Oltre 1500 telefoni a Parigi sono controllati dalla poliria di Loris Mannucci

Oltre 1500 telefoni a Parigi sono controllati dalla poliria Una centrale d'ascolto agli "Invalidi,, Oltre 1500 telefoni a Parigi sono controllati dalla poliria Lo scandalo è stato denunciato sia dall'opposizione sia dalla maggioranza - (Dal nostro corrispondente) Parigi, 9 marzo. Lo spionaggio telefonico infuria anche in Francia, ed un gruppo di persone si è rivolto ad Antoine Pinay, il «mediatore» nominato di recente per tutelare i diritti della gente contro gli abusi dell'amministrazione, per chiedergli d'intervenire presso il governo affinché faccia cessare un'attività che negli ultimi tempi ha assunto proporzioni notevoli. Benché tale forma di spionaggio sia legale soltanto se richiesta alla polizia da un magistrato per le necessità di un'istruttoria, essa è sempre esistita in Francia. Anche sotto la Terza Repubblica, poi sotto la Quarta, il ministero dell'Interno aveva un dossier su ogni personalità. Un deputato, Michel Rocard, del partito socialista unificato, chiese nel giugno 1971 al governo di confermare o smentire l'esistenza di un «gruppo interministeriale di controllo» aggiungendo: «E' esatto che le registrazioni telefoniche sono ascoltate e riprodotte da varie persone che non dipendono dal ministro delle Forze armate né talvolta dal ministro dell'Interno? Chi sono queste persone che hanno diritto all'utilizzazione di tali intercettazioni? ». Nel febbraio 1972, lo scandalo fu denunciato non da un esponente dell'estrema sinistra bensì da uno della maggioranza parlamentare, Michel Poniatowski, deputato e segretario dei «repubblicani indipendenti» (giscardiani). Egli segnalava al primo ministro che «secondo certi indizi precisi le conversazioni telefoniche, in particolare quelle degli uomini politici e dei giornalisti, vengono sempre più intercettate»; e chiedeva poi se «nell'ambito della protezione della vita privata e della democrazia, il primo ministro giudicava normale lene le intercettazioni telefoni¬ che fossero utilizzate per la sorveglianza dei giornalisti, di uomini politici e di semplici cittadini». Egli era sicuro della fondatezza delle sue accuse. Pochi giorni prima, arrivando all'Eliseo, gli erano state fatte alcune osservazioni ironiche su una conversazione che aveva avuto al telefono col giornalista Jean Ferniot. Ma prevedendo una smentita all'esistenza dello spionaggio telefonico illegale, chiedeva la nomina di una «commissione parlamentare di controllo o d'inchiesta». La proposta è rimasta lettera morta e le intercettazioni telefoniche, nonché altri atti spionistici illegali con apparecchi piccolissimi che la tecnica moderna mette a dispo¬ sizione, si sono anzi intensificati. Michel Poniatowski, nel recente libro intitolato Cartes sur Table (Le carte in tavola) non esclude che le intercettazioni telefoniche possano essere state utilizzate anche per qualche ricatto. Sarebbero servite, tra l'altro, al siluramento del primo ministro Jacques Chaban-Delmas ed a quello ,del ministro Albìn Chalandon. Nella sola Parigi esisterebbero più di millecinquecento linee telefoniche, controllate dalla polizia e dai servizi di spionaggio. Il principale cen-, tro delle intercettazioni telefoniche si trova nelle ex scuderie del palazzo degli Invalidi. Loris Mannucci

Persone citate: Antoine Pinay, Jacques Chaban-delmas, Jean Ferniot, Michel Poniatowski, Michel Rocard, Quarta

Luoghi citati: Francia, Parigi