Quando c'è da operare un bimbo appena nato

Quando c'è da operare un bimbo appena nato Quando c'è da operare un bimbo appena nato «Nella chirurgia del neonato e del bambino ci troviamo impegnati nell'ottenere non una guarigione per un periodo dì cinque anni, ma una sopravvivenza di 65 anni». Questa frase di Pott è la bandiera della chirurgia infantile, la specialità che cominciò a far parlare di sé quando il prof. Solerio separò, nella sala chirurgica dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, le duj sorelle siamesi. Allora si cominciò a capire che la chirurgia infantile era qualcosa di diverso dalla chirurgia generale. Ora si parla di chinirgia neonatale, fatta su lattanti nel primo mese di vita. «Il fatto è — dice un allievo di Solerio, il prof. Umberto Bosio, primario di chirurgia pediatrica dell'ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria — che il neonato non è assolutamente quell'esserino delicato di cui si è sempre parlato; ma è un - soggetto estremamente resistente a ogni tipo di trauma, lo si sottopone a narcosi, lo si opera in interventi che durano parecchie ore. lo si manipola in mille modi nelle varie pratiche diagnostiche». Il primario pediatra e direttore sanitario dell'ospedale, prof. Pietro Cesare Gamalero, concorda. Naturalmente queste cose sono possibili in un ambiente qualificato, con personale esperto, e in un coordinamento continuo tra ospedali ginecologici e pediatrici. prof. Rosio e à «La coabìtazionc tra ostetrico, rianimatore, pediatra e chirurgo pediatra — prosegue Bosio — permette anche di prevedere la nascita di un soggetto portatore di una malformazione e quindi provvedere tempestivamente. Basti pensare che la donna incinta affetta da polìdramnios è probabile che possa generare un malformato, per rendersi conto che l'intervento chirurgico può seguire di poche ore la nascita. La tempestività dell'atto chirurgico è determinante per alcune malformazioni nella statistica di sopravvivenza, fino a migliorarla del 30-35 per cento». Quindi l'urgenza dell'intervento è fondamentale. Talvolta è questione di ore, come nel caso dei tumori maligni. In questo campo l'ospedale di Alessandria è organizzato. Ha otto chirurghi che lavorano a tempo pieno (43 ore settimanali), qualcuno dorme in ospedale, ma talvolta è necessaria una chiamata d'urgenza. La «reperibilità» è prevista dalla legge che richiede al mer dico di essere sul posto entro 20 minuti dalla chiamata. «Afa il comitato regionale di controllo — dice il presidente dell'ospedale,. Luciano Magrassi — ci ha bocciato la delibera». Quindi teoricamente i medici potrebbero sottrarsi a questo impegno di legge. - E' la burocrazia che ancora una volta si rivela nemica del progresso. Un altro episodio di incoerenza lo rivela il dott. Giuseppe Trabucco, consigliere d'amministrazione dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino: «Il caso di un ministro del Lavoro che ha siglato responsabilmente contratti sindacali molto onerosi per gli ospedali e nello stesso tempo, quale responsabile degli enti mutualistici e assistenziali, lì ha autorizzati a pagare, le spese di spedalità entro limiti percentuali molto al di sotto della retta richiesta dagli enti ospedalieri e approvata dagli Organi di controllo». Il dottor Trabucco aggiunge: «In dieci anni la spesa per la Sanità è aumentata, in Italia, del 170 per cento, negli ultimi cinque anni le rette sono triplicate. Ma le mutue pagano secondo tariffe vecchie e l'indebitamento cresce sempre più». Quindi, quando il professor Bosio dice che «i risultati sono proporzionali alla qualificazione dell'ospedale, del personale sanitario e infermieristico» deve fare i conti con il suo amministratore il quale afferma con rammarico che si potrebbero ottenere anche risparmi notevoli sulle forniture se si pagassero tempestivamente i fornitori sia di attrezzature sia di materiale sanitario. Su' questo argomento concorda il dottor Trabucco: «La restrizione della liquidità di cassa impone il ricorso sempre più frequente agli Istituti di credito con un appesantimento evidente di costi per la forte incidenza degli interessi passivi; per tralasciare il fatto che il dilazionamento dei terdott. Trabucco mini di pagamento per le forniture incide negativamente sui prezzi delle forniture stesse ». «Ad ogni modo — precisa Alberico Mosconi — qui ad Alessandria non abbiamo mai fatto mancare nulla di quanto richiestoci dai medici». Si fanno debiti, ma il malato è sovrano. Con questo criterio i metodi di cura fanno continui progressi. Ne dà una sintesi il professor Bosio: «Pratichiamo la chirurgia neonatale da oltre due anni con statistiche di sopravvivenza tra le più alte. Siamo all'avanguardia nella terapia dei tumori maligni attuandone tutto il ciclo di cura con sopravviverne attuali del 50-70 per cento». In questo caso la collaborazione tra medico e personale ausiliario deve essere costante e assoluta. Ancora: «7'rc i primi in Italia abbiamo introdotto l'iperalimentazione parenterdle. una tecnica die permette di immettere, attraverso un catetere introdotto nella vena cava e con l'ausilio di una speciale pompa, sostanze che sono in grado di far sopravvivere anche per vari mesi il paziente impossibilitato a nutrirsi». Ancora una cifra: un bambino operato di tumore maligno costa 100 mila lire al giorno. Ma non si è mai fatto questione di spese, questi discorsi vengono sempre fatti «dopo». prof. Rosio dott. Trabucco OSPEDALE INFANTILE «REGINA MARGHERITA» Scosto delle relle) 20.000 LIRE 15.000 10.000 5.000

Luoghi citati: Alessandria, Italia, Torino