Ma il capomafia è latitante

Ma il capomafia è latitante LA CRONACA DEGLI SPETTACOLI TELEVISIVI Ma il capomafia è latitante Salvo Bandone non è ancora apparso nello sceneggiato "Nessuno deve sapere" che procede tra drammatici intrighi - Questa sera il "reportage" di Lizzani sul Vietnam del Sud e "I due orfanelli" per il ciclo dedicato a Totò Ma questo Salvo Rondone, questo gran « pezzo da novanta » che dovrebbe essere il personaggio-chiave dì Nessuno deve sapere, quando comparirà? Va bene l'attesa per creare la suspense, ma qui si esagera. Non lo si è visto nell'esordio, ed era legittimo; non lo si è visto nella seconda puntata, e pazienza; ma non lo si è visto neppure ieri sera, nella terza puntata... che latitanza! C'è solo da chiedersi: comparirà veramente prima della fine? O limiterà la sua prestazione agli ultimi metri della pellicola? Intanto il romanzo della mafia va avanti. Ne ha di co¬ se da raccontare... I sospetti si moltiplicano, gli indizi scarseggiano... Il locale geometra Mario Cuturì, innamorato di Maria Petrulli che invece è innamorata del milanese ingegner Rusconi, è sempre più ambiguo... Tal Piccichè, ferito in una misteriosa esplosione nel cantiere e subito dopo scomparso, ritorna in circolazione, ma sta tirando le cuoia... Il frastornato commissario di polizia s'avventa per interrogarlo, troppo tardi! Il Piccichè defunge, è morto — come si dice nei migliori feuilletons — « portando i suoi segreti nella tomba »... Si scontrano il geloso geometra e la farfallina Petrulli... Non bastano le cosche, ci vuole pure una contrastata storia d'amore: schianto per il Mario Cuturì, è chiaro (ma era chiaro da un pezzo) che la ragazza ad un geometra del Sud preferisce sfacciatamente un ingegnere del Nord... E lasciamo stare interrogatori, confronti all'americana, inseguimenti in macchina per le buie campagne calabresi... Lo sceneggiato,non deflette dalla linea d'inizio: è un pastiche ire cui si mescolano giallo, vicenda passionale, ambizioni (modeste) di descrizione di un ambiente e di un'atmosfera, ambizioni (ancora più modeste) di « denuncia » e soprattutto intrigo non diciamo proprio da fumetto comunque da romanzo a forti tinte. Come abbiamo già avuto occasione di dire, un certo successo non gli mancherà. Ma è troppo avvertibile la maniera, la patina convenzionale... D'altra parte, oggi, la mafia non va di moda? Il cinema ve rigurgita, e la tv\ si mette al passo. Indi, un programma di un'ora. La felicità della scultura, dedicato a Marino Marini. L'obbiettivo, pare per la prima volta, ha preso sotto il suo fuoco l'artista, lungamente, e le sue opere, comprese pitture giovanili sconosciute ai più. Un'intervista aprsdpdnurfcc \ ampia, accurata, raffinata. Un programma dì indubbio interesse. Ma in questi casi viene sempre spontanea la domanda: qual è la consistenza del pubblico che realmente gradisce e segue una trasmissione del genere? Sul video c'è un incontro con Marino Marini e va benissimo: ma cos'ha fatto la televisione per far conoscere la scultura contemporanea? Non rischia l'elegante e colto ritratto di Marini di restare un pezzo unico, isolato. « aristocratico », destinato alla solita élite? Forse è un problema irri solubile. Ma anche ieri temiamo che, conclusa la mafia, la gente, salvo eccezioni, abbia cambiato canale e sia andata a vedersi Sì, ma... core Fortunato Pasqualino e il telefilm poliziesco della serie Tony e il professore, un poliziesco che per la verità attirava molto poco in quanto il colpevole, un bieco ex medico di un campo di sterminio nazista, era già indicato coti chiarezza e precisione dal settimanale ufficiale della Rai, * * Stasera sul primo canale il reportage del regista. Carlo Lizzani e di Furio Colombo Facce dell'Asia che cambia core un capitolo che si occuperà del Vietnam del Sud, con riprese in Tìiailandia, Laos e Cambogia. In alternativa, il debutto del ciclo di Totò con I due orfanelli (1947) di Mario Mattali dove accanto al comico figurano Carlo Campanini e Isa Barzizza. Nelle prossime settimane vedremo Totò le Moko, Yvonne la nuit, Totò sceicco, Totò e Carolina, I due marescialli, Il comandante e Uccellacci e uccellini. * * Tra breve il regista ungherese Miklos Jancsò comincerà in Tunisia la lavorazione del suo secondo film per la tv italiana (il primo, com'è noto, aveva per titolo «La tecnica e il rito » e rievocava la figura di Attila: un'opera di alto livello che da molti spettatori fu però giudica¬ ta eccessivamente dura, oscura e difficile). Il titolo di questo secondo film è Roma rivuole Cesare; è una storia ambientata in una colonia dell'impero romano, con un discorso caro a Jancsò, quello del violento conflitto tra autorità e libertà. Tra i numerosi interpreti (non c'è protagonista, il film è corale). Massimo Foschi, Hiram Keller, Gino Lavagetto. Luigi Montini. u. bz.

Luoghi citati: Asia, Cambogia, Laos, Roma, Tunisia, Vietnam Del Sud