Un avvocato e 4 studenti assassini per una rapina

Un avvocato e 4 studenti assassini per una rapina Stamane alle assise di Napoli Un avvocato e 4 studenti assassini per una rapina L'aggressione nell'ottobre del '70 contro l'impiegato di uno studio notarile - La sentenza istruttoria indica il legale come "cervello della banda" (Dal nostro corrispondente) i Napoli, 19 marzo. (a. I.) Quattro universitari ed un avvocato compariranno domattina in Assise per l'aggressione, avvenuta nell'ottobre 1970 contro due impiegati di uno studio notarile, uno dei quali, Giovanni Piro, 22 anni, fu ucciso a colpi di pistola. Gli imputati sono: Gaetano Maselli, 28 anni; Vincenzo Falconi, di 30; Luigi Valdini, 21; sono tutti iscritti alla facoltà di ingegneria; Enrico Formicola, 28 anni, laureando in legge ed il procuratore legale Raimondo Sorrentino, 32 anni, capo della banda ed ideatore del colpo. Nella sentenza di rinvio a giudizio, il giudice istruttore ha assegnato a ciascuno degli imputati un ruolo ben preciso. L'aw. Sorrentino è indicato come il cervello dell'impresa, mentre l'esecutore materiale del delitto sarebbe Vincenzo Falconi. Enrico Formicola e Gaetano Maselli avrebbero contribuito a portare a termine la mortale aggressione. Luigi Valdini avrebbe fornito indicazioni sulle abitudini e sui movimenti di denaro nello studio notarile. La rapina avvenne il 26 ottobre 1970 al corso Resina di Ercolano, comune alle falde del Vesuvio a 12 chilometri da Napoli, sotto il portone dello stabile dove il notaio Olimpio Marino ha il suo studio. Il professionista era solito inviare in banca, alla chiusura degli sportelli, due suoi impiegati: Giovanni Piro e Gennaro Iengo, con l'incasso della giornata. Quel giorno, sotto l'androne dell'edificio due rapinatori, con il volto seminascosto da passamontagna, affrontarono i dipendenti dello studio notarile intimando loro di consegnare la borsa. Giovanni Piro reagì all'aggressione, ma fu ferito da alcuni colpi di pistola e morì 111 novembre nell'ospedale civile di Torre Annunziata. I due malviventi, impadronitisi della borsa contenente cinque milioni in contanti e altrettanti in assegni e cambiali, fuggirono con un'auto. Gli inquirenti furono portati sulla pista dei rapinatori da un ragazzo di nove anni, figlio di un sottufficiale della squadra mobile della questura di Napoli. Il bimbo, che giocava con i coetanei a « guardie e ladri », notò la manovra dei rapinatori che, abbandonata un'auto, salivano su un'altra portando una borsa. Annotò allora i numeri di targa. Ciò permise agli inquirenti, nel corso delle indagini, di identificare e arrestare gli autori dell'aggressione. Arrestati, davanti al pretore di Portici essi resero piena confessione. Nel corso dell'istruttoria, conclusasi con il rito formale, quando la posizione si è aggravata per il sopravvenuto decesso della giovane vittima, alcuni hanno ritrattato, « fornendo giustificazioni poco attendìbili e puerili », dice il giudice istruttore. Ieri sera a Genova

Luoghi citati: Ercolano, Genova, Napoli, Portici, Torre Annunziata