Barber: ora la palla in campo americano di Vittorio Zucconi
Barber: ora la palla in campo americano Oggi a Parigi il confronto Usa-Europa per le monete Barber: ora la palla in campo americano Messo a punto dai Nove un documento con le condizioni della Cee per "bonificare" il sistema monetario - Prudenti previsioni di Malagodi sulla riapertura dei mercati valutari (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 8 marzo. « L'Europa ha lanciato la palla nel campo americano »; così, il Cancelliere dello Scacchiere inglese, Barber, ha sintetizzato i risultati del Consiglio finanzia' rio della Cee, svoltosi oggi a Bruxelles. I Nove hanno messo a punto un documento « test » dove si espongono le condizioni alle quali gli americani dovrebbero collaborare alla bonifica del sistema monetario occidentale: domani, a Parigi, il presidente di turno del Consiglio Cee, il belga Willy De Clcrcq, le leggerà a nome di tutti i Paesi della Comunità agli Stati Uniti e agli altri tre Paesi che partecipano al vertice monetario (Giappone, Canada, Svezia, gli svizzeri saranno presenti come osservatori). In pratica, le decisioni di oggi significano che gli europei sono ancora nella impossibilità di trovare una risposta comune (cioè di varare la fluttuazione congiunta) e attendono di conoscere l'atteggiamento degli Stati Uniti prima di impegnarsi in una battaglia interna che si annuncia fin d'ora molto dura. Tanto più facile sarà trovare un accordo europeo (comunque necessario) quanto più gli Usa collaboreranno a mantenere stabile l'attuale corso del dollaro, poiché il fondo del pro. blema è tutto qui: evitare che. ima fluttuazione congiunta provochi un nuovo, sostanzioso apprezzamento delle nostre monete rispetto alla valuta americana. In altri termini, non si può porre mano ad una ricostruzione del sistema monetario internazionale senza la collaborazione degli Usa. In sostanza, i Nove chiederanno a Washington, come ci ha detto Malagodi, «di collaborare a sostenere il corso del dollaro». «Si tratta di sapere — ha aggiunto il nostro ministro stasera al termine della riunione — se l'atteggiamento di "benevola negligenza" con la quale gli americani hanno finora guardato al prò blema del deficit della loro bilancia dei pagamenti è finito'. Molti indizi ci lasciano sperare che la risposta sia positiva». Nei dettagli, questo «sostegno al dollaro» dovrebbe realizzarsi, secondo le tesi europee, in tre modi principali: 1) interventi del Federai Reserve Board americano sui mercati dei cambi europei, da realizzare con le riserve Usa in monete europee, con le disponibilità americane al Pondo monetario internazionale, at traverso prestiti delle Banche centrali europee (i cosiddetti «accordi swaps») ed infine, eventualmente, vendendo parte dell'oro americano; 2) lancio di un prestito obbligazionario Usa sul mercato dell'eurodollaro che serva da «drenaggio» della eccessiva liquidità internazionale; 3) istituzione di efficaci e rigidi controlli che impediscano il deflusso di nuovi capitali dagli Stati Uniti. Nel caso gli americani accettassero queste condizioni (caso abbastanza improbabile per varie ragioni, la prima delle quali è che il meccanismo degli swaps provocherebbe un ritorno ad una convertibilità parziale del dollaro) il problema sarebbe pressoché rfpeppdbmsreWmNpbesrifts«iuglpPp risolto: un eventuale joint floating da parte europea non porrebbe più grossi problemi e non sarebbe in realtà neppure un floating vero e proprio, visto che le variazioni dei rapporti di cambio fra 11 blocco europeo e il dollaro rimarrebbero in limiti molto stretti (potrebbero addirittura riprendere vita 11 «tunnel» e il «serpente»). Se invece Washington rifiutasse o si mostrasse evasiva, allora 1 Nove dovrebbero, domenica prossima, affrontare il problema del caos monetario, esattamente come l'hanno lasciato domenica scorsa e si riaccenderebbero i contrasti fra i sostenitori di una «fluttuazione congiunta» (i tedeschi) e i partigiani di una «fluttuazione concertata» (gli italiani, che appaiono oggi un po' isolati, visto che gl'inglesi hanno fatto sapere che le loro tesi non coincidono perfettamente con le nostre). Fin d'ora, pur senza approfondirlo, i Nove-si stanno disponendo allo scontro di fine settimana: si sa, ad esempio, che agli inglesi potrebbero essere offerte facilitazioni agricole per indurli ad entrare nel fronte europeo, mentre, nei confronti degli italiani, 1 tedeschi stanno larvatamente minacciando un riflusso dei nostri emigrati in caso di rivalutazione isolata del marco. A questo punto ci si domanda se domenica notte uscirà una linea di condotta europea che permetta la riapertura dei mercati dei cambi, chiusi da venerdì scorso. Lo abbiamo chiesto a Malagodi che ha risposto con molta cautela: «Vedremo domenica — ha detto — e naturalmente esiste la possibilità che restino chiusi ancora se non riuscissimo a trovare un accordo, ma mi auguro che non si debba arrivare a tanto». ; Vittorio Zucconi
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