Quattro banditi sorpresi lanciano l'auto contro i carabiniere poi aprono il fuoco di Giuliano Marchesini

Quattro banditi sorpresi lanciano l'auto contro i carabiniere poi aprono il fuoco Continuano le imprese criminose in provincia di Vicenza Quattro banditi sorpresi lanciano l'auto contro i carabiniere poi aprono il fuoco Ferito un milite - Presi due fuorilegge - Mascherati si aggiravano di notte nei pressi di una gioielleria a Tlissi no - L'inchiesta sulla sanguinosa rapina di sabato scorso (Dal nostro inviato speciale) Vicenza, 15 marzo. Ancora terrore questa notte nel Vicentino, per un'altra incursione di malviventi. Quattro uòmini armati e mascherati, che viaggiavano a bordo di una veloce vettura rubata, sono stati sorpresi da una pattuglia dei carabinieri nei pressi di una gioielleria: hanno lanciato la macchina contro quella degli inseguitori, poi hanno aperto il fuoco con le pistole. La sparatoria è durata qualche minuto, ha seminato il panico tra gli abitanti della zona. Uno dei banditi è stato arrestato al termine di una lotta furiosa, il secondo è stato bloccato poche ore dopo: sono i fratelli Luciano e Giancarlo Salvi, di 23 e 25 anni, girovaghi. I complici sono riusciti finora a sottrarsi alle ricerche. Un carabiniere è ri¬ masto ferito, ma sembra che le sue condizioni non siano preoccupanti. Cresce lo sgomento per questo ripetersi di assalti armati nella «contrada dell'oro». Si riteneva che dopo la tragedia di sabato scorso, in cui rimasero uccise con i tre I rapinatori le due donne prese in ostaggio, subentrasse un periodo di calma, dominato dall'angoscia. Invece la tregua è durata poco. Il nuovo drammatico episodio è avvenuto a Trissino, un paese a una ventina di chilometri da Vicenza. Mancano pochi minuti all'una, quando squilla il telefono alla stazione dei carabinieri: qualcuno avverte che un'«Alfa 2000» rossa, targata Treviso, percorre lenta il tratto di strada davanti alle oreficerie di Roberto Rasìa e Giuseppe Bicego, in via Ol- è i o , u o a i i i a i e treagno. «Ci sono quattro individui a bordo, dice l'informatore, e hanno il volto coperto. Fate presto, andate a vedere che cosa stanno combinando». Viene dato immediatamente l'allarme alla centrale operativa della tenenza di Valdagno, di qui si dirotta sul posto una «gazzella» del Nucleo' radiomobile in servizio di pattugliamento: la guida il carabiniere Bruno Scomazzon, al suo fianco siede il vicebrigadiere Cosimo Alacqua. Quando la macchina giunge nel luogo indicato, incrocia l'«Alfa» che avanza adesso a velocità piuttosto sostenuta. Il pilota della «gazzella» compie una fulminea manovra: con una sterzata pone l'auto di traverso sulla strada, larga circa quattro metri. Il passaggio per i malviventi è bloccato. Sembra che il bandito al volante si rassegni a rallentare, ma qualche istante dopo fa di nuovo ruggire il motore, dirige follemente la vettura contro la pattuglia. La macchina dei carabinieri è speronata, e nell'urto Bruno Scomazzon riporta una contusione allo sterno, mentre il sottufficiale esce fortunatamente illeso dallo scontro. L'«Alfa 2000» ha il frontale sfasciato, i malviventi tentano convulsamente di farla ripartire: il conducente innesta la retromarcia, ma manda l'auto a finire contro una casa. Ormai, i quattro sono intrappolati. Balzano a terra e cercano di fuggire in direzione della campagna. Bruno Scomazzon, nonostante la fitta per il colpo ricevuto, si getta all'inseguimento, e dopo un centinaio di metri di corsa a perdifiato riesce ad afferrare uno dei banditi: l'uomo resiste, sferra pugni, infine è immobilizzato. A questo punto, gli altri malviventi aproro il fuoco per coprirsi la fuga. Gli spari rintronano nella strada angusta, si spalancano le finestre delle case, s'affaccia gente atterrita. Il vicebrigadiere Alacqua imbraccia il mitra e fa partire un paio di raffiche. I banditi sono lontani, scompaiono verso la collina immersa nel buio. Nella colluttazione, il carabiniere Scomazzon ha riportato altre ferite, a una mano e alle gambe. L'individuo catturato viene subito identificato: è Luciano Salvi, nativo di Eraclea (Venezia). Intervengono il comandante del Gruppo carabinieri colonnello Colombini, gli ufficiali della tenenza di Valdagno e del Nucleo investigativo di Vicenza. Le pattuglie cominciano una battuta in tutta la zona, le ricerche si protraggono fino all'alba. Stamane, al suo rientro in una carovana accampata nei pressi di San Martino di Lupari, Giancarlo Salvi si trova circondato dai carabinieri. Insieme con il fratello, il giovane viene condotto nel carcere-vicentino, mentre dei complici non si trova ancora traccia. ttnglcProsegue intanto l'inchiesta sulla tragica rapina di sabato scorso nel laboratorio d'oreficeria dei fratelli Vicario. Domani, nel carcere di San Biagio, dovrebbero essere in- terrogati dal magistrato Vittorio Creti e Giancarlo Perolini, i due giovani arrestati nei giorni scorsi a Milano: su di loro grava l'accusa di complicità nella preparazione dell'impresa finita con l'allucinante corsa verso la morte dei tre rapinatori con gli ostaggi. Le attenzioni degli inquirenti continuano a essere rivolte in particolare a due fantomatici personaggi che potrebbero essere coinvolti nel «colpo»: il presunto «basista» e colui che avrebbe avuto l'incarico di portare all'estero il bottino. Giuliano Marchesini