Si difendono gli scomunicati per le confessioni registrate

Si difendono gli scomunicati per le confessioni registrate In una conferenza stampa a Roma Si difendono gli scomunicati per le confessioni registrate "Quello che ci ha più addolorato sono state le accuse di uomini politici che non hanno letto il libro" - Era presente il vicedirettore dell'"Osservatore Romano" - Secondo Piccoli "si abusa della libertà" (Dalla redazione romana) Roma, 26 marzo. I due giornalisti autori del volume con le confessioni registrate, che il Vaticano ha scomunicato, si sono difesi oggi in una conferenza stampa alla quale era presente anche don Virgilio Levi, vice direttore dell'Osservatore Romano. Norberto Valentini e Clara Di Meglio hanno sostenuto che intendevano accertare i motivi che hanno portato alla crisi della confessione, senza nessuna idea di scandali o di colpi commerciali. «Quello che più ci ha addolorati — hanno detto i due giornalisti — sono state le critiche, le accuse e gli anatemi scagliatici addosso da uomini politici senza che avessero letto il libro». Dopo un intervento dello scrittore Pietro Buttitta, direttore letterario della casa editrice che pubblica il libro, vi è stato un dibattito nel quale i due autori, replicando a don Levi, hanno lamentato di essere stati scomunicati senza avere avuto la possibilità di difendersi. La radio vaticana in una nota trasmessa prima della conferenza stampa ha osservato: «Anche la banditesca impresa delle cosiddette confessio7ii registrate viene presentata come un tentativo di riscattare Cristo dalle strumentalizzazioni della Chiesa, come un contributo al miglioramento del dialogo tra confessore e penitente... E' difficile credere che la via migliore per purificare la Chiesa sia quella del sacrilegio». Anche il presidente dei de putati de, Piccoli, interviene sul Popolo di domani denun- ciando la «gravità eccezionale» delle intercettazioni telefoniche, superata però dalla registrazione delle confessioni. Secondo Piccoli «si abusa della libertà» e gli autori delle confessioni registrate hanno, a suo giudizio, vilipeso la religione cattolica, ma anche offeso «ciò che dì più delicato vi è nella vita spirituale dei cittadini».

Persone citate: Clara Di Meglio, Norberto Valentini, Pietro Buttitta, Virgilio Levi

Luoghi citati: Roma