Si è iniziato il processo per direttissima a ventitré guerriglieri di Reggio Calabria di Francesco Fornari

Si è iniziato il processo per direttissima a ventitré guerriglieri di Reggio Calabria Alla corte d'assise presidiata da carabinieri in assetto di guerra Si è iniziato il processo per direttissima a ventitré guerriglieri di Reggio Calabria Arrestati durante i disordini dei giorni scorsi - Migliaia di persone hanno applaudito gli imputati che entravano nell'aula d'assise - Ascoltati oltre 50 testimoni, forse stasera la sentenza (Dal nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 27 marzo. Ventitré persone sono comparse stamane davanti ai giudici del tribunale di Reggio, dove s'è iniziato il processo per direttissima contro i dimostranti arrestati dalla polizia durante i disordini dei giorni scorsi. Sospeso a tarda sera, il dibattimento riprenderà domani pomeriggio e, se non si verificheranno fatti nuovi, in serata si avrà la sentenza. La vigilia del processo è stata particolarmente carica di tensione. Ieri sera il senatore missino Ciccio Franco, leader della rivolta di Reggio del '70, al termine del comizio tenuto in piazza Duomo di fronte a circa ventimila persone, aveva invitato la folla a dimostrare la propria solidarietà agli arrestati sfilando sotto il muro del carcere di via San Pietro, «affinché questi nostri giovani si sentano meno soli». Per un attimo si era temuto il peggio: il corteo non era autorizzato, agenti e carabinieri sono stati colti di sorpresa. Per fortuna è prevalso il buon senso: uomini e donne, aderendo alla richiesta del senatore Franco, sono sfilati in silenzio per la città; la polizia non è intervenuta, limitandosi a seguire a distanza i dimostranti che si sono diretti verso la prigione. Stamane, migliaia di persone si sono assiepate lungo le strade attorno al palazzo di Giustizia in attesa dell'arrivo dei detenuti. Il tribunale era presidiato da agenti e carabinieri con elmi e scudi. Camionette erano ferme agli angoli, ogni ingresso era sorvegliato, le persone ammesse all'interno (parenti ed amici degli imputati) attentamente controllate. Quando, pochi minuti prima delle nove, sono arriva¬ ti i cellulari, dalla folla si sono levate acclamazioni ed applausi. Rapidamente i detenuti sono stati accompagnati nell^aula della corte d'assise, l'unica in grado di accogliere un così gran numero di imputati: gli otto minorenni hanno preso posto nei banchi alla sinistra della corte, gli altri quindici sono stati rinchiusi nella grande gabbia protetta da robuste inferriate. Il settore riservato al pubblico era gremito fino all'inverosimile, mentre i quattordici avvocati della difesa si contendevano l'esiguo spazio rimasto a loro disposizione. Alle nove la corte (presidente Viola, giudici a latere Rossi e Cordova, pubblico ministero Colicchia, cancelliere Romeo) è entrata nell'aula e il dibattimento si è iniziato con l'interrogatorio degli imputati. Le accuse a loro carico erano di violenza aggravata, blocco stradale, adunata sediziosa. Tutti si sono dichiarati innocenti. Poi è incominciato l'interrogatorio dei testimoni, oltre cinquanta. A questo punto l'udienza è entrata nella fase più animata, raggiungendo in certi momenti toni drammatici: testi dell'accusa e della difesa si sono dati battaglia, smentendosi reciprocamente. Un agente della Celere ha riferito di aver arrestato uno degli imputati, sorpreso mentre tirava pietre contro la polizia, al termine di un lungo inseguimento concluso all'interno di un bar dove, secondo l'agente, l'imputato di era rifugiato per sottrarsi all'arresto. Le dichiarazioni della guardia sono state smentite da un giovane il quale ha invece affermato che l'accusato si trovava nel bar «sia parecchi minuti prima che nella strada si verificassero i disordini ». Per oltre tre ore nell'aula sono stati rievocati i disordini delle due prime giornate del «nuovo corso» della rivolta reggina. I ventitré imputati, infatti, erano stati arrestati durante gli scontri del 21 e 22 marzo. Altre otto persone, arrestate nei giorni seguenti, sono rimaste in carcere verranno processate prossimamente. Alle 16, dopo un breve intervallo, l'udienza, è ripresa con l'interrogatorio degli ultimi testi. Una nuova sospensione, dalle 17,40 alle 18,20, per cause di forza maggiore: un guasto all'impianto elettrico del tribunale ha fatto piombare l'aula d'assise nel buio. La richiesta, presentata da uno dei difensori, di una perizia medica sul proprio cliente per accertare le lesioni provocate dalle percosse inflittegli dagli agenti ha provocato la vivace reazione del rappresentante dell'accusi. In merito la Corte si è riservata di prendere una decisione nel corso del dibattimento. Francesco Fornari

Persone citate: Ciccio Franco, Colicchia, Cordova

Luoghi citati: Reggio, Reggio Calabria