Quando finirà l'inverno

Quando finirà l'inverno Saper spendere Quando finirà l'inverno C'è chi pensa di dare inizio a opere per la casa appena la stagione lo consentirà - I consigli dell'ingegnere per una mansarda, una ringhierina paraneve e per un'abitazione abbandonata Quando si dà inizio a lavori di muratura per modificare l'interno delle nostre case dubbi e preoccupazioni, non tutti infondati, sono all'ordine del giorno. Il signor Germano Scala ha addirittura fatto interrompere le operazioni in attesa dell'intervento puramente teorico dei nostri tecnici. « Ho deciso di costruire una piccola mansarda sopra il solaio — scrive — e su consiglio di specialisti dovrebbe essere foderata con truciolato di 3 cm di spessore. Tra le tegole ed il truciolato volevamo inserire come protezione dal freddo invernale e dal caldo estivo uno strato di polistirolo cioè due fogli di 3 cm l'uno di spessore. Ma alcuni amici mi hanno dissuaso dimostrandomi con un accendino ed un foglio di polistirolo che questo materiale è facilmente incendiabile. «Mi è venuto il timore che la sua presenza possa facilitare il sorgere di un incendio nel solaio e perciò ho fatto interrompere i lavori sperando che i vostri esperti mi suggeriscano un rimedio. Preciso che il tetto è coperto da tegole comuni piane, con alcuni tratti ricoperti soltanto da vetri per consentire una luce migliore nell'ambiente. Mi dicono che proprio questi vetri sono i punti pericolosi, perché potrebbero trasformarsi in vere e proprie lenti durante l'estate nelle giornate di solleone. E' possibile? ». Meglio del polistirolo il tradizionale sughero ** Ciò che le è stato detto, signor Scala, non è completamente esatto. E' vero che il polistirolo si incendia con facilità, ma è eccessivo sostenere che i vetri possano fungere da lenti e provocare un incendio. « Direi piuttosto — precisa l'ingegner Gabriele Manfredi — che possono dare l'effetto di una serra e quindi favorire un clima molto caldo, ma tutto si ferma qui. Ciononostante sconsiglio l'uso del polistirolo. Il suo inconveniente è che sublima con il caldo; in pratica dopo un'estate potrebbe non ritrovarlo più ed il lavoro e la spesa sarebbero stati inutili. La mia proposta è di usare un materiale più sicuro ed incombustibile, ad esempio sughero espanso o poliuretano espanso. Avrà in questo modo risolto con soddisfazione il suo problema. E senza alcun pericolo ». Anche il solaio del signor Alfredo Lucca di Ghemme (Novara) procura qualche guaio al suo proprietario. « L'ho fatto coprire con fogli di plastica ondulata (mi per 4) per ottenere una maggior luce all'interno — scrive il lettore —. Al sopraggiungere però della neve è accaduto un imprevisto: la neve anziché fondere lentamente gocciolando a poco a poco nell'apposito canaletto delle grondaie è scivolata sulle lastre ed è precipitata in blocchi mollicci nel sottostante cortile, proprio di fronte all'ingresso. Vorrei sapere da un vostro esperto se un paraneve potrebbe risolvere il problema oppure se esiste una soluzione migliore ». ** « L'unico rimedio — spiega l'ing. Manfredi — è proprio l'installazione di una ringhierina paraneve, il sistema più comune adottato nelle case di montagna ». C'è ancora un inconveniente però: nella parte inferiore la neve sarà a contatto con il laminato che risentirà del calore interno della costruzione. « Questo faciliterà la formazione di candelotti di ghiaccio, la cui caduta nel sottostante cortile sarebbe ancor più pericolosa rispetto ai blocchi molli di neve. Per evitarlo si dovrà fissare a circa 15-20 cm sotto il paraneve una gronda che fermi la caduta dei ghiaccioli ». Antiestetico affiorare di salnitro sul balcone Una domanda che ricorre di frequente nelle lettere dei nostri lettori è quella che ci aveva sottoposto mesi or sono la signora Carla Dottorone: « La nostra casa è una costruzione che ha solo due anni dì vita, ma sui muri continuano ad affiorare gran- dì macchie dì salnitro. Il mio balcone all'ultimo piano è forse il più danneggiato da questo antiestetico inconveniente. Vorrei che i tecnici di " Saper spendere " mi suggerissero un rimedio ». ** Purtroppo non ce ne sono. « La causa è nella malta o nei mattoni —" ci ha detto l'ingegner Manfredi — e praticamente è ineliminabile. L'unico sistema efficace sarebbe di raschiare il muro e di rivestirlo con materiale non permeabile, come il grès, ma ciò richiederebbe una forte spesa e l'accordo dei condomini dello stabile». Chi è angustiato da questi « fiori di salnitro » dovrà rassegnarsi: scompariranno a poco a poco con il passar degli anni, ma quanto tèmpo occorrerà, non siamo in grado di pronosticarlo. Una macchia di nafta sui muri della villa Anche se dotata di spirito intraprendente, la signora Domenica potrà fare ben poco da sola per ovviare agli inconvenienti della sua casa. Scrive: «Ho acquistate nelle vicinanze di Torino una villetta rimasta disabitata per tre anni e che necessita ora dì molte pulizie. I mìei problemi sono questi: come pulire le porte e le finestre in legno naturale verniciato che sono incrostate di polvere nera? Inóltre i precedenti inquilini hanno lasciato una grande macchia di nafta sia sul muro esterno imbiancato a calce sia sopra i mattoni di paramantura. Che posso fare per toglierla? Un'ultima domanda: dovendo cambiare l'impianto di riscaldamento, se adottassi il metano, esistono precise disposizioni di legge per il locale caldaia ed occorre il controllo dei vigili del fuoco?». ** La pulizia dei serramenti richiede l'opera di personale specializzato. «E' infatti impossibile — sostiene l'esperto — togliere quello strato di polvere ormai vecchio senza raschiare a dovere il legno e riverniciarlo. Lavandolo con solventi speciali si eliminerebbe inevitabilmente anche la pellicola di vernice e -i dovrebbe rifare il lavoro». Delusione anche per quel che riguarda la macchia di nafta. «Adoprando un solvente sul muro intonacato o sui mattoni — spiega il tecnico — si rischia soltanto di estendere ancora di più la superficie della macchia e di non ottenere nessun risultato positivo. E' consigliabile piuttosto scrostare l'intonaco e rifarlo, anche se ciò comporterà una spesa abbastanza elevata. Potrebbe far coprire con intonaco anche la parte in mattoni macchiata e creare un motivo di decorazione con finti avancorpi». Altrimenti non le resta che mantenere il tutto cosi come si trova. Per la trasformazione dell'impianto di riscaldamento è indispensabile presentare un progetto, eseguito da un geometra, al corpo dei vigili del fuoco per sottoporlo alla loro approvazione. Quando si intende diseredare i parenti « Sono sola, senza figli e proprietaria di una casa — scrive una lettrice —. Vorrei lasciare in eredità l'immobile ai figli di una mia cara amica; ed i mobili ad una conoscente che ne ha bisogno. Perciò vorrei evitare che alla mia morte accorressero nella mia casa i cugini, at quali lascerei un po' di obbligazioni ciascuno. La mia domanda al bravo avvocato di Saper spendere è questa: devo redigere un testamento? E posso lasciarlo in casa o in cassetta o devo affidarlo ad un notaio? Ho lasciato ad un'amica una lettera nella quale preciso a chi spettano le obbligazioni. Inoltre le ho fatto apporre la firma per la cassetta che ho presso una banca cittadina e credo perciò che avrà diritto di aprirla lei sola. Potete darmi un parere legale su tutto? ». ** Risponde l'avvocato: « L'unico mezzo valido per lasciare l'eredità ai figli dell'amica (che sono estranei) è la redazione di un testamento a loro favore e non è assolutamente sufficiente la lettera lasciata all'amica, a meno che detta lettera abbia una redazione tale da poter essere fatta valere come testamento olografo. « Data la sua situazione, consiglierei di redigere un testamento anche olografo (cioè scritto di pugno, datato e sottoscritto dalla testatrice) e depositarlo a mano del notaio; non lasciarlo in casa e nemmeno in cassetta di sicurezza, in quanto, per la sua pubblicazione, occorrerebbe comunque il ministero del notaio, ed il fatto che il testamento sia chiuso in cassetta complicherebbe soltanto la procedura. « Per quanto riguarda la firma delegata all'amica per l'apertura della cassetta, la lettrice tenga presente che questa dovrebbe recarsi a ritirare il contenuto mentre l'altra titolare, cioè lei, è in vita. Infatti, dopo la morte, la banca non è più autorizzata a lasciare aprire la cassetta nemmeno ai delegati, senza la presenza di un notaio che inventarierà tutto il contenuto, il che complica le cose sia dal punto di vista delle spese notarili che da quello dell'imposta di successione. « Purtroppo non esiste alcun mezzo legale per far conoscere prima ai parenti indesiderati che non spetterà loro nulla dell'eredità ».

Persone citate: Alfredo Lucca, Carla Dottorone, Gabriele Manfredi, Germano Scala

Luoghi citati: Novara, Torino