Strana barca di Venetia

Strana barca di Venetia LA STAGIONE DEI CONCERTI Strana barca di Venetia La capricciata musicale del monaco bolognese Adriano Banchieri eseguita dalla "Stefano Tempia", direttore Alberto Peyretti Una delle «capricciate» mi. sicali del monaco bolognese Adriano Banchieri è stata eseguita l'altra sera al Conservatorio dal coro polifonico e dai solisti dell'«Accademia Stefano Tempia». La Barca di Venetia per Padova è un seguito di «dilettevoli madrigali» a 5 voci miste, tenuti insieme da un tenue filo narrativo, che istituisce anche evanescenti personaggi, come «L'Humor svegliato, Sanese», il «Paron di barca di Torcello», un «Barcarolo da Caorle», un «Libraio fiorentino», e così via. Il contenuto musicale di questi madrigali non è altissimo, l'umorismo di Banchieri è alquanto fratesco ed erudito. Ma Banchieri era conoscitore universale della musica del suo tempo, impegnatissimo nelle trasformazioni cui il linguaggio polifonico andava incontro al principio del Seicento. Perciò quel che interessa di più nella Barca è il voluto polistilismo: c'è un Madrigale alla Venosa, che in realtà a Gesualdo da Venosa somiglia pochissimo; c'è un Madrigale alla Marenzio, che invece è una riuscita imitazione dell'alto stile cinquecentesco. E c'è, soprattutto, un saggio di monodia, prima per soprano, poi per tenore, col coro che simula il liuto per mezzo di grandi «trin-trin-tron», che è un pezzo da non dimenticare: è talmente caratteristico, che sembra l'imitazione di una canzone antica, scritta da Zandonai o da Respighi. Le voci soliste, esperte del canto polifonico e piacevolmente timbrate, erano quelle di Biancamaria Bosio e Lucia Sefusatti Barbero, soprani; di Nella Actis Perino, contralto, di Giuseppe Poletti, tenore, e Walter Azzarelli, baritono. Al clavicembalo il bravo Cognazzo. Il coro, nutrito e vivace, merita di essere ascoltato e giudicato in composizioni polifoniche di maggiore impegno. Il tutto è stato diretto con sicurezza ed esperienza dal maestro Alberto Peyretti, cui si deve anche la realizzazione del basso continuo (l'edizione moderna del lavoro si deve ad E. Piattelli). Due attori e un'attrice del i Teatro delle Dieci hanno letto con garbo gli «argomenti» in versi premessi ad ogni madrigale. Cordiale il successo e calorosi gli applausi. m. m. concerto barocco) sui quali si esercita l'attività combinatoria dell'autore. In una produzione sterminata come quella vivaldiana non tutto può essere allo stesso livello: l'esecuzione delle opere minori serve a conoscere l'elemento grezzo, il mattone con cui è possibile innalzare un palazzo o rabberciare una casupola. Tutto dipende dalla combinazione degli elementi. Seguivano, dopo l'intervallo, un Concerto a cinque in sol minore che Bach si sarà senz'altro copiato per carpirvi certe movenze ritmiche da piazzare nelle arie delle sue Passioni, ed un Concerto in re maggiore "La Pastorella" con la sua buona razione di bamboleggiamenti arcadici. Bravi gli esecutori, cui sono andati gli applausi del foltissimo pubblico. v:pp

Luoghi citati: Caorle, Gesualdo, Padova, Venosa