Da "Z,, ai tupamaros di Liliana Madeo

Da "Z,, ai tupamaros IL NUOVO FILM DI COSTA GAVRAS Da "Z,, ai tupamaros Regista combattivo, ha condotto una lunga inchiesta in Sud America La vicenda è ambientata nell'Uruguay, protagonista Yves Montand (Nostro servizio particolare) Roma, 14 marzo. I giornali francesi hanno fatto commentare l'ultimo film di Costa Gavras, L'americano, dagli specialisti di politica estera oltre che dai critici cinematografici. La censura italiana ha autorizzato la visione della pellicola soltanto per i maggiori di 14 anni e chiesto tre piccoli tagli, tre scene di tortura agli organi genitali di prigionieri politici, dichiarando che il giudizio sul contenuto politico non la riguardava. La discussione su quest'opera rigorosa e drammatica s'è appena iniziata. L'autore aspetta che il « caso » scoppi. Prevede ostruzionismi in alcuni Paesi. Può anticipare anche dove il film non entrerà: Spagna, Portogallo, Grecia, Brasile... Considera una logica conseguenza le polemiche che col suo lavoro suscita, essendo — il suo cinema — « un mezzo per denunciare i meccanismi politici della nostra vita quotidiana ». Costa Gavras ha meno di quarant'anni e vive esule a Parigi. E' diventato famoso in tutto il mondo con Z, il film che denunciava la fine delle libertà democratiche in Grecia. Ha scatenato un vero terremoto con La confessione, un atto d'accusa contro l'intervento sovietico in Cecoslovacchia, sconfessato dal partito comunista francese e strumentalizzato dalle destre. Questa volta ha puntato l'obiettivo sull'America Latina, turbato dai regimi autoritari che vi operano, interessato alle connessioni fra vecchie e nuove forme di colonialismo, affascinato dai tupamaros e dalla « loro maturità politica, il loro modo di analizzare una situazione realisticamente, la perfezione della loro tecnica, la loro efficacia militare e tecnica, la mancanza in loro di "bla-bla" rivoluzionario ». Ha studiato il problema. Ha viaggiato per alcuni mesi nel Sud America, insieme con lo sceneggiatore Franco Solinas. Hanno interrogato decine di giovani, militanti nelle file dei partiti clandestini di sinistra e nelle file dei rivoluzionari armati. Hanno incontrato alcuni dei 120 guerriglie, ri brasiliani liberati due anni fa in cambio della libertà a un console tedesco, e oggi in Cile e a Cuba. Hanno scritto un testo rimasto segreto anche per i più stretti collaboratori e molti degli interpreti stessi. Hanno ottenuto da Allende il permesso di girare nel suo paese e l'hanno fatto quasi clandestinamente, mentre la vicenda narrata si colloca nell'Uruguay. « I tupamaros nel film — dice Costa Gavras — hanno assunto, alla fine, un ruolo secondario. Il tema è quel funzionario dell'ambasciata americana catturato dai guerriglieri nel 70, giudicato, condannato e giustiziato: Dan Anthony Mitrione (interpretato da Yves Montand). Noi capitammo in Uruguay esattamente un anno dopo l'avveni mento. Ancora il paese si chiedeva chi era costui, quali attività si celavano dietro le sue mansioni ufficiali. Ci mettemmo a indagare anche noi: il film è la graduale scoperta delle sotterranee e inquietanti trame che — protette da una facciata all'apparenza rassicurante — intercorrono fra Washington e i governi autoritari del Sud America. La conclusione ultima, anche, è che tali fatti non minacciano soltanto l'America del Sud ». Liliana Madeo

Persone citate: Allende, Anthony Mitrione, Costa Gavras, Franco Solinas, Yves Montand