Il questore dice: per la Bocconi non ho nulla da rimproverarmi di Remo Lugli

Il questore dice: per la Bocconi non ho nulla da rimproverarmi A Milano avviso di procedimento per Allitto Il questore dice: per la Bocconi non ho nulla da rimproverarmi II provvedimento preso dal giudice Urbisci per i controlli fatti eseguire dal questore sulle armi degli agenti in servizio davanti alla "Bocconi" la sera degl'incidenti (uno studente fu colpito alla nuca e morì 7 giorni dopo, un operaio rimase ferito alla schiena) - E' l'undicesimo avviso di procedimento a funzionari e agenti della questura per i fatti della "Bocconi" (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 marzo. «Non ho niente da rimproverarmi né da nascondere, tutto quello che ho fatto, l'ho fatto alla luce del sole e ne ho anche informato la magistratura ». Le parale sono del questore dott. Ferruccio Allitto Bonanno, che ieri ha ricevuto un avviso di procedimento nei suoi confronti. GlielTia mandato il giudice dott. Urbisci, che sta conducendo l'istruttoria formale sui tragici fatti del 23 gennaio acorso alla Università Bocconi. Ci fu uno scontro tra la polizia e un gruppo di dimostranti, furono sparati dei colpi, lo studente Roberto Franceschi fu colpito da un proiettile alla nuca e mori il 30 gennaio, dopo essere sempre rimasto in coma; l'operaio Roberto Piacentini fu colpito aflla schiena, ma si salvò. E', questo, l'undicesimo avviso di procedimento che viene inviato ad elementi della Questura; otto si riferiscono alla morte del Franceschi — e sono stati indirizzati ai vicequestori Tommaso Paolella e Salvatore Cardite, al vicebrigadiere Agatino Puglisi, all'appuntato Marcello Conte, agli agenti di P.S. Gianni Gallo, Vittorio Di Stefano, Domenico Germani e Antonio Cessari —; gli altri tre riguardano una presunta manomissione delle armi usate da chi ha sparato quella sera e sono stati indirizzati al tenente col. Bruno Geuna, aiutante maggiore del Raggruppamento guardie di P.S., al maresciallo Libero Pedacchiola ed ora, l'ultimo, "al questore. C'è poi un dodicesimo avviso per Roberto Piacentini, l'operaio ferito, che è indiziato di reato per detenzione, trasporto di sostanze esplodenti, resistenza, lesioni personali e danneggiamento. L'avviso di procedimento non sta ad indicare che qualcuno è imputato, viene emesso soltanto per informare le parti che pende un procedimento nei loro confronti, cioè che si sta indagando su qualcosa che le riguarda e si dà facoltà agli interessati di nominarsi un difensore e, eventualmente, un perito perché possano affiancarsi al giudice. Se il magistrato non seguisse questa linea di condotta l'istruttoria sarebbe nulla. Il dott. Allitto ha nominato suo difensore l'avv. Giovanni Bovio il quale, d'accordo con lui, ha affidato l'incarico di perito balistico di parte ad un generale d'artiglieria. Il questore non è stato ancora interrogato dal giudice: Allitto andrà dal magistrato dopo che i tecnici avranno compiuto le perizie sulle pistole che sono al centro dell'inchiesta. In altre parole, siamo ora in una fase preliminare, si sta cercando di accertare se esistono i presupposti di un reato; qualora la perizia dia una risposta negativa sulla presunta manomissione delle pistole, l'avviso di procedimento cadrà e non avrà seguito; in caso contrario il magistrato procederà all'incriminazione. Quest'inchiesta sui tragici fatti della Bocconi ha avuto più di un colpo di scena; innanzi tutto è passata in tre mani diverse: l'ha iniziata ;1 sostituto procuratore Antonio Pivotti, che l'ha dovuta cedere al collega Elio Vaccari il quale, infine, è stato sostituito dal giudice Urbisci. Il primo passaggio, avvenuto il 29 gennaio, è stato giustificato con le « questioni di turno e le necessità dell'ufficio »; il secondo provvedimento, il 16 febbraio, è stato motivato dalle «norme di legge »: poiché era evidente che l'istruttoria non poteva concludersi rapidamente con il rito sommario, è stata trasformata subito in formale e affidata, appunto, al giudice Urbisci. Sin dal 24 gennaio il questore Allitto, in una conferenza stampa, comunica che a sparare è stata la polizia: almeno due colpi l'agente Gallo, preso dal panico, dopo che la camionetta sulla quale si trovava è stata incendiata da una bomba molotov dei dimostranti, e due il vicebrigadiere Puglisi. Il 26 esce alla ribalta un teste, il sostituto avvocato dello Stato Marcello Della Valle, che abita in via Bocconi 24, il quale afferma d'aver assistito da una finestra della propria abitazione agli scontri e di aver visto che la polizia non ha caricato prima del lancio delle bombe molotov e delle pietre e che a sparare è stato un uomo in borghese, vestito di grigio. In base a questa testimonianza il questore interroga tutti i suoi uomini, principalmente quelli che erano in abiti civili, per sapere se effettivamente qualcuno di essi ha sparato. Ordina anche il controllo delle armi in loro dotazione — un esame, non una manomissione, si afferma in questura — per rilevare eventuali aloni nelle canne dovuti a spari e per accertare che ogni pistola ab¬ bzpfcascvlcntoqtqqfdsgnacPhvsqvnmsqttsrgmtriSqsmtd bia la propria canna. Operazione che viene compiuta nel pomeriggio del 26, in un ufficio della questura dal ten. col. Geuna e dal maresciallo armiere Pedacchiola, alla presenza di altri funzionari. Le canne, che sono amovibili, vengono smontate per poter leggere il numero di matricola inciso in una posizione non visibile ad arma montata. Mentre è in corso questa operazione — si spiega in questura — dall'ufficio politico giunge l'ordine di sequestro delle pistole, ma il questore non ne è ancora informato. Per il sospetto che, durante il controllo, le armi siano, state manomesse, magari sostituendo le canne, sono stati emessi i primi due avvisi di procedimento al ten. col. Geuna e al maresciallo Pedacchiola. Il dott. Allitto ha sentito il dovere di avvertire il magistrato che era stato lui stesso ad ordinare quel controllo e di qui il nuovo avviso indirizzato al suo nome. Il questore non fa commenti, si limita a ripetere che sa di avere la coscienza tranquilla, tant'è vero che di tutte quelle operazioni di controllo e dell'interrogatorio cui sottopose i suoi uomini ha redatto verbali particolareggiati, che ha inviato sia al ministero sia alla magistratura. Certo non sa nascondere la propria amarezza per il dubbio che pesa su di lui. Siede dal 20 ottobre '70 su questa poltrona, una poltrona scomodissima. Qui ha vissuto momenti, ore, giorni drammatici, di enorme tensione, quando tutta l'Italia guardava a quello che accadeva a Milano. Ha schiacciato sul grande posacenere di cristallo migliaia e migliaia di sigarette, magari appena accese, una dopo l'altra. I giorni degli assalti alla «Statale» nel novembre '71 e nel giugno '72, gli anniversari della strage di piazza Fontana, del funerale di Feltrinelli, la marcia silenziosa. Giorni passati e superati, sui quali si sono accavallate le polemiche tra le varie par¬ ti che a volte rendono la città incandescente; giorni, comunque, difficili per chi deve mantenere l'ordine senza abusare della propria forza e senza che essa venga sopraffatta. «Le armi dei miei uomini — dice Allitto — io non le ho nemmeno viste né tanto meno toccate. Ho ritenuto di far eseguire su di esse il controllo per sapere se qualcun altro aveva sparato quella sera, ma soltanto per informare dei risultati i miei superiori e la magistratura. E tutto è stato documentato, scritto e comunicato ». Stamattina il giudice istruttore dott. Urbisci ha nominato il collegio di esperti che eseguirà la perizia balistica sulle armi sequestrate, sugli indumenti della vittima Roberto Franceschi e dei feriti, sulla mattonella prelevata dalla facciata della Bocconi, perché risulta colpita da una pallottola, e sui bossoli repertati. Del collegio peritale fanno parte l'ing. Domenico Salza di Gardone Valtrompia, l'ing. Teonesto Cerri di Milano, l'ing. Roberto Boragine di Roma, il dott. De Bernardi dell'istituto di medicina legale dell'Università . di Pavia, il prof. Romeo Pozzato dell'istituto di medicina legale di Milano e il dott. Marozzi in qualità di chimico. Domani i periti presteranno giuramento e quindi riceveranno l'elenco dei quesiti cui dovranno dare una risposta attraverso ì loro accertamenti scientifici. Le parti indicheranno i nomi dei propri esperti. Il magistrato cercherà di avere le risposte nel minor tempo possibile. Remo Lugli Allitto Bonanno Allitto Bonanno

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