Confapi: l'industria non segna progressi

Confapi: l'industria non segna progressi Per le medie aziende Confapi: l'industria non segna progressi (Nostro servizio particolare) Roma, 22 marzo. «Per le medie e piccole industrie non esistono, come altri hanno sostenuto, chiari segni di ripresa economica, e non è stato sciolto alcuno dei nodi, come quello delle garanzie reali, che precludono alle aziende minori l'accesso a un credito rapportato alle capacità d'iniziativa imprenditoriale»: lo ha dichiarato questa mattina, all'annuale conferenza stampa, il presidente della Confapi, Confederazione italiana piccole e medie industrie, Fabio Frugali. Altri punti centrali delle sue dichiarazioni sono state la fiscalizzazione degli oneri sociali, che non dovre^b'essere solo una manovra congiunturale, e la ? a vertenza dei metalmeccanici, nella quale le piattaforme rivendicative sindacali non prevederebbero «alcuna differenziazione tra grande e piccola industria». Frugali ha anche precisato, rispondendo ai giornalisti, che dal 1970 in poi i licenziamenti nelle aziende aderenti alla Confapi sono stati 24 mila, pari al 4 per cento dei 600 mila occupati. Tra le differenze di fatto esistenti tra grandi e piccole imprese, il presidente della Confapi ha citato la componente impiegatizia, che tra le prime è pari al 24 per cento dei dipendenti, tra le seconde rappresenta solo il 10 per cento. Sulla fiscalizzazione degli oneri sociali. Frugali ha detto di essere favorevole a vederla attuata in modo «parziale e selettivo» e, soprattutto, in stretta connessione con i problemi strutturali. «Se non si opera una fiscalizzazione — ha affermato — che abbia per meta la riforma sanitaria e la determinazione di un nuovo sistema di sicurezza sociale, l'operazione rischia di rimanere una manovra puramente anti-congiunturale, che perde, rà in poco tempo i suoi effetti positivi, come già avvenne per quella realizzata nel '71». Sulla vertenza dei metalmeccanici, «che ha assunto toni drammatici anche al tavolo che rappresenta la piccola impresa», il presidente della Confapi ha auspicato nuove e più precise formule contrattuali, «più responsabilità, maggiore autodisciplina, maggiore potere di controllo da parte delle centrali sindacali e delle stesse federazioni di categoria, su tutto il complesso della politica sindacale che viene portata avanti ai vari livelli». Frugali ha poi lamentato — come s'è detto — che nelle richieste sindacali non si faccia differenza tra imprese maggiori e minori. «Si ha la netta sensazione — ha affermato — che la strategia rivendicativa dei sindacati si muova da considerazioni della realtà industriale propria delle grandi dimensioni, e non anche da valutazioni sulla situazione economica, organizzativa e dei costi salariali nelle imprese minori». Il presidente della Confapi ha annunciato, infine, che è stata presentata alla Camera una proposta di legge (primo firmatario l'onorevole Erminero, de) che tende ad equiparare, ai fini previdenziali, il piccolo imprenditore — dirigente dell'azienda di cui è titolare e socio — al dirigente dipendente di azienda industriale, m. s. zcp

Persone citate: Fabio Frugali

Luoghi citati: Roma