Potranno dare la comunione anche i laici, uomini e donne

Potranno dare la comunione anche i laici, uomini e donne Le nuove disposizioni stabilite da Paolo VI Potranno dare la comunione anche i laici, uomini e donne (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 29 marzo. (f-P) Quando «non destino ammirazione», vale a dire stupore o scandalo, tra i ledeli per il loro comportamento o per il loro passato, i laici, uomini e donne, potranno da oggi, come «ministri straordinari», distribuire la comunione nelle chiese e portarla al domicilio degli infermi. Per le donne, che lamentavano da tempo lo stato di soggezione in cui erano tenute in seno alla Chiesa cattolica, è una notevole conquista. Fino ad ora i vescovi di alcuni Paesi avevano impiegato delle suore in questa funzione parasacerdotale (anche in Italia, a Torino), soprattutto nelle zone del Sud America sprovviste di preti. Con una «istruzione» della Congregazione dei sacramenti, Paolo | VI, legalizzando un provve-dimento già in uso, lo ha al largato ai laici, lasciando ai vescovi di scegliere i candidati, quando ve ne sia necessità, con «prudente giudizio». Lo stesso documento amplia la facoltà per i fedeli di ricevere la comunione anche due volte il giorno, allorché si trovino a partecipare a riti di battesimo, di matrimonio, di suffragio per i defunti,' a pellegrinaggi o a congressi eucaristici. I vescovi potranno allargare la pratica della comunione somministrata sulla mano dei fedeli anziché direttamente nella bocca. E' un'usanza che risale alle origini della Chiesa e introdotta da tre anni in alcuni Paesi, secondo le prescrizioni di un precedente documento Paolino. Nel confermarle l'istruzione odierna raccomanda, però, «cura ed attenzione assidue, specialmente ai frammenti che eventualmente si stacchi no dalle ostie». Ha presentato il documento ai giornalisti il teologo agostiniano padre Trapé. Gli è stato chiesto che cosa si dovesse pensare del fatto che in una non lontana cerimonia pontificia, in San Pietro, 1 preti, nella impossibilità di solcare la fitta folla, affidassero l'ostia consacrata ai fedeli più vicini e che questi poi, passandola di mano in mano, la facessero pervenire a persone più lontane, «quasi fosse un giornale». Il religioso ha definito la cosa «un autentico abuso che va contro le disposizioni canoniche». Un'ultima norma del documento odierno comporta una «mitigazione» del digiuno eucaristico in favore degli infermi e delle persone anziane.

Persone citate: Paolo Vi

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Italia, Sud America, Torino