È assolto il jugoslavo accusato d'aver ucciso il conte torinese

È assolto il jugoslavo accusato d'aver ucciso il conte torinese Il verdetto della corte d'assise di Venezia È assolto il jugoslavo accusato d'aver ucciso il conte torinese Il p. m. ha chiesto 14 anni, sostenendo che l'imputato aveva assassinato "in un impeto d'ira" Filippo Giordano Delle Lanze - Ora ha annunciato che presenterà appello (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 24 marzo. La corte d'assise, presieduta dal dott. Fletzer, ha assolto per insufficienza di prove il fiumano Raoul Blazic, accusato di aver ucciso il conte torinese Filippo Giordano Delle Lanze la sera del 19 luglio 1970 a Ca' Dario, sul Canal Grande. La sentenza è stata pronunciata poco dopo le 21, dopo circa due ore di camera di consiglio. La sorellastra dell'imputato, Maria Luisa .Brenner, è scoppiata in lacrime: la tensione nervosa di molti mesi, e in particolare di questi ultimi giorni, si è risolta in una crisi di pianto. Le era vicina l'amica Giovanna De Sanctis, figlia di Diego Valeri. Blazic, da circa tre anni, è scompar- so e nessuno sa dove sia finito. Il p.m. dott. Bagarotto ha però annunciato che, fin da lunedì, ricorrerà in appello. Il rappresentante della pubblica accusa aveva proposto 14 anni di reclusione: egli è infatti convinto che si tratti di un « defitto d'impeto » ed è quindi partito dal minimo della pena, 21 anni, concedendo il massimo delle attenuanti generiche. Nella discussione, il p.m. ha esaminato scrupolosamente i vari indizi, prevenendo le tesi difensive e sottolineando tutti gli elementi, a favore e contro l'imputato, che lo hanno spinto a ritenere Blazic responsabile della morte di Filippo Giordano. «Gli indizi — ha detto — non vanno considerati separatamente, ma nel loro insieme, in una serrata concatenazione logica, che non può essere casuale». Il dott. Bagarotto ha, tra l'altro, ricordato che le indagini non si sono svolte in una sola direzione. «Cercavamo nel mondo degli omosessuali, si è setacciato anche l'ambiente degli antiquari, nel quale Filippo Giordano operava, ma non si è trovato assolutamente nulla». Il p.m. si è scostato dalle tesi della parte civile essenzialmente in due punti: l'analisi dei tempi impiegati da Blazic e la possibilità che l'imputato, dopo il delitto, si sia cambiato d'abito. Secondo il dott. Bagarotto, Blazic, entrato a Ca' Dario verso le 19,50, vi rimase fino alle 21. In quel frattempo uccise il conte. Poi spiò l'ultima e definitiva uscita della governante Maria Baldissera e raggiunse di corsa piazzale Roma. Ebbe dunque tutto il tempo di nascondere la giacca insanguinata e di modificare il suo abbigliamento togliendo semplicemente il . camiciotto dai pantaloni. Per questo prima di entrare a Ca' Dario, a quanto affermano i testimoni, il giovane indossava un «completo», mentre nell'aeroporto lo videro arrivare senza giacca. Il difensore, avv. Pognici, ha invece sostenuto che, proprio in base al calcolo dei tempi, Blazic non ebbe assolutamente la possibilità* di uccidere il conte, di fuggire a piedi fino a piazzale Roma, di ritirare le sei valigie che costituivano il suo bagaglio e quello dell'amica americana, Nancy Schaeffer, e di giungere, sia pure in taxi, all'aeroporto di Tessera prima delle 21,30, in tempo cioè per prendere l'aereo per Londra. Il penalista ha ricordato che le perizie necroscopiche collocano la morte del conte tra le 20 e le 24 del 19 luglio 1970. Qualcuno, dunque, dopo l'uscita di Blazic, può essere entrato a Ca' Dario e può aver commesso il delitto per ragioni che non si sapranno mai. «Non è la difesa — ha esclamato il penalista — che deve dirvi che cosa è andato a fare Blazic, proprio quella sera, a Ca' Dario. E' l'accusa che deve provare, e non lo ha. fatto, che soltanto Blazic può essere il colpevole». L'aw. Pognici, nel suggerire varie ipotesi, ha addirittura lasciato intendere che il cugino della vittima, Ferruccio Ducrey Giordano, con la complicità del Baldissera, avrebbe manipolato le prove per inventare un movente, facendo trovare, tre giorni dopo la scoperta del delitto, il passaporto del conte nel divano sul quale venne aggredito. «Afora dimentichiamo — ha detto — che Ferruccio Ducrey Giordano non ha mai voluto chiarire la consistenza dei beni del cugino, di cui è erede universale». Gli avvocati di parte civile, on. Spagnoli e Gianquinto, hanno protestato energicamente contro le insinuazioni ect«sdzpsdrrgdasplGpn e lo stesso p.m. ha ricordato che Ca' Dario, dopo la scoperta del delitto, rimase sigillata. «Accusando di frode processuale Ferruccio Ducrey Giordano si accusano anche i funzionari e gli agenti che sempre furono presenti in tutti i sopralluoghi. Mi spiace che la difesa abbia voluto percorrere "la strada dei corvi"». Dopo la replica dell'avv. Pognici, che ha rivendicato il diritto di portare in causa tutti gli elementi in qualsiasi modo legati alla vicenda, la corte si è ritirata in camera di consiglio. Gino Apostolo Venezia. Maria Luisa Brenner, Raul Blazic, durante l'udienza sorellastra dell'imputato in assise (Cameraphoto)

Luoghi citati: Londra, Venezia