Chiesto l'ergastolo per lo studente che rapinò e uccise il portavalori di Adriaco Luise

Chiesto l'ergastolo per lo studente che rapinò e uccise il portavalori L'arringa dell'accusa al processo in assise a Napoli Chiesto l'ergastolo per lo studente che rapinò e uccise il portavalori Proposti per i complici: 30 anni ai due universitari, 16 al terzo giovane implicato nell'aggressione, 29 per l'avvocato presunto cervello della banda (Dal nostro corrispondente) Napoli, 23 marzo. Un ergastolo e due condanne a 30 anni di reclusione e altre a 29 e 16 di carcere sono state le pene chieste dal rappresentante della pubblica accusa al processo in assise contro la «banda dell'avvocato». Gli imputati, un procuratore legale e quattro studenti universitari, sono accusati di omicidio pluriaggravato avendo ucciso a colpi di pistola, nell'ottobre del 1970, il portavalori di uno studio notarile per strappargli di mano una borsa contenente cinque milioni in contanti e altri nove in assegni e cambiali. «Nel formulare queste richieste — ha detto il p.m. dottor Umberto Castaldo — ho ben presenti le vicende personali degli imputati. Credetemi, sono dei privilegiati cresciuti a spese delle loro famiglie anche da fuori corso. Non meritano alcuna considerazione per il tardivo turbamento manifestato dinanzi a questa corte. Erano maggiorenni e non possono dire di aver subito la negativa influenza della miseria o del cattivo esempio. Appartengono a famiglie oneste, ma non hanno provato alcuno sgomento nel compiere un delitto così brutale e raccapricciante». Per Vincenzo Falcone, 26 anni, iscritto a giurisprudenza senza mai presentarsi a un esame e autore materiale della sanguinosa rapina, ha proposto l'ergastolo; per gli universitari Enrico Formicola e Gaetano Maselli, entrambi ventottenni, trenta anni di carcere; per l'avvocato Raimondo Sorrentino, 32 anni, indicato come il cervello 'della banda, 29 anni di reclusione. Anche per il ventiduenne Luigi Valdini, iscritto al secondo anno del Politecnico, il meno coinvolto nella banditesca impresa, il p.m. ha invocato una pena severa: 16 anni e quattro mesi di reclusione. I cinque imputati*(oggi per la prima volta era presente al dibattito, guarito dall'influenza, Vincenzo Falcone) hanno ascoltato la requisitoria a capo chino. Più volte, durante il suo intervento, le parole del rappresentante della pubblica accusa sono state sottolineate da mormorii di consenso del pubblico. II p.m. ha esordito affermando che il suo compito era stato facilitato dalle compromettenti ammissioni fatte in istruttoria e dalle confessioni degli imputati. La fase processuale ha sgombrato molti punti dubbi sulle gravi responsabilità dell' avvocato Sorrentino e dei suoi amici Falcone, Formicola e Maselli. «Resta un grosso dubbio — ha detto il p.m. —: la posizione di Luigi Valdini, che deve rispondere con gli altri di concorso anomalo in omicidio a scopo di rapina per aver fornito preziose informazioni sugli incassi per il notaio Marino. Nego che il giovane abbia agito con ingenuità, senza malizia». Il rappresentante della pubblica accusa ha proseguito esortando la corte a non pronunciare una affrettata sentenza senza valutare il contributo determinante del Valdini al criminoso episodio. Prima dell'arringa del rappresentante della pubblica accusa, la corte ha ascoltato la deposizione di Vincenzo Falcone, l'esecutore materiale del delitto. Ha detto di essere pentito, ma tra le lacrime e i singhiozzi ha dato una versione addomesticata dei fatti. Adriaco Luise

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