Reggio Calabria: 12 condannati Scontri in città dopo la sentenza di Francesco Fornari
Reggio Calabria: 12 condannati Scontri in città dopo la sentenza II processo per direttissima ai ventitré "guerriglieri,., Reggio Calabria: 12 condannati Scontri in città dopo la sentenza Sette hanno avuto la condizionale e sono stati rimessi in libertà; gli altri, condannati da 12 a 22 mesi, rimangono in carcere - Il verdetto contestato dalla folla degli "amici", che lanciano sassi alla polizia (Dal nostro inviato speciale) Reggio Cai., 29 marzo. Con una sentenza clemente si è concluso il processo contro i 23 giovani arrestati durante la prima fase dei disordini di Reggio. A 6 imputati minorenni è stato concesso il perdono giudiziale; altri 5 sono stati assolti (2 per insufficienza di prove, 3 con formula piena); 7 sono stati condannati a pene inferiori all'anno e sono stati rimessi in libertà con .la condizionale. Cinque, invece, sono tornati in carcere, con condanne che variano da 12 a 22 mesi di reclusione. Nella requisitoria, il p. m. aveva chiesto condanne per un totale di 30 anni. I cinque che rimangono in carcere sono: Antonio Vazzana (un anno e dieci mesi), Bruno Chimenti (un anno e tre mesi), Santo Amodeo (un anno e tre mesi), Antonio Surace (un anno) e Antonio Crisalli (un anno e dieci mesi). Alla lettura della sentenza (decisa dalla corte dopo oltre quattro ore di discussione in camera di consiglio) il pubblico che affollava l'aula della Corte d'assise ha dimostrato rumorosamente la propria insoddisfazione, mentre la folla che si accalcava nei pressi del tribunale — circa un migliaio di persone — scandiva i consueti slogans della « rivoluzione reggina ». Quando, pochi minuti dopo le 21, gli imputati sono stati fatti salire sui cellulari, la folla tumultuante ha sbarrato la strada. Una fitta sassaiola ha preso di mira agenti e carabinieri; i dimostranti hanno anche lanciato barattoli di vernice rossa; la polizia ha fatto alcune cariche riuscendo ad aprire un varco attraverso la folla per permettere la partenza dei cellulari, che, scortati dalle camionette, si sono diretti verso la prigione. Parecchie centinaia di dimostranti hanno percorso urlando le vie della città. Dopo la forzata interruzione di ieri, il processo era ripreso stamane alle 9 con la requisitoria del pubblico ministero, dott. Colicchia. In un'aula gremita di pubblico, in maggior parte parenti e amici degli imputati, il rappresentante della pubblica accusa ha rievocato brevemente i fatti di quelle prime due convulse giornate di disordini che hanno caratterizzato questa nuova ondata di violenza. Sottolineando che « il primo dovere per tutti è di restare nell'ambito della legalità » il pubblico ministero ha affermato che « non è con le barricate che si risolvono i problemi della comunità ». Gli imputati, ha proseguito Colicchia, « sono strumenti di facile disponibilità, manovrati da menti assenti in quest'aula», ma non per questo meno responsabili, poiché « tirare pietre contro le forze dell'ordine è un atto di inciviltà per il quale non è possibile trovare alcuna giustificazione ». Il dott. Colicchia ha poi esaminato la posizione di ogni imputato, rifacendosi ai verbali della polizia e alle testimonianze rilasciate da funzionari e agenti nel corso del dibattimento. Per quattro di loro ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove; per gli altri, condanne da un minimo di 7 mesi a un massimo di 3 anni. Per tutti ha proposto la concessione delle attenuanti generiche; per i minori ha invitato la Corte a concedere la sospensione condizionale della pena, «non il perdono giudiziale, ha precisato, come è invocato da più parti, perché questo atto di clemenza potrebbe fungere da incentivo per il ripetersi di altri analoghi gesti di violenza: la condizionale, invece, potrebbe servire da remora per il futuro, costringendo questi giovani a una più matura riflessione prima di ricadere in errori ». Alla requisitoria sono seguite le arringhe dei 14 difensori. Tutti hanno insistito sulla « precarietà » delle pro¬ ve a carico dei loro clienti, molti dei quali sarebbero stati soltanto « innocenti spettatori », arrestati « senza motivo » dalla polizia. Alle 16,40 la Corte si è ritirata in camera di consiglio. Si è iniziata così la lunga attesa della sentenza. La tensione che aveva caratterizzato le ultime fasi del dibattimento è venuta meno: l'aula del tribunale si è come trasformata in un palcoscenico: gli imputati, nella gabbia, posavano in gruppo per i fotografi, scambiavano messaggi ad alta voce con parenti e amici, che facevano a gara per portar loro bibite, panini, sigarette. Francesco Fornari
Persone citate: Amodeo, Antonio Crisalli, Antonio Surace, Antonio Vazzana, Bruno Chimenti, Colicchia
Luoghi citati: Reggio, Reggio Cai, Reggio Calabria
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