo come avvenivano i versa¬ menti in banca. Ma non potevo supporre che le mie informazioni sarebbero state utilizzate per una rapina ». •k Ricercato da due settimane per una sparatoria avvenuta davanti a un locale notturno, un giovane è finito la notte scorsa nella mani della polizia: è Giuseppe Vazzana, 20 anni, via Cal- tanissetta 8. E' arrestato per duplice tentato omicidio. La sparatoria davanti al club Maxim avvenne la notte di giovedì 15, poco dopo l'una. Numerosi i clienti, a un- tavolo c'era Yazzana, detto Pept,' con alcuni attrici? l:spgifcattéaSan}entt}da buiio IO' facevano ' considerare un cliente poco gradito. Quella sera chiese di cantare al microfono. Il direttore tentò di dissuaderlo: « Ho cercato di calmare lui e gli altri che èli facevano compagnia. Mi hanno risposto con un torrente di insulti ». Il gruppo infine venne allontanato, un giovane che aveva tentato di fare da paciere, Salvatore Murru, 35 anni, via Maria Vittoria 49, e che aveva seguito in strada il gruppo venne colpito da una revolverata alla schiena. « Mi hanno sparato da un'auto » disse quando fu ricoverato al Maria Vittoria. Poco dopo al pronto soccorso arrivò un altro ferito: Giovanna Frisa, 28 anni, via Groppello 15. Aveva un proiettile in una gamba. Cominciarono le ricerche di Vazzana, qualcuno disse che aveva lasciato la città. L'altra notte, invece, una telefonata è giunta in questura poco dopo le 4: « In una pizzeria di via Berthollet 4 ci sono tre giovani che fanno 1 bulli e insultano la gente. Uno è armato ». Sono accorse alcune volanti al comando del capo della Mobile Falzone. I tre hanno invano tentato la fuga. Con Vazzana c'erano Ettore Rigo, 20 anni, via Caltanissetta 4, e Giuseppe Malaspina, 22 anni via Modena 2. Rigo aveva una pistola ed è stato arrestato per porto abusivo d'arma: la polizia sospetta che sappia molte cose sulla sparatoria al Maxim. Malaspina era in soggiorno obbligato a Vaprio d'Adda. I Gianni Desiderò accusato con Giovanni Brunetti della rapina di Natale. Giuseppe Vazzana e Ettore Rigo sono in carcere