Cinque bizzarri inglesi per un gustoso concerto

Cinque bizzarri inglesi per un gustoso concerto Il "Consort" all'Unione Musicale Cinque bizzarri inglesi per un gustoso concerto Quattro giovanotti scattanti e un anziano signore, tipi di inglesi bizzarri che paiono usciti dalle pagine dei Pickwich Papers, costituiscono il « Consort », ossia complesso, londinese per la musica antica. Suonano con bravura eccezionale diversi strumenti: dal clavicembalo al liuto, all'arpa portatile, viole da gamba di vario calibro, l'antichissima «erotta», strumento ad arco a forma di scudo rettangolare, un po' somigliante a quelli che adopera la Celere, e poi ogni sorta di flauti, cromorni, tamburelli, una tromba medioevale quasi lunga come quelle dei santoni tibetani, e una cornamusa medioevale anche lei, ma del tutto simile a quelle odierne di Abruzzo e Ciociaria. Uno canta con voce di controtenore, d'eccellente intonazione, e variamente congiungono da due a cinque strumenti in svariate combinazioni. Con questi mezzi hanno presentato una ben congegnata rassegna di musiche popolaresche e di corte d'epoca compresa tra il Trecento e il Rinascimento: canzoni e frottole italiane, « songs » inglesi e « Lieder » tedeschi, ed ogni sorta di danze, come passemezzi, gagliarde pavane, branles, pive e saltarelli. Musica cortigiana, che piacerebbe sentir risuonare — che so io — nelle sale del castello d'Issogne. Ma, anche, musica comunicativa, dettata da un sano piacere elementare del suono e delle sue combinazioni. Un pubblico eccezionalmente folto ha dimostrato ai bravi concertisti la sua curiosità e la sua simpatia. in. m.

Luoghi citati: Abruzzo, Ciociaria, Issogne