Libera l'italiana sequestrata in Argentina pagato un riscatto di almeno 130 milioni di Livio Zanotti
Libera l'italiana sequestrata in Argentina pagato un riscatto di almeno 130 milioni Pinuccia Cella era stata rapita lunedì, nei pressi di casa sua Libera l'italiana sequestrata in Argentina pagato un riscatto di almeno 130 milioni Rilasciata a pochi chilometri da casa, con un cappuccio scuro sulla testa - Il nostro inviato a colloquio con i familiari della signora (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 23 marzo. « Sto bene, sono stanca ma sto bene. Ormai sono a casa, e voglio soltanto riposare e dimenticarmi questi tre terribili giorni »: Pinuccia Enrica Cella, la giovane moglie dell'industriale italiano Paolo Antonio Callegari sequestrata nella notte di lunedì scorso, parla lentamente, senza espressione. I rapitori l'hanno rilasciata stanotte, mentre in Italia cominciava ad albeggiare, alla periferia del centro industriale di Campana, distante appena una decina di chilometri da Zarate, dove era stata rapi ta mentre si apprestava a rientrare nella sua villa in compagnia del marito e del figlioletto Pablo José, di quasi tre anni. La signora Cella ha ancora indosso gli abiti che aveva al momento in cui fu catturata dai banditi: pantaloni gialli e camicia verdina, di seta. Il volto, un bell'ovale ravvivato da un casco di capelli neri scompigliati, appare tirato dall'emozione. Delle ore trascorse in prigionia, non vuole dire niente, e i parenti, che le stanno tutti accanto, spiegano che non è il caso di insistere. Si capisce che hanno paura: oltre a pagare il riscatto, che secondo la voce comune non è stato inferiore ai 130 milioni di lire (circa il doppio, in vecchi pesos), per ottenere la libertà di Pinuccia Cella la lamiglia Callegari ha anche accettato la consegna del silenzio, certamente imposta dai banditi. E' per questo che la donna è stata condotta nello Livio Zanotti (Continua a pagina 2 in nona colonna)
Persone citate: Callegari, Cella, Pablo José, Paolo Antonio Callegari, Pinuccia Cella, Pinuccia Enrica Cella, Zarate
Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Campana, Italia
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