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La biologia anticipa le scelte dei politici Danielli ai Venerdì letterari La biologia anticipa le scelte dei politici (s. r.) Se hanno ragione gli ottimisti l'ipersocietà è vicina, nuova era civile in cui la scienza produrrà la vita in laboratorio e risolverà grandì problemi con poco sforzo. Se è giusta l'ipotesi dei pessimisti, le scoperte della biologia sono giunte troppo tardi, alle soglie della catastrofe ecologica. James F. Danielli, lo scienziato che ha costruito per sintesi una cellula vitale, ha impostato ieri al Carignano per i Venerdì Letterari un dibattito appassionante con inquiete aperture fantapolitiche. L'ascoltatore profano ha avvertito, con disagio e con speranza, che la ricerca scientifica è oggi più avanti della società civile e chiama gli uomini ad un impegno di responsabilità mài conosciuto prima. Danielli ha svolto velocemente la sua conferenza, parlando dell'apporto della biologia alle coltivazioni alimentari, alla modifica delle tecniche industriali, al controllo della salute collettiva. « La sintesi della vita artificiale — ha detto il biologo — è dunque necessaria e desiderabile ». Il dibattito s'è avviato su binari scientifici, poiché tra il pubblico erano numerosi ì medici, i docenti, i ricercatori. Tra i termini specialistici (clonazione, episomi, geni, anticorpi) s'affacciavano prospettive allucinanti (la bomba biologica, l'incrocio tra uomo e animali, una razza eletta composta di mostri) che Danielli ha smentito in nome della sperimentazione e del buon senso. Un signore ha chiesto di chiarire il rapporto tra biologia e scienze sociali: per lo studioso americano vi sono somiglianze strutturali, ma non di metodo. I sociologi si affannano a esaminare i livelli superiori di organizzazione, senza avere conosciuto i dati del « primo livello ». Spostato il discorso ai problemi politici, s'è capito che l'ottimista Danielli è in realtà un pessimista storico: ha fiducia nella scienza, ma, ne ha poca negli uomini.