Sarebbe imminente la liberazione dell'italiana rapita in Argentina di Livio Zanotti

Sarebbe imminente la liberazione dell'italiana rapita in Argentina Già pagato il riscatto di 135 milioni di lire? Sarebbe imminente la liberazione dell'italiana rapita in Argentina La donna verrebbe rilasciata a Buenos Aires: la città pattugliata da auto-civetta con agenti in borghese - Un familiare: "Abbiamo fatto tutto il possibile. Ora abbiamo bisogno di fortuna" L'esercito attacca le caserme della polizia in sciopero: quattro morti (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 22 marzo. A villa Calli-sari, da stamane, c'è tutta la famiglia riunita. Nella prime ore è arrivata la madre dell'industriale, Clara Mandelli, accompagnata dall'autista. Poco più tardi, l'hanno seguita il cognato del figlio, Enrico Merlo, e i Palazzolo, cugini di Pinuccia Enrica Cella. L'impressione è che la giovane moglie di Paolo Antonio Callegari, rapita lunedì scorso davanti alla sua abitazione di Zarate, 80 chilometri a nord di Buenos Aires, possa fare ritorno oggi stesso. Il riscatto richiesto dai rapitori (circa 135 milioni in lire italiane) è stato probabilmente già pagato. Su questo punto, come sull'intera vicenda, i Callegari continuano a mantenere un assoluto riserbo. Ma durante la notte, in casa di Enrico Merlo non si è dormito: poi, all'alba, qualcuno della famiglia si è allontanato in automobile, per fare ritorno un paio d'ore più tardi. E' possibile che si trattasse della persona incaricata di prendere contatto con i banditi e consegnare la cifra pattuita, forse inferiore a quella richiesta in un primo momento. In mancanza di fatti cer- e n a ti, ci si deve affidare alle indiscrezioni e alle ipotesi. Secondo voci tanto insistenti quanto incontrollate, Pinuccia Enrica Cella potrebbe essere liberata con il calare del buio (cioè passata la mezzanotte, in Italia). Così avrebbero assicurato i rapitori nel corso di una telefonata, indirizzata in casa di amici dei Callegari, per evitare i controlli stabiliti dagli investigatori della polizia federale. Ignorato dagli stessi familiari della donna resta il luogo in cui eUa sarà lasciata dai suoi sequestratori. Ancora una volta, si va avanti per ipotesi; e sembra ragionevole che i banditi non si addentrino nella provincia di Zarate, dove potrebbero trovarsi intrappolati dalla polizia. Dunque, il luogo più sicuro per essi dovrebbe essere all'interno di Buenos Aires: questa città enormemente estesa, con oltre 8 milioni di abitanti e innumerevoli, potenziali rifugi. Stamane, una prima volta, e poi ancora nel pomeriggio, abbiamo incontrato auto-civetta della guardia federale con targhe civili, con a bordo un uomo e una donna in abiti borghesi che comunicavano via radio con altre vetture e con il comando centrale. Discretamente, per non ostacolare oltre certi limiti l'azione dei familiari e non allarmare i banditi, ponendo la donna sequestrata in un pericolo ancora maggiore, gli investigatori hanno organizzato una rete concentrica di pattuglie che si spostano da una zona all'altra della capitale e delle sue immediate vicinanze, rastrellandole ad una ad una. Le speranze di tornare presto a casa, per Pinuccia Enrica Cella, sono comunque affidate innanzitutto all'iniziativa del marito e degli altri parenti. Cercare i suoi rapitori in una metropoli come questa equivale alla classica ricerca dell'ago nel pagliaio. « Noi speriamo che Pinuccia non soffra troppo e possa tornare presto. Abbiamo fatto tutto il possibile, e di ciò lei certo non ha dubitato un solo istante. Adesso abbiamo bisogno di un po' di fortuna, visto che finora non ne abbiamo avuta molta. Quando saremo di nuovo insieme, tutta la famiglia, allora potremo riparlare di questa brutta storia », ci ha detto Enrico Merlo, questo pomeriggio, lasciandoci con un sorriso stanco ma fiducioso. Con una vera e propria operazione di guerra, tiri di mortai pesanti e bazooka, intervento dei carri armati, due reggimenti dell'esercito hanno costretto stanotte alla resa i 5 mila ufficiali, sottufficiali e agenti della polizia provinciale che, per protestare contro i bassi salari, erano scesi ieri in sciopero, occupando la prefettura di La Piata, una città di 150 Livio Zanotti (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Italia