Ancona a un anno dal terremoto è trasformata in città cantiere

Ancona a un anno dal terremoto è trasformata in città cantiere Semidistrutta da 4 mila scosse, ora risorge Ancona a un anno dal terremoto è trasformata in città cantiere Il grave bilancio nel marzo del 1972: oltre ventimila allòggi danneggiati, trentamila persone senza casa, scuole chiuse, la vita economica e commerciale semiparalizzate Con uno sforzo enorme la città è tornata a vivere - Quasi terminati novecento nuovi appartamenti - Salvato il centro storico - L'economia è in ripresa - Traffico nel porto .(Dal 7iostro inviato speciale) Ancona, 1 marzo. Febbraio 1972; ima serie di violente scosse telluriche, alcune del nono grado della scala Mercalli, scuote la città. Al calar delle tenebre, gli abitanti abbandonano le case e vanno a dormire sulle auto posteggiate in campagna, nei giardini pubblici, in tendopoli improvvisate. Qualche casa è crollata, altre sono seriamente lesionate. I senzatetto vengono ospitati da parenti e amici. Lungo le strade si incontrano camion carichi di masserizie: i primi sfollati. Marzo: le scosse si ripetono quasi ogni giorno. Il numero degli alloggi dichiarati inabitabili aumenta. La gente fugge terrorizzata. La sera, Ancona è deserta. L'anno scorso, da febbraio a novembre, nell'Anconetano sono state registrate quattromila scosse sismiche, le più violente nei primi due mesi e nella notte del 14 giugno. I danni sono enormi: oltre ventimila alloggi danneggiati, di questi più di ottomila pericolanti. Trentamila persone senza casa. Edifici pubblici lesionati, scuole chiuse. Verso il caos La vita economica e commerciale semiparalizzata. Il capoluogo rischia di precipitare nel caos. Il futuro della città si preannuncia carico di oscuri presagi. Da qualche parte si dice addirittura che la sorte di Ancona è segnata. « Una città morta », scrivono alcuni giornali. Si invocano provvedimenti, mentre la terra continua a tremare e ogni giorno le macerie aumentano. Ancona, un anno dopo. Si ricostruisce. Tutta la città è trasformata in un enorme cantiere. « Non abbiamo perso tempo, non siamo stati con le mani in mano », dice il sindaco, prof. Alfredo Trifogli. Preciso, senza abbandonarsi alla facile retorica, traccia un quadro della situazione. «Novecento alloggi sono in fase di avanzata costruzione. Tra qualche mese potranno essere assegnati ai senzatetto. Altri cinquanta sono stati acquistati fin dai primi giorni del sismo e subito consegnati alle famiglie più bisognose. Le scuole funzionano regolarmente. Per fronteggiare la mancanza di aule, molti edifici scolastici sono pericolanti, abbiamo istituito i doppi turni e realizzato dei prefabbricati. Dall'inizio dell'anno scolastico non è stata persa una sola ora di lezione ». Gli oltre trecento senzatetto sono alloggiati in alberghi, a spese dello Stato, o fruiscono di un particolare sussidio alloggiativo mensile, col quale si pagano l'affitto in abitazioni di fortuna. La maggioranza, però, è ospitata in alberghi di Senigallia, il più grosso centro turistico vicino ad Ancona. Fra questi sfollati il prof. Trifogli ha trascorso il Capodanno. «Confesso di avere .avuto un po' di timore. Era logico aspettarsi almeno delle lamentele, delle proteste da parte di persone che da molti mesi, alcune addirittura da dieci, sono costrette a vivere in pensione. Invece non è accaduto nulla. Tutti hanno dato prova di estrema dignità. Questo perché si rendono conto che si sta lavorando per loro. Non ci siamo limitati alle parole. La gente vuote dei fatti ». Nei giorni che seguirono le scosse telluriche più forti, quando gli abitanti abbandonavano le case lesionate, il sindaco e la Giunta co. munale si erano opposti a certi rimedi temporanei, suggeriti dalla volontà di fare qualcosa subito. «Ancona ha detto no alle baracche. L'esempio del Belice insegna che quel tipo di provvedimento "provvisorio" è destinato poi a perpetuarsi nel tempo. Noi ci siamo opposti e abbiamo optato per altre soluzioni ». Lo Stato ha varato due leggi speciali a favore dei terremotati di Ancona e della provincia ed è stato immediatamente studiato un piano per la ricostruzione. Lunghi lavori tratta li Naturalmente si di lavori lunghi — precisa il sindaco — ma la popolazione se ne rende conto. Per poter completare l'opera di ricostruzione è stato necessario reperire nuove aree per l'edilizia popolare. La zona è stata trovata, i lavori ini- zieranno quanto prima ». La nuova area in cui dovranno sorgere gli alloggi per i si- nistrati del sismo è a Sud della città, nella zona di Monte d'Ago. « Nel progetta- re ì lavori di ricostruzione, abbiamo tenuto conto di tutte le necessità, in particolare della salvaguardia del centro storico ». I danni più gravi, infatti, sono stati subiti dalle zone del porto, nella parte vecchia della città. 25 miliardi « Ci siamo trovati di fronte ad un dilemma. Abbattere tutto ciò che era danneggiato e ricostruire "ex novo", snaturando il volto della città, o restaurare il centro storico? », dice il sindaco. E' stata la popolazione stessa a decidere: gli abitanti non hanno voluto rinunciare al patrimonio artistico e culturale della loro città. «E' stata una scelta consapevole — precisa il prof. Trifogli — della quale ora andiamo fieri ». Tutti i fondi ottenuti con la legge 865 sull'edilizia economica popolare sono stati destinati per la costruzione di nuove case; gli stan¬ ziamenti ottenuti dalla Gescal (circa 29 miliardi) per il risanamento del centro storico di Ancona e degli altri Comuni danneggiati dal terremoto. « In questo modo — continua il sindaco — abbiamo salvato il centro storico, che rischiava di essere ridotto a museo archeologico, ed evitato la speculazione edilizia su quelle aree. A questo proposito, è bene ricordare che la legge speciale comprende una normativa che assicura a tutti gli abitanti di quelle case che ora sono sfollati il ritorno nei loro alloggi ad affitto vincolato ». Si è ottenuto una vittoria sulla burocrazia. Spiega il prof. Trifogli: «Per la prima volta nella legge speciale per le calamità naturali sono stati introdotti alcuni elementi nuovi che semplificano la procedura e permettono di iniziare i lavori di ricostruzione senza perdere tempo e sprecare quattrini con le carte bollate ». Alla ripresa edilizia è seguita anche quella economica. Proprio di questi giorni è un'importante notizia, attesa da anni da tutti gli anconetani. « Nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri — spiega il prof. Trifogli — è stato approvato un disegno di legge che stanzia 25 miliardi in cinque anni per il potenziamento del porto di Ancona». Per la vita economica della città si tratta di un provvedimento molto importante. « Nel '39 il nostro porto aveva registrato 500 mila tonnellate di traffico. Ora siamo saliti a 5 milioni. I passeggeri sono passati da poche centinaia ad oltre 200 mila unità. Per Ancona il porto non è un lusso, ma una realtà strettamente collegata con la propria attività economica ». Francesco Fornai-i

Persone citate: Alfredo Trifogli, Mercalli