Impeccabili con mitra e pistole nella banca "Grazie, molto gentili,, e rubano 9 milioni

Impeccabili con mitra e pistole nella banca "Grazie, molto gentili,, e rubano 9 milioni I testimoni concordi; due dei banditi erano molto educati Impeccabili con mitra e pistole nella banca "Grazie, molto gentili,, e rubano 9 milioni Secondo assalto, dopo quello della banda Cavallero, all'agenzia della Banca di Novara in via Ventimiglia - Il capo fa aprire la cassaforte, rassicura una cliente che si sente male: ."State tranquilli, non spariamo" - Solo il terzo complice, presso la porta, smania agitando il mitragliatore: "Bastardi, fuori i soldi" - Altro fatto: gioielleria di via Nichelino svaligiata per la quinta volta in pochi mesi Via Ventimiglia, le 11,20 di ieri. Un'Alfa 2000 con quattro giovani parcheggia sul marciapiede davanti all'agenzia- 8 della Banca Popolare ili Novara, al numero 206. Scendono in tre, uno stringe un fagotto, nel varcare la soglia alzano il collo del maglioni e calano 1 passamontagna sul viso. E' una rapina, la seconda nell'ufficio dopo quella della banda Cavallero, nel 1967. Stavolta il colpo ha fruttato quasi nove milioni. Per la strada pochi passanti, le auto sfrecciano veloci. All'interno sette persone: 11 direttore Alfredo Guardini, 45 anni; il vicedirettore, Giacomo Baravalle, 44 anni; 11 cassiere Costantino Audisio, 45 anni; gli impiegati Pietro Timo, di 40 anni, Francesco Brunetto, di 38, e Ivo Marchisio, di 35; di fronte al bancone una cliente che ha appena aperto la borsetta per pagare raffltto. Alfredo Guardini ha già vissuto paurose esperienze come funzionario di banca. La prima, il 18 maggio 1970, nell'agenzia di Fornaci di Beinasco. Anche quella volta tre banditi fecero irruzione nell'ufficio, arraffarono cinque milioni e per proteggersi la fuga tentarono di prendere come ostaggio il figlio di Guardini, Mario, di 7 anni. L'uomo si gettò sui gansters, ci fu una lotta selvaggia, il piccolo riusci a scappare. L'altro assalto. il 20 gennaio successivo, nella stessa agenzia. La banda era composta da cinque giovani: volti coperti da sciarpe e calzamaglie, pistole. Quella volta il bottino fu di 15 milioni. Audacemente i banditi sfuggirono ai posti di blocco disseminati per la campagna dai carabinieri. Ieri, la terza sconvolgente avventura, che comincia su una no- ta grottesca. I tre banditi non riescono ad aprire la porta a vetri interna e rimangono bloccati sulla soglia alcuni istanti, armeggiando goffamente. Li scorge Ivo Marchisio: « Ho alzato gli occhi e li ho visti. Due giovani col volto coperto. Non riuscivano a individuare la porta a vetri ». L'impiegato ha solo il tempo di esclamare: « Eccoli qui che arridano. Attenzione ». Un istante dopo i tre sono' nel salone. Il primo con la pistola si è fermato accanto alla porta per sorvegliare l'esterno, il complice-con passamontagna ha tirato fuori dal fagotto un mitra e si è piazzato In mezzo al locale; l'ultimo con una rivoltella, ha aggirato il lungo bancone a « L » e si è avvicinato a Ivo Marchisio. Ordina: « Tutti faccia al muro, sbrigatevi, faccia al muro ». Parla un italiano privo d'inflessioni particolari. La cliente mormora: « Mio Dio, mi sento male », e si appoggia alla parete, bianca in volto come un lenzuolo. Freddo, deciso a non far precipitare la situazione, il gangster aggiunge: « Non spariamo, state tranquilli. Vogliamo solo i soldi». Poi comincia a frugare nei cassetti del bancone. Lavora con rapidità, gesti sicuri, esperti. Da una tasca ha preso un sacchetto di plastica del tipo in uso nei supermercati, e lo riempie con le banconote. Atterriti gl'impiegati fissano le armi: « Temevamo che da un momento all'altro potesse scoppiare una tragedia » ha detto Costantino Audisio. Arraffato il denaro e visto che non è molto, forse tre milioni, il rapinatore punta la rivoltella alla gola del cassiere: « Ora prendi le chiavi e apri la cassaforte, hai capito? ». Audisio tenta di guadagnare tempo, l'altro lo incalza: « Sbrigati, è meglio ». All'impiegato non resta che obbedire e altri cinque milioni finiscono dentro il sacchetto. Incontentabile, alla fine della razzia, il bandito di nuovo minaccia con l'arma il cassiere e gli ordina: « Ora vieni con me e apri le cassette di sicurezza ». Meno freddo del complici, il bandito, sulla porta, continua a ripetere: « Bastardi, fuori i soldi, tutti i soldi », e agita freneticamente il mitra. Audisio intuisce che la situazione è a un punto molto delicato, si volta verso il bandito che lo sospinge e dice: « Con le cassette perdete solo tempo. Sono parecchie, ma dentro non c'è niente che possa interessarvi ». L'altro ha un attimo di esitazione, poi risponde: « Va bene ». Lentamente camminando a ritroso i tre Si sono avviati all'uscita; prima di varcare la soglia hanno detto: « Siete stati gentili. Molte grazie, arrivederci ». Il complice al volante e stato rapido a partire, l'« Alfa » è scom¬ parsa verso Moncalieri. Intanto qualcuno aveva fatto scattare l'allarme. Sul posto, in pochi minuti, sono arrivate le auto della polizia, gli uomini del - commissariato Barriera Nizza col dott. Bonsignore, i carabinieri. Si è tentato un inseguimento, posti -di blocco, poi si è ricostruita la rapina. Pochi gli indizi: un'auto rubata, abiti scuri, accento anonimo: « Due parevano ben educati ». Dopo gli assalti della banda Cavallero, le sedi della Banca di Novara erano sorvegliate da un agente: da qualche tempo questo servizio è stato soppresso. * Ancora un furto, il quinto in pochi mesi, nella gioielleria di Angelo Rabbiolo, 46 anni, e di Domenico Palmento, di 36, in via Nichelino 16. I colpi precedenti avevano fruttato 10 milioni, quello dell'altra notte cinque. Un'auto di grossa cilindrata, verso le 4, si è fermata davanti al negozio. I ladri hanno tagliato la saracinesca, sfondato il cristallo della porta d'ingresso. In pochi minuti sono stati svuotati scaffali e vetrina: orologi, oggetti d'oro, argenteria. I malviventi non hanno neppure tentato di aprire la cassaforte. « Nessuno o/mai vuole più assicurarci », dicono sconsolati i gioiellieri. * Lina Borello, 50 anni, via Marco Polo 25, proprietaria di una boutique di corso De Gasperi 4, è stata aggredita e rapinata ieri sera da due giovani, mentre chiudeva il negozio. Erano le 20,20. Ha raccontato agli agenti della mobile:. «Stavo abbassando ta saracinesca, c'erano alcuni passanti. Uno sconosciuto sui 24 anni mi'ha aggredita alle spalle». La signora Borello teneva in mano la borsa, nella quale aveva l'incasso della giornata, circa 400 mila lire e alcuni preziosi. « Ho gridato, ho cercato dt difendermi ma è stato inutile ». Costantino Audisio, cassiere: "Mi hanno minacciato con la pistola" - Il direttore Alfredo Gilardini -1 gioiellieri: Domenico Palmento e Angelo Rabbiolo

Luoghi citati: Beinasco, Moncalieri, Novara