Per l'olio adulterato in undici a giudizio Anche nel latte soda e acqua ossigenata

Per l'olio adulterato in undici a giudizio Anche nel latte soda e acqua ossigenata L'inchiesta contro le sofisticazioni a Roma e a Napoli Per l'olio adulterato in undici a giudizio Anche nel latte soda e acqua ossigenata Nella capitale, l'olio di semi di colza (pericoloso) era venduto come extra vergine d'oliva - Nel capoluogo della Campania, una "centrale" (presso un allevamento di maiali) fabbricava il latte: sei denunce - Indagini in corso o n l ee ai, o, len o, eaiisnarti en; utroeoe a (Nostro servizio particolare) Roma, 28 febbraio. (m. t.) Undici rinvìi a giudizio per truffa continuata e commercio di sostanze non genuine hanno concluso l'istruttoria del pretore Gianfranco Amendola sull'olio di semi di colza messo in vendita come olio extra vergine di oliva. Tre delle persone incriminate sono in carcere, e il magistrato ha rifiutato la concessione della libertà provvisoria: si tratta di Gerlando Infurna, nato a Tripoli 33 anni fa, la «mente» dell'organizzazione di sofisticatoli, e i suoi collaboratori più diretti Giovanni Esposito e Gianfranco Nera. Il «caso» dell'olio di colza (proibito in alcuni Paesi europei perché considerato dannoso) cominciò a Roma verso la fine di gennaio. Alcuni ufficiali sanitari sequestrarono in un negozio bottiglie di «olio d'oliva», prodotto dalla fantomatica ditta «V. Mancini» e venduto a un prezzo molto basso. Le analisi di laboratorio rivelarono che il contenue l to delle bottiglie era una mi- rn rre e o l- scela di olio di colza e di «verdone», una sostanza derivata dalle scorie della lavorazione delle olive. Le indagini portarono all'arresto di Gerlando Infurna e dei suoi complici; oltre a loro sono stati incriminati, a piede libero, Massimo, Stefano e Maurizio Mattei, fratelli della fidanzata di Infurna. Aiutavano il futuro cognato a imbottigliare l'olio e incollavano le etichette «V. Mancini». Gerlando Infurna si riforniva dai fratelli Virgilio e Vincenzo Bordoni; nei loro confronti viene mossa l'accusa di aver venduto all'ingrosso olio già miscelato, che è proibito dalla legge. Gli ultimi tre imputati sono Giuseppe Rufini, detto «Peppe il camionista», Marcello Barbarossa e Armando Lisi. Dovranno rispondere di commercio di sostanze non genuine. In un primo tempo distribuirono l'olio dell'Infurna, poi si misero in affari per conto loro, acquistando forti partite del prodotto. Le indagini sull'olio di colza hanno dato il via ad un'altra operazione, che non mancherà di avere riflessi in campo nazionale: due industriali del settore, i fratelli Giulio e Luciano Sneider, di Cori (in provincia di Latina), sono" stati arrestati per truffa e rinchiusi a Regina Coeli. Secondo l'accusa, i due industriali, che hanno un giro d'affari molto ampio, avrebbero spacciato per olio di oliva numerosi quintali di olio di semi vari, colorato con clorofilla e carotenoide. Il liquido adulterato, che era prodotto probabilmente in un laboratorio clandestino, è stato venduto alla mensa del dopolavoro delle Ferrovie dello Stato, all'Ente nazionale sordomuti e al Centro profughi di Latina. Diciannove quintali sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza. Roma, 28 febbraio. Nell'ambito delle indagini sulla produzione e il commercio del latte e dei suoi derivati, i carabinieri del nucleo antisofisticazioni hanno denunciato alla autorità giudiziaria e a quella sanitaria i sei responsabili di una grossa cooperativa di raccolta del latte della provincia di I Napoli accusati di aver adulterato e reso pericolose per la salute pubblica ingenti quantità di latte. I nomi dei sei non sono j stati resi noti. Il latte, che veniva fornito alla centrale di Napoli — secondo l'accu- I sa — era adulterato mediante un abbondante impiego di ; latte in. polvere per uso zoo- | tecnico, proveniente dall'este- i ro, di latte magre in polvere per uso umano, nonché con l'aggiunta di grassi estra-1 nei e l'aggiunta di acqua ossigenata, soda caustica, soda normale e lattosio. Tutti que¬ usizp sti componenti ed additivi, che erano omogeneizzati in un grande serbatoio per miscelazione elettrica di circa cinquemila litri, venivano inoltre conservati in condizioni di precaria igienicità perché in gran parte depositati « in un adiacente e intercomunicante allevamento di maiali ». Nel corso dell'operazione, i carabinieri del Nas hanno sequestrato quasi 16.500 chili di latte crudo, latte in polvere e panna e circa 700 chili di additivi illeciti, una autocisterna e un autofurgone, tre serbatoi di circa 17 mila litri nonché una svariata documentazione, « utile — secondo l'accusa — per provare la relativa responsabilità». (Ansa)