Vino dei Castelli "al veleno"y Forse 88 persone incriminate di Francesco Santini
Vino dei Castelli "al veleno"y Forse 88 persone incriminate L'inchiesta formalizzata in istruttoria Vino dei Castelli "al veleno"y Forse 88 persone incriminate Nel dicembre scorso furono sequestrati presso Roma novemila ettolitri di vino, trattati con azoto idrato di sodio - Le pene possono variare dai 6 mesi ai 3 anni (Nostro servizio particolare) Roma, 27 marzo. L'inchiesta giudiziaria sul vino dei Castelli all'azoto idrato di sodio, che per tanti giorni ha tenuto i romani lontani dal buon « cannellino », è stata formalizzata dal giudice istruttore, dottor Amato. Il magistrato ha chiesto l'incriminazione di ottantotto persone tra commercianti, « vignaroli », enologi, produttori e sensali. La notizia si è subito diffusa nella capitale e già stasera il vino color d'oro di Frascati, ultimo vanto dei « romani de Roma » viene guardato di nuovo con sospetto nelle « fiaschetterie » della città. A dare il via all'inchiesta, nel dicembre scorso, è stato il pretore Gianfranco Amendola che nel giro di poche settimane fece sequestrare nelle cantine intorno a Roma novemila ettolitri di vino, trattati con il potente veleno. Era accaduto che un enologo senza scrupoli aveva ceduto a ingenui « vignaroli », preoccupati per la sorte dei loro mosti, una misteriosa « polverina » che, alle analisi di laboratorio, si era rivelata un tossico dannoso all'organismo. L'Istruttoria formale sarà diretta dal dottor Giuseppe Pizziti che è stato incaricato dal consigliere istruttore, Achille Gallucci, di occuparsi della vicenda e di stabilire se l'operato delle ottantotto persone può rientrare nell'articolo 440 del codice penale che punisce con l'arresto da 6 mesi a 3 anni quanti adulterino .sostanze alimentari. Le denunce sono, per ora, a pie- j de libero. L'inchiesta però, appena mosse i primi passi, portò all'arresto dell'enologo | Vittorio Magri, del commerciante Giacchetti di Montecompatri e dei titolari dello stabilimento « Enochimica » specializzato in prodotti per l'agricoltura: tutti attualmente in libertà provvisoria. A tre mesi dallo scandalo, produttori, consorzi e cantine sociali di Frascati lamen-1 tano il « brutto colpo ricevuto », denunciano la crisi i economica dei Castelli, chiedono che l'inchiesta sul vino sofisticato si concluda al più presto, « per punire i colpevoli, per riabilitare gli innocenti ». « E' stato un brutto colpo — commenta depresso il presidente del consorzio dei grandi produttori di Frascati — la nostra economia p ha solide basi sul vino e siamo stati coinvolti, senza colpa, nell'infortunio dì piccoli produttori incompetenti. Abbiamo organizzato una campagna di riabilitazione per riportare il nostro buon vino sulle mense dei buongustai, ma il danno subito è enorme e soltanto con il tempo riusciremo a ripararlo, a far capire che il nostro è un prodotto genuino ». Da sempre il maggior problema dei «vignaroli» dei Castelli è stato quello di « stabilizzare » il vino nuovo per immetterlo al più presto sul mercato romano evitando che nel trasporto perda il suo bel color oro e si intorbidi. Chi fino a qualche mese fa non voleva aspettare che il vino nuovo si posasse lentamente nelle botti, si serviva di piccole quantità di zolfo, ma il prodotto, ai palati più raffinati, risultava irrimediabilmente compromesso. L'azoto idrato di sodio non ha sapore e, quindi, si prestava ottimamente allo scopo. Ingerito però in quantità eccessiva provoca collassi, paralisi, cecità: questi sono i sintomi indicati da un enologo di fama. Francesco Santini
Persone citate: Achille Gallucci, Castelli, Giacchetti, Gianfranco Amendola, Giuseppe Pizziti, Vittorio Magri
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