Vendo auto come nuova

Vendo auto come nuova Lo straniero in Italia Vendo auto come nuova E' certamene anormale, e orse scorlcse, he io usi la ubrica concesami da questo nsigne giornae per : offrire na automobie in vendita. Non lo faccio per icavarne un profitto personale — sono già rassegnata a subire na perdita — ma come un geto di solidarietà nei confronti elle migliaia di possessori di macchine in Italia che hanno olo la possibilità di soffrire in ilenzio. Scelta dai ladri Fino a qualche settimana fa, mio marito ed io eravamo gli travaganti del nostro quartiere ella vecchia Roma perché, non ssendo ricchi ed avendo bisono di un'automobile principalmente per arrampicarci sulla ollina in Toscana dove sorge a nostra fattoria e trasportare ani, sacchi di cemento e atrezzi da giardino, non possedevamo che un incredibilmente malconcio, arrugginito e nell'inieme indecoroso maggiolino. Poi (ci sembrava un affare irresistibile), abbiamo comprato una « buona » automobile: bela ed elegante, con un motore ungo un metro e la caratteristica di superare qualsiasi cosa n moto e viaggiare sul filo dei 170 chilometri all'ora con un semplice tocco sull'acceleratore. Eravamo affascinati nel guidarla attraverso Roma, sorpassando ogni concorrente, salutati con una deferenza mai prima accordataci da benzinai, baristi e polizia stradale. Tuttavia i nostri problemi ebbero inizio non appena la vettura fu parcheggiata nella nostra piazza. La prima cosa che apprendemmo da una piccola folla in ammirazione dinanzi al bolide fu che il nostro modello era esattamente, quello preferito dai ladri per squagliarsi dopo una rapina in banca. (Solo più ardi abbiamo saputo che ciò non era esattamente vero: per ovvie ragioni i rapinatori di banche preferiscono la berlina a quattro porte al nostro coupé con due porte). Non si poteva d'altronde tenerlo in un garage dato che, anche se ci pesava spendere 30 mila lire al mese per il posteggio, nessuna autorimessa nei paraggi aveva spazio libero. Noti restava che prendere le nostre precauzioni. Per prima cosa ci venne consigliato di nascondere la radio con una mappa stradale aperta, un giornale o una scatola di kleenex, e comprare una chiave speciale per bloccare l'antenna. Questi due oggetti, così ci assicurarono tutti, sarebbero stati i primi ad andarsene. Quindi un meccanico ci insegnò come sistemare l'automobile ogni sera per impedire ai ladri di metterla in moto. Si trattava di aprire il cofano lungo un metro e staccare un piccolo, quasi inaccessibile, filo che, naturalmente, avremmo dovuto riallacciare per partire quando lo avessimo voluto. Inoltre ci venne consigliato di parcheggiare ogni notte in un luogo diverso, preferibilmente vicino a un commissariato di polizia, nei pressi di un posteggio di taxi, oppure in una piazza purché grande e bene illuminata. Di tanto in tanto avremmo potuto lasciare la macchina sotto le nostre finestre in modo da udire il suo ruggito qualora qualcuno fosse stato in grado di rintracciare sotto il cofano quel piccolo filo sfuggente. E' chiaro che dovevamo alzarci presto ogni mattina per spostare l'automobile. Con otto chiavi Nonostante queste precauzioni nelle seguenti due settimane la macchina fu presa di mira tre volte dai ladri: qualcuno forzò, rompendola, la maniglia della portiera del guidatore, poi l'altra maniglia, ed infine il baule posteriore per rubare la ruota di scorta. Anche il serbatoio della benzina è stato prosciugato più volte finché non csiamo decisi ad acquistare una nuova serratura a chiave. A questo punto avevamo già speso 40 mila lire fra riparazioned accessori, ma ci fu suggerito di investire altre 15 mila lire in un antifurto a siiena. Dopo otto secondi dall'accensione la macchina avrebbe emesso uno strano e continuo ululato ed imotore si sarebbe spento automaticamente. Con altre 5 mila lire avremmo potuto aggiungere ancora un marchingegno a questo prezioso meccanismo pechiudere simultaneamente le due portiere e bloccare il ladro nell'interno della vettura. Dato che avremmo potuto bloccarcnoi stessi in un momento di disattenzione, siamo stali purtroppo costretti a rinunciare all'aggeggio. Tornando a casa, dopo aveinstallato il nostro elaboralo sstema antifurlo, eravamo piendi pensieri. Avevamo infatti otto chiavi per l'automobile: unper ogni sportello, e le altre pe il portabagagli, il casscttino del cruscotto, l'antenna, il serbatoio, il motore e l'antifurto. I nostri giorni erano pieni di preoccupazioni sconosciute ai tempi spensierati in cui lasciavamo il nostro vecchio maggiolino con le porte aperte, ben sapendo che un ladro che si rispetti non lo avrebbe degnato che di una sdegnosa occhiata. I valori che avevatno gettato via in un attimo di follia ci sembravano preziosi al di là di ogni descrizione. Che senso aveva renderci schiavi di un'automobile bella e cara? Meritava perdere tanta serenità (per non parlare del denaro) solamente per arrivare alla nostra fattoria toscana un'ora e mezzo prima? Ci interessava davvero tanto il nuovo rispetto ispirato nei nostri vicini da questo simbolo di condizione sociale? Non eravamo forse stati in precedenza molto più ricchi, sia spiritualmente che economicamente? II giorno seguente qualcuno rubò il maggiolino. Evidentemente il ladro era giunto al nostro stesso punto di vista. Non c'è dubbio che anche egli è rimasto stregato. Speriamo che l'incanto non si rompa quando troverà il nostro meccanismo antifurto fatto in casa: la gomma di scorta senza aria. Claire Sterling Corrispondente della «Washington Posta

Persone citate: Claire Sterling, Fino

Luoghi citati: Italia, Roma, Toscana, Washington