Cambi chiusi in Germania "almeno,, fino a mercoledì di Tito Sansa

Cambi chiusi in Germania "almeno,, fino a mercoledì Cambi chiusi in Germania "almeno,, fino a mercoledì Nell'incontro di Bonn fra Brandt ed Heath non è stata trovata un'intesa per risolvere la crisi - "Londra tornerà a fissare una parità giusta al momento giusto" - Il Premier inglese rientrato immediatamente (Dal nostro corrispondente) Bonn, 2 marzo. U «premier» inglese Edward Heath, in visita ufficiale a Bonn, non è riuscito oggi a trovare con il Cancelliere Willy Brandt — durante un terzo incontro fuori programma — una piattaforma comune anglo-tedesca per la soluzione della nuova crisi monetaria. Lo si deduce dalle dichiarazioni, piuttosto vaghe, fatte oggi da Heath durante una conferenza stampa e dalla decisione del «premier» inglese di cancellare un viaggio privato in Baviera e di rientra- re immediatamente a Londra, per consultarsi con il Cancelliere dello Scacchiere Anthony Barber. Chiusa la borsa delle valute di Francoforte — e lo rimarrà « almeno » fino a mercoledì prossimo, come ha annunciato il portavoce Armili Gruenewald — i colloqui Brandt-Heath si sono svolti senza la minaccia incombente dei dollari in arrivo. In tutta calma i due capi di governo hanno cercato una via di uscita, che ambedue ritengono necessaria, senza peraltro trovarla. Heath ha detto, per esempio, che Londra tornerà a fissare una parità « giusta al momento giusto », il che viene interpretato come un rifiuto britannico a una fluttuazione congiunta della Comunità europea, e ha ripetuto più volte che « vi sono diverse possibilità di soluzione ». Benché le risposte di Heath siano state assai diplomatiche, il primo ministro inglese non è riuscito a nascondere che, al momento attuale, la Gran Bretagna costituisce l'ostacolo maggiore alla fluttuazione congiunta dei nove paesi della Comunità. «Non ci sono state differenze di giudizio — ha detto — ci siamo trovati d'accordo sulla possibilità di trovare varie soluzioni». Interpretazioni ufficiose del ministero delle Finanze di Bonn danno come possibili tre soluzioni: 1) la fluttuazione congiunta, rispetto al dollaro e alle valute dei paesi terzi, dei, nove membri della Comunità europea; 2) una fluttuazione a sei — di Germania, Francia, Danimarca, e i tre paesi Benelux — escludendo i paesi « fluttuanti » per conto proprio e cioè Italia, Gran Bretagna e Irlanda; 3) «in caso disperato », la fluttuazione isolata del marco tedesco, alla quale potrebbe forse unirsi il fiorino olandese. A Bonn, dove oggi si è assai riservati, perché « ogni indiscrezione potrebbe nuòcere », si dice stasera che ogni decisione è affidata alla riunione sBnsdlBdmn straordinaria di domenica a Bruxelles. Il portavoce Gruenewald ha detto a tale proposito — respingendo le critiche degli ambienti finanziari per la mancata chiusura ieri delle Borse — che la Germania Federale ha contribuito volutamente a cercare una soluzione europea. Nell'acqulstare ieri quasi 3 miliardi di dollari, ha « alleggerito la ricerca di una via d'uscita immediata ». In altri termini il sacrificio che i tedeschi si sono assunti, mettendo in circolazione quasi 8 miliardi di marchi « inflazionistici », dovrebbe venire compensato a Bru xelles. Per neutralizzare l'enorme nuova liquidità, la « Bundesbank » ha deciso ieri, in una seduta-fiume di oltre dodici ore i cui risultati sono stati annunciati soltanto oggi, di alzare dei 15 per cento le riserve minime obbligatorie senza interessi delle banche. Verranno in questo modo tol ti dalla circolazione circa E miliardi di marchi. E' stato anche accennato alla eventualità d'introdurre un tasso di interesse passivo per i conti di non residenti in Germania. Secondo un portavoce dei banchieri di Francoforte, que ste misure sono state « un atto di disperazione, perché era necessario fare qualcosa». A gran voce l'opposizione democristiana le grandi banche e l'industria chiedono oggi al governo tedesco di prendere l'iniziativa, di profittare della « pausa di respiro » concessa dalla chiusura delle Borse. Franz Josef Strauss ha detto che Bonn deve farsi promotrice di una soluzione europea, che dovrebbe consistere in una fluttuazione comune. Nonostante questa opinione condivisa da tutti, oggi Francoforte, al cambio libero, la quotazione del dollaro è crollata a 2,73 marchi, riprendendosi nel tardo pomeriggio a 2,78. Tito Sansa

Persone citate: Anthony Barber, Armili Gruenewald, Brandt, Brandt-heath, Edward Heath, Franz Josef Strauss, Willy Brandt