"Stretta finale,, per Montedison di Eugenio Scalfari
"Stretta finale,, per Montedison "Stretta finale,, per Montedison Roma, 21 marzo. Domum il ministro del Bilanciò Taviani risponderà al Senato, a nome del governo, dopo lo svolgimento delle mozioni che quasi tutti i gruppi parlamentari hanno presentato sul problema della Montedison. Siamo dunque alle ultime battute di questa vicenda che da molto tempo tiene agitate le acque dell'economia, della Borsa e della politica italiana; ma a tutt'oggi esiste ancora una certa dose di incertezza e di suspense sull'esito finale. Che dirà domani il ministro del Bilancio in Senato? Quale sarà l'atteggiamento dei partiti di sinistra? A che punto è il tentativo, personalmente condotto dal presidente del Consiglio Andreotti, di costituire quel sindacato di controllo della Società che finora è stato bloccato dall'opposizione dei grandi azionisti privati? Andreotti ha svolto nei giorni scorsi un lavoro paziente quanto tenace con alcuni degli aziomsti privati. Il presidente del Consiglio, a quanto pare, Ita ottenuto la loro adesione al progetto di sindacato. Due giorni fa Andreotti ha ricevuto il direttore generale dell'Imi Giorgio Cappon, al quale ha comunicato questi risultati e l'intendimento del governo di procedere subito alla costituzione del sindacato (del quale, il medesimo Cappon sarà presidente) sulla stessa base che era stata prevista il 50 novembre scorso nella tanto discussa e tanto citata direttiva del Cipe. I poteri del sindacato saranno i medesimi che i grandi azionisti privati avevano fino ad ora contestato, e cioè: acquisire dal management della Montedison tutti i dati necessari per controllare in concreto i programmi di sviluppo della Società; vigilare affinché quei programmi siano conformi alle indicazioni del governo e della programmazione; nominare il presidente della società e tutti i membri del consiglio di amministrazione e dare il nullaosta preventivo alla nomina dei consiglieri delegati. Insomma: libertà per Cefis, ma vigilata, com'è stato fin dall'inizio nelle intenzioni di Andreotti. Per quanto riguarda la composizione del sindacato, c'è una variante tra il progetto originario e la soluzione che sembra stia per essere varata. Nel progetto originario si prevedeva infatti che le azioni sindacate dagli enti pubblici (Eni e hi) fossero di pari importo a quelle sindacate dai privati; ma poiché quelle possedute dagli azionisti pubblici eccedevano largamente (in quel momento, cioè un mese fa) le azioni controllate dai gruppi privati, il supero sarebbe stato affidalo all'Imi che avrebbe pertanto assunto il ruolo di azionista «decisivo» della combinazione. Questa soluzione è stata ora modificata. Scompare la figura dell'Imi quale azionista della Montedison e membro del sindacato, per evitare che un grande istituto di credito divenga anche una holding industriale; Giorgio Cappon, direttore generale dell'Imi, presiederà il sindacato a titolo personale e in qualità di arbitro; infine gli azionisti pubblici sindacheranno tante azioni quante ne potranno sindacare i privati, mentre l'eventuale eccedenza sarà depositata e «sterilizzata» presso l'Imi (ma pronta tuttavia ad esser buttata sul piatto della bilancia qualora fosse necessario). Resta ora da vedere se Cefis accetterà queste condizioni, ma il governo è deciso a marciare in qualunque caso. Queste cose saranno domani comunicate, anche se ancora in forma velata, da Taviani al Sonalo. Intanto in Borsa prosegue sempre più intenso il rastrellamento di azioni Montedison da parte di alcuni dei gruppi privati che vogliono precostituirsi la piattaforma più ìarga possibile all'interno della società e del sindacato che sta per nascere. Eugenio Scalfari
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