Scambi triplicati Stati Uniti-Urss di Paolo Garimberti

Scambi triplicati Stati Uniti-Urss In pochi mesi tra il 1971 e il 1972 i -f» Scambi triplicati Stati Uniti-Urss Il "balzo" messo in rilievo da un articolo di Patolicev sulla "Pravda" Bilancia favorevole agli Usa: l'export americano a 450 milioni di dollari - Domani Shultz a Mosca per discutere con i dirigenti sovietici (Dal nostro corrispondente) Mosca, 9 marzo. Il poderoso balzo In avanti degli Stati Uniti neUa scala dei «partners» commerciali dell'Unione Sovietica e il regresso dell'Italia (passata dal quinto al settimo posto) sono i dati di maggiore rilievo del bilancio del commercio estero sovietico per il 1972, tracciato oggi sulla « Pravda » dal ministro Nlkolaj ratollcev. «La storia delle relazioni internazionali dello Stato sovietico — scrive Patjllcev —- conferma in modo chiarissimo l'idea di Lenin che 11 miglioramento dei rapporti politici permette d'utilizzare più ampiamente, le possibilità di eooperaziòne economica e commerciale tra i Paesi dai differenti regimi sociali». Questo" principio appare valido soprattutto per le relazioni tra l'Unione Sovietica e due Paesi occidentali: la Germania Federale e gli Stati Uniti. Dopo il trattato politico del 12 agosto 1970, il flusso commerciale tra Bonn e Mosca ha avuto una fortissima progressione e, nel 1972, la Germania è diventata il primo partner non socialista dell'Unione Sovietica (con un interscambio di 828 milioni di rubli contro 666 nel 1971), scavalcando il Giappone. Ma l'effetto del miglioramento dei rapporti politici sulle relazioni commerciali è stato ancora più netto e immediato nel caso dell'interscambio tra lTJrss e gli Stati Uniti. Il «vertice» Nixon Breznev del maggio 1972 ha spalancato le porte del mercato sovietico agli operatori economici americani e, in pochi mesi, il commercio tra i due Paesi è aumentato di tre volte rispetto all'anno precedente, superando il traguardo dei 550 milioni di rubli, senza tener conto del miliardo di dollari di grano che gli Stati Uniti hanno venduto all'Unione Sovietica. La bilancia è nettamente favorevole agli Stati Uniti: le esportazioni americane nell'Unione Sovietica sono aumentate di quattro volte, su perando i 450 milioni di dollari, mentre le esportazioni sovietiche negli Stati Uniti sono state di poco superiori agli 80 milioni. Esiste, tuttavia, un grave limite ad un ulteriore sviluppo del commercio sovieto americano, come ha scritto recentemente un esperto sovietico sulla rivista dell'Istituto di affari americani dell'Accademia delle scienze: cioè la difficoltà di Mosca di finanziare i suoi acquisti dagli Usa con la valuta ricavata dalle esportazioni in altri Paesi. L'Unione Sovietica, dunque, tende a modificare qualitativamente i propri rapporti commerciali con gli Stati Uniti, puntando soprattutto sulle joint pentures, in cui il pagamento degli impianti forniti dagli americani può essere fatto con materie prime o materiali finiti prodotti dalle imprese comuni. Questi problemi saranno esaminati nei prossimi giorni negli incontri tra il ministro delle Finanze americano George Shultz e i dirigenti sovietici. Shultz, r-he arriverà a Mosca domenica, vedrà quasi certamente Kossighln e forse anche Breznev. Anche se la missione di Shultz non sarà esclusivamente economica, il problema più spinoso in discussione sarà certamente quello del trattato commerciale. Firmato in novembre a Washington, il trattato non è stato ancora approvato dal Congresso americano a causa delle forti pressioni degli ambienti ebraici, che condizionano l'approvazione del trattato alla soppressione da parte sovietica della tassa sull'emigrazione degli ebrei dall'Urss. Comunque, con il forte balzo del 12 gli Stati Uniti sono ora al quinto posto tra i partners commerciali dell'Urss, dopo Germania, Giappone, Finlandia, Gran Bretagna, e prima di Francia e Italia. L'interscambio italo-sovietico è diminuito, di circa 28 milioni di rubli rispetto al 1971 (oltre il 5 per cento) ed è stato pari a 466 milioni di rubli. Tra le ragioni del regresso italiano sul mercato sovietico è la fine delle forniture per la fabbrica automobilistica di Togliatti, che furono la causa del boom italiano degli anni scorsi. Più in generale, l'Italia è stata una delle principali vittime della crisi agricola sovietica, che ha fortemente ridotto le disponibilità valutarie dell'Urss, inducehdo i diri¬ genti sovietici a diminuire gli acquisti all'estero di beni di consumo, che costituivano una grossa fetta delle esportazioni italiane verso l'Urss. Paolo Garimberti

Persone citate: Breznev, George Shultz, Lenin, Nixon, Shultz, Togliatti