Il dialogo con i socialisti ma senza crisi di governo
Il dialogo con i socialisti ma senza crisi di governo Secondo Forlani (de) e Orlandi (psdi) Il dialogo con i socialisti ma senza crisi di governo Il psi vorrebbe la caduta immediata di Andreotti - Anche la de è d'accordo perché si discuta a Roma della Giunta di Torino (Dalla redazione romana) Roma, 29 marzo. Due argomenti oggi all'attenzione dei partiti: la situazione del governo dopo l'iniziativa di Tanassi e la soluzione dcUa crisi della Giunta comunale torinese. Il primo punto è stato discusso in un incontro tra Orlandi e Forlani. I due segretari avrebbero convenuto che gli incontri bilaterali proposti dai socialdemocratici dovrebbero essere condotti in modo da non offrire motivi per una crisi. Sempre più la de ritiene che solo al congresso potrà compiere un chiarimento interno, senza il quale ogni soluzione di governo la troverebbe spaccata, con il rischio dell'insubordinazione aperta o delle manovre dei franchi tiratori. E su questo sono d'accordo socialdemocratici e repubblicani. Diverso, invece, il convincimento dei socialisti: essi vorrebbero subito la crisi e ritengono che già la prossima settimana si presenti in Parlamento occasione per una verifica della maggioranza. Mercoledì e giovedì (è stato confermato questa mattina in una riunione dei capigruppo) ci sarà alla Camera il dibattito sulla situazione economica. Per i socialisti la discussione investirà necessariamente problemi di politica generale e Bertoldi ha osservato che si potrà constatare qual è l'atteggiamento della democrazia cristiana, del partito socialdemocratico, del partito repubblicano nei confronti del governo. Per la seduta di mercoledì già sono state presentate tre mozioni e alcune interpellanze. L'on. Achilli ha aggiunto che il psi, dopo il dibattito, potrebbe presentare un'interpellanza «per verificare se questo governo gode ancora della fiducia del Parlamento, cosa che viene messa in dubbio dentro e fuori la de ». I socialisti sono sempre più contro Andreotti, specie dopo il duro attacco che il presidente del Consiglio ha mosso loro nel discorso di lunedì, a Sora. Andreotti, in pratica, ha fatto una scelta, osservando che il psi non è partito di governo. Tra i tanti oggi risponde l'on. Vittorelli domandando se Colombo, l'altro leader della corrente andreottiana, è d'accordo sul discorso di Sora. « Il psi — dice — gradirebbe saperlo; un infortunio del genere accadde a Fanfani, quando il numero due della sua corrente, Tambroni, si allontanò dalla linea del partito e della corrente. Ma Feniani seppe reagire con senso di responsabilità e Tambroni finì subito ». Come si vede i paragoni si fanno pesanti. Di questo volere e non volere la crisi parla oggi Rinascita in un corsivo del suo direttore, Chiaromonte. Il pei, si legge, ritiene questo governo pericoloso, ma si rende conto della situazione assai grave che verrebbe a crearsi « se dovessimo con- tinuare ad assistere ad una serie di bordate contro il governo senza che accada assolutamente nulla ». Oggi si è riunita la direzione liberale, poi Malagodi e Bignardi sono andati da Andreotti a illustrargli quanto era stato votato. E Andreotti, ringraziandoli, ha ripetuto che il governo dedicherà ogni sforzo « per superare le difficoltà congiunturali e per realizzare il programma sul quale si è avuta la fiducia del Parlamento ». Per la Giunta comunale di Torino, il responsabile degli enti locali della de ha sciolto la riserva, dopo aver parlato con Forlani, dicendo che anche il suo partito è d'accordo perché il problema venga discusso a Roma.
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