Vercelli non può accettare il piano della "Montefìbre,,

Vercelli non può accettare il piano della "Montefìbre,, Deciso alla conclusione di un convegno Vercelli non può accettare il piano della "Montefìbre,, Per la ristrutturazione dello stabilimento "Chatillon" - Alla riunione hanno partecipato parlamentari e un assessore della Regione Piemonte (Dal nostro inv'uito speciale) Vercelli, 17 marzo. Ancora una volta Vercelli ha detto no al piano «Montefibre» rivendicando agli Enti locali intervenuti il diritto di partecipare a tutte le decisioni che riguardano il futuro della «Chatillon» e indicando la necessità prioritaria che per l'inizio di una discussione ci sia l'impegno del mantenimento integrale dei posti di lavoro. La partecipazione di Vercelli si intende nell'ambito della programmazione che veda la Regione come protagonista e coordinatrice del dialogo nell'ambito di un discorso nazionale basato sul piano dell'industria chimica. Queste rivendicazioni e richieste sono contenute in un documento che ha concluso il convegno promosso dal Comune, svoltosi stamattina presso la Camera di commercio. Erano presenti un gruppo di sindaci del comprensorio, quello di Verbania, Mazzola, gli onorevoli Bodrato, Giorgio La Malfa, Tamini, Furia, i presidenti delle Province di Vercelli e di Alessandria e il senatore Ripamonti presidente della commissione Industria del Senato. La Regione era rappresentata dall'assessore Franzi, vercellese e l'assenza del presidente e dei responsabili dei settori programmazione e industria ha suscitato malumore che il sindaco Boggio ha espresso con toni piuttosto accesi ripetendo l'accusa: «La Regione sta alla finestra o svolge un'azione epidermica». Questo tema è stato ripreso da buona parte degli intervenuti, in particolare, dal comunista Sulotto. Egli ha indicato comunque «l'esigenza sacrosanta di espansione in Piemonte del settore chimico-tessile per bilanciare il carattere monoindustriale degli insediamenti nell'affollata area metropolitana; nel piano di sviluppo — ha proseguito — la Regione tenga conto di questa necessità». Altro punto discusso: la Montedison è una società a capitale privato e pubblico: quasi tutti gli oratori hanno insistito sull'esigenza di dare una funzione determinante al riconoscimento di questa presenza pubblica. Si è parlato di «sindacato» nell'ambito delle Partecipazioni Statali. Per l'onorevole Giorgio La Malfa «il passaggio dal settore privato a quello pubblico non attenua il problema» che egli ha inquadrato nella crisi economica generale esplosa nel '70. Tutti i settori della chimica sono in crisi per debolezza strutturale, errate dimensioni aziendali, blocco dell'attività di ricerca «che non è stato favorita né stimolata». Anche l'onorevole Bodrato è d'accordo che la presenza predominante del settore pubblico non cambierà i termini del problema, tuttavia «renderà più credibile l'interlocutore "azienda" soprattutto rispetto agli obiettivi dell'occupazione». Comunque la frase relativa al «passaggio della Montedison nella sfera delle partecipazioni statali mediante la costituzione di un apposito ente di gestione dei pacchetti azionari di enti pubblici nella Montedison stessa» non ha avuto l'approvazione dell'onorevole La Malfa che su questo punto del documento conclusivo si è astenuto. Per quanto riguarda il piano di ristrutturazione della Montefibre, il convegno ha praticamente approvato la proposta di Bodrato: «E' ora di passare ad un'iniziativa regionale capace di coordinare gli Enti locali e le organizzazioni sindacali per costringere l'azienda a correggere alcuni punti fondamentali riguardanti soprattutto la localizzazione degli investimenti (Verbania) e le prospettive non sufficientemente garantite degli interventi sostitutivi previsti nel settore dell'abbigliamento (Ivrea e Vercelli) rilevando che resterebbe sottodimensionato e quindi scoperto nel prossimo futuro lo stabilimento chimico di Vercelli». L'accusa alla Regione di «stare alla finestra» è stata smentita dall'assessore Franzi il quale ha ricordato il lavoro svolto in questo campo dai suoi colleglli di Giunta che hanno indetto per i prossimi giorni un incontro informativo con i sindacati. Seguirà quello con i responsabili della Montedison per giungere ad un «confronto della linea regionale con quella dell'azienda». In sostanza il convegno di stamane ha avuto il merito di mettere in chiaro la situazione ed ha posto l'ipotesi del «sollevamento di piazza» in sottordine alla trattativa globale con la Montedison nell'ambito della programmazione regionale e nazionale. Ed è un passo in avanti rispetto ai precedenti incontri e alle vivaci t polemiche dei giorni scorsi. Domenico Garbarono