Medici in Israele

Medici in Israele Medici in Israele (Segue dalla V pagina) mantenere un diritto di sovranità sulla zona. Israele ritiene tuttavia che il negoziato sarà possibile soltanto quando l'Egitto avrà rinunciato alla richiesta preliminare di una riaffermazione totale della sovranità egiziana e di un ritiro totale di Israele dai territori occupati. Infine, è chiaro che Gerusalemme sa di potere contare sull'appoggio americano, e non per passeggeri calcoli elettorali (il voto ebraico in Usa), ma perché è nell'interesse strategico globale dell'America il mantenimento di tino stato di equilibrio nel Medio Oriente, che ha, fra le sue basi, «un Israele forte». Questa l'analisi israeliana: essa rivela quello che all'Italia appare un eccesso di ottimismo e di fiducia. Vera nel tempo breve, può essere falsa nei tempi lunghi. La tesi del nostro governo — Medici l'ha ripetuta nei colloqui — è che la situazione sia invece molto preoccupante e che il conflitto non andrà spegnendosi gradualmente ma tornerà inevitabilmente ad acuirsi. Se vi è oggi una fase di relativa tran- quillità, bisogna approfittarne per cercare di avviare un negoziato. Anche il discorso pronunciato ieri al Cairo dal presidente egiziano Sadat — discorso che noi giudichiamo estremamente minaccioso — dice lo stato di esasperazione degli arabi. Risponde Eban: purtroppo questo discorso dimostra anche che l'Egitto non è disposto a fare le minime concessioni; in queste circostanze non vediamo come sia possibile trattare. Questi i termini del problema, come appaiono ai governi d'Israele e d'Italia, con una chiara divergenza di giudizi sui tempi lunghi, che non ci impedirà tuttavia di continuare a svolgere, entro i limiti che ci sono concessi, una azione di collegamento non inutile. a. 1.

Persone citate: Eban, Sadat