Appena parte la scorta armata due giovani irrompono nell'ufficio e rubano 20 milioni

Appena parte la scorta armata due giovani irrompono nell'ufficio e rubano 20 milioni Trenta secondi per svaligiare le Poste di via Borgomasino Appena parte la scorta armata due giovani irrompono nell'ufficio e rubano 20 milioni Il sacco dei valori era sul tavolo, protetto solo da una porta a vetri chiusa a chiave - I ladri infrangono il cristallo e prelevano il denaro - Il direttore ha appena il tempo di dire: "Mettetelo giù" che sono già lontani - Altri episodi : donna scippata ha una gamba fratturata ; panettiere ferito al colio da due rapinatori Fulmineo assalto ieri mattina in un ufficio postale sotto gli occhi di settanta persone: due ladri, il volto coperto da passamontagna, hanno atteso che una «volante» della polizia, di scorta al furgone dei valori, si allontanasse, poi hanno fatto irruzione nell'ufficio del direttore e rubato 20 milioni. I malviventi non hanno Impiegato più di trenta secondi: sono fuggiti su un'auto che 11 attendeva in strada con il motore acceso. Mancano pochi minuti alle 8. Alle Poste di via Foglizzo angolo via Borgomasino ci sono otto impiegati che attendono l'inizio del turno di lavoro. Il direttore, Ercole Bosco, è nel suo ufficio che una vetrata separa dal salone. Arriva, scortato da una pattuglia, il furgone blindato della Centrale: due fattorini entrano nello studio del Bosco da via Borgomasino, lasciano sulla scrivania il plico dei valori: 20 milioni in contanti per pagare le pensioni. Intanto gl'impiegati aprono l'ingresso principale per fare entrare 1 clienti. Comincia a nevicare, le settanta persone che attendevano sul marciapiede si accalcano all'interno. Sono in maggioranza anziani o invalidi che vengono a riscuotere la pensione: premevano contro le vetrate da mezz'ora in paziente fila. Mentre ognuno si assiepa lungo il bancone aspettando il suo turno, i fattorini che hanno recapitato il plico dei valori, escono, raggiungono il furgoncino, ripartono seguiti dalla « volante ». Ercole Bosio chiude a chiave la porta a vetri di via Borgomasino, poi, lasciando il denaro sulla scrivania, raggiunge il salone; ha in mano una spugnetta asciutta: « Volerò inumidirla per contare le banconote che mi avevano appena portato ». In quel momento in via Borgomasino si ferma una « 12B » chiara: ne scendono due giovani incappucciati che raggiungono la porta a vetri. E' un gioco da ragazzi per uno dei due banditi rompere il cristallo attorno alla serratura: un colpo di martello, la mano che s'infila e gira la chiave. Il complice resta sull'uscio a fare da palo. Il bandito, nell'ufficio del direttore, arraffa il plico dei 20 milioni, lo getta in una borsa di plastica. Con un. balzo è di nuovo sulla soglia, pronto a fuggire. Una voce lo blocca per un attimo. Ercole Bosco sta rientrando dal salone, lo vede: «Che cosa fa, metta giù quei soldi». L'altro non reagisce, lo fissa quasi divertito. Il direttore ha un gesto di rabbia impotente, gli scaglia addosso la leggera spugnetta di gomma. Il ladro esce di corsa mentre nel salone nasce un certo fermento: dalla vetrata qualcuno ha visto il gesto di Ercole Bosco ed un'ombra fuggire verso un'auto chiara. E dalla strada c'è chi ha notato la scena anche se si è svolta in pochi secondi. Armanda Monaco, 39 anni, sta accompagnando i due figli a scuola: ii Ho visto quel due correre verso una " 128 ". Erano incappucciati, uno stringeva in mano un martello ». Scatta l'allarme. Giungono le prime auto della polizia, si stabiliscono posti di blocco. Tutto è inutile, i rapinatori sono già lontani. Ora ci si chiede perché tanto denaro, giunto sotto scorta armata della polizia, sia poi stato lasciato su un tavolo, protetto soltanto da ima porta a vetri. Siamo abituati a delinquenti che fanno irruzione con mitra e pistole spianate, terrorizzano clienti ed impiegati, fuggono sparando. Riesce difficile pensare che nel clima d'allarme continuo in cui vivono oggi banche ed uffici postali si possano rubare 20 milioni con tanta facilità. * Una pensionata di 78 anni, Margherita Lombroso, via Principessa Clotilde 29, si è fratturata un femore e un polso nel tentativo di resistere ad una rapina. E' successo alle 13 di ieri in via Miglietti, all'altezza del n. 18. Due giovani le si sono avvicinati a bordo di una grossa moto ed uno le ha strappato la borsetta. Il violento strattone le ha fatto perdere l'equilibrio ed è caduta malamente. Al Maria Vittoria i medici l'hanno dichiarata guaribile in quaranta giorni, salvo complicazioni. Nella borsetta, c'era un assegno di diecimila lire: è il sussidio che il Comune passa ogni mese alle persone in disa giate condizioni. ,. * Un uomo è stato ferito al collo da due individui penetrati nella sua stanza da letto. Si chiama Magno Gastaldo, 47 anni, panettiere, abita in via Montevideo 2. Si alza ogni notte alle tre per andare a lavorare in un negozio di vìa Madama Cristina, dorme il pomeriggio. L'altro ieri ha preso sonno verso le 16, ma poco dopo è stato risvegliato bruscamente: « Mi ha destato — racconta — un forte bruciore alla gola, ho portato istintivamente la mano al collo e l'ho ritratta sporca di sangue. Prima di capire che cosa stava succedendo ho. visto due individui che scappavano ». Le cose probabilmente si sono svolte in questo modo. Due ladri, contando forse sull'assenza del Gastaldo, sono penetrati nell'appartamento, ma nella camera da letto hanno avuto la sgradita sorpresa di trovare il padrone di casa appena addormentato. Questo non ha Impedito loro di sottrargli il portafogli, con 4 mila lire, dalla giacca. Così facendo, sono stati spaventati da qualche movimento compiuto dal dormiente nel sonno. Di qui il graffio inferto alla gola, con uno strumento tagliente, forse un cacciavite. Il panettiere guarirà in pochi giorni. Il d dll'ffii l El B Il direttore dell'ufficio postale, Ercole Bosco - I rapinatori hanno agito sotto lo sguardo di decine di persone - Il panettiere Magno Gastaldo

Persone citate: Ercole Bosco, Ercole Bosio, Gastaldo, Magno Gastaldo, Margherita Lombroso