La parte civile e i periti calligrafi accusano lo slavo "Uccise il conte torinese, per questo è scomparso,,

La parte civile e i periti calligrafi accusano lo slavo "Uccise il conte torinese, per questo è scomparso,, Il processo per il delitto col vaso d'argento a Ca' Dario a Venezia La parte civile e i periti calligrafi accusano lo slavo "Uccise il conte torinese, per questo è scomparso,, "Non è un dibattimento indiziario, tutti gli elementi raccolti provano che Raoul Blazic ha assassinato Giordano delle Lanze", ha detto il patrono - Una serie di complicazioni - La sentenza è prevista per sabato (Dal nostro inviato speciale) Venezia. 22 marzo. « Questo non è un processo indiziario, ma un processo che non consente alternative: tutti gli elementi raccolti confluiscono, infatti, nel provare che Raoul Blazic ha ucciso il conte Filippo Giordano delle Lanze ». Con tale affermazione l'avv. Gianquinto, patrono di parte civile, ha concluso stasera il suo intervento, aprendo la discussione davanti alla corte d'assise. Debbono ancora parlare l'on. Spagnoli, pure di parte civile, il p.m. dott. Bagarotto e il difensore avv. Pognici. La sentenza è prevista per la tarda serata di sabato. Il dibattimento s'è protratto per alcuni mesi per tutta una serie di complicazioni. L'imputato, l'ex marittimo jugoslavo Raoul Blazic, di 24 anni, è scomparso subito dopo il delitto e da allora non ha più dato notizie di sé; la sua giovane amica, Nancy Schaeffer, non è venuta in Italia a testimoniare e il presidente della Corte, dott. Fletzer, è stato costretto a raggiungerla negli Stati Uniti; due funzionari di Scotland Yard che interrogarono la Schaeffer a Londra hanno imposto ai giudici un altro viag¬ gio fin nella capitale britannica. Ad ogni modo, dopo numerosi rinvìi, si è giunti finalmente alla fase conclusiva. Sapremo cioè dai giudici di Venezia se è stato veramente Blazic l'assassino del conte torinese, il cui cadavere fu scoperto nell'appartamento al terzo piano di Ca' Dario, sul Canal Grande. Filippo Giordano venne massacrato con una ventina di colpi, quasi tutti alla testa. Gli ultimi gli furono vibrati con un vaso d'argento. L'avv. Gianquinto ha passa- to in rassegna, analizzandoli e conlutandoli, gli argomenti di accusa contro Blazic. « E' certo — ha detto — che alle ore 20 del 19 luglio 1970 Blazic si trovava a Ca' Dario a colloquio con Filippo Giordano, nella biblioteca del conte. Una testimone lo vide entrare nel palazzo e la governante lo scorse seduto davanti al divano, nel punto stesso dove ebbe inizio l'aggressione ». « Perché Blazic, che alle 21,35 doveva partire per Londra con Nancy Schaeffer, andò a fare quella visita, rischiando addirittura di perdere l'aereo, per di più in un giorno di sciopero dei pubblici servizi? Doveva certamente avere un motivo molto importante. Forse gli interessava il passaporto del conte, con il visto d'ingresso negli Stati Uniti, o forse intendeva semplicemente chiedere del denaro. Sta di fatto che a Ca' Dario andò da solo, senza testimoni ». L'avvocato si è poi diffuso sulla corsa precipitosa fino a piazzale Roma, dove la Schaeffer attendeva preoccupata e impaziente, e sulla reticenza di Blazic nello spiegare i motivi del suo ritardo. «Giunse trafelato a piazzale Roma alle 20.45 c solo prendendo un taxi riuscì a raggiungere l'aeroporto di Tessera pochi minuti prima della partenza dell'aereo ». A Londra, Blazic e la sua amica cambiarono tre volte albergo in tre giorni: nel primo il giovane si registrò con una firma illeggibile, nel secondo diede soltanto il nome di Nancy Schaeffer, nel terzo la coppia si denunciò come « coniugi Carpenter ». Questo significa che, a Londra, Blazic si nascondeva. E d'altra parte, dopo la scoperta del delitto, il giovane ha fatto perdere completamente le sue tracce. Non una parola, non un rigo, nemmeno ai suoi familiari. L'avv. Gianquinto si è pure scagliato contro i tentativi di « linciaggio morale » nei confronti della vittima, ricordando che le indagini dei carabinieri e quelle della polizia, su strade diverse, sono giunte alle stesse conclusioni: nel delitto di Ca' Dario è da escludere qualsiasi torbido sfondo di « amicizie particolari ». Nella mattinata si sono anche conosciuti i risultati della perizia calligrafica sulle annotazioni riportate nel registro dell'Hotel Christina, il primo albergo londinese che ospitò la coppia BlazicSchaeffer la sera stessa dell'arrivo e del delitto. Il perito d'ufficio, prof. Caspi, sostiene che la firma e l'indirizzo che figurano nel regi stro del Christina sono pfscsmlGlcmsgdi pugno del Blazic, ma appaiono alterati, come se chi li scrisse l'osse in preda a un « impulso emotivo ». La consulente della difesa, dott. Conte-Micheli, dice invece che Blazic firmò senza preoccupazioni calligrafiche, forse in piedi, come accade sovente negli alberghi, ma che quella è la sua normale scrittura. Di parere nettamente contrario è il consulente di parte civile, prof. Ghio, il quale dichiara che la registrazione fu scritta con calligrafia « intenzionalmente alterata ». Per inciso, si può ricordare che l'impiegato dell'albergo, nel redigere il conto, decifrò il nome « Church » e non quello di Blazic. Gino Apostolo Venezia. Raoul Blazic e ii conte Giordano Delle Lanze