Un inviato di Sadat negli Usa

Un inviato di Sadat negli Usa VENERDÌ Un inviato di Sadat negli Usa Importante sviluppo delle relazioni tra l'Egitto e gii Stati Uniti - Attacchi del Sudan all'Unione Sovietica Il Cairo, 18 febbraio. Il « sì » egiziano, annunciato stanotte al Cairo, all'invito del segretario di Stato americano Rogers di inviare a Washington un alto funzionario, è giudicato come il primo importante sviluppo nelle relazioni fra i due Stati negli ultimi ventun mesi. E questo sviluppo potrebbe avere positive conseguenze per una soluzione pacifica della crisi medio-orientale. L'inviato del Cairo, secondo l'annuncio diffuso dalla agenzia « Medio Oriente », sarà il consigliere personale del presidente Sadat, Hafez Ismail, che si recherà negli Stati Uniti la settimana prossima direttamente da Londra dove è giunto oggi per colloqui con esponenti del governo inglese. Rogers, che aveva visitato Il Cairo quasi due anni fa, aveva rivolto pubblicamente l'invito all'Egitto giovedì scorso, in una conferenza-stampa. Il Cairo ha accettato pubblicamente la proposta stanotte annunciando che sarà Ismail a recarsi a Washington venerdì prossimo. Prima di partire per Londra Ismail si è incontrato con Sadat e con gli ambasciatori della Cina e della Francia. La stampa governativa ha reso noto contemporaneamente che un alto funzionario egiziano visiterà Parigi dopo le elezioni parlamentari francesi, che si concluderanno 1*11 marzo, e che il ministro degli Esteri Mohamed Hassan El Zayyat ha accettato un invito a recarsi a Mosca « al più presto possibile ». Zayyat ha anche parlato con l'ambasciatore cinese di una sua eventuale visita a Pechino. L'intensa azione diplomatica egiziana avviene subito dopo la visita di re Hussein di Giordania a Washington e nel corso di un riesame americano sulla questione del Medio Oriente anche in base alla consapevolezza che Stati Uniti ed Europa dipendono sempre più dal petrolio arabo. Sottolineando l'intento pacifico alle ultime iniziative il ministero degli Esteri del Cairo ha dato istruzioni alle ambasciate in Europa di far sapere che l'Egitto è interessato all'attuazione della risoluzione dell'Orni del novembre 1967, con cui si chiedeva a Israele di ritirarsi dalle terre occupate nella «guerra dei sei giorni». Prima di partire, Ismail ha dichiarato all'agenzia « Merito Oriente »: « Porto con me la ferma parola dell'Egitto, che dice no a qualsiasi aggressione, violazione o occupazione di qualsiasi terra araba e a qualsiasi cosa intacchi la sovranità egiziana ». Egitto e Stati Uniti non hanno relazioni formali dal 1967. La visita di Rogers di 21 mesi fa fu l'ultimo contatto ad alto livello fra i due Paesi. Sul quotidiano di Beirut An Nahar sono comparse significative indiscrezioni sulla conferenza dei ministri delle Informazioni arabi svoltasi al Cairo, secondo le quali il Sudan, appoggiato dalla Libia, ha invocato « una seria e concertata azione araba» nei confronti dell'Unione Sovietica, accusata di fare il gioco di Israele permettendo l'emigrazione di ebrei russi a Tel Aviv. Secondo il giornale, il viceministro delle Informazioni sudanese, Ali Shammo ha detto alla conferenza che V«amicizia» sovietica per gli arabi è un paradosso da denunciare, fronteggiare ed eventualmente eliminare, se necessario, in quanto permettendo l'emigrazione di ebrei russi in Israele « i russi stanilo assecondando, in sostanza, i piani israeliani per la giudeizzazione delle città arabe e per l'accelerazione dei programmi di sviluppo economico. L'amicizia russo-araba — ha continuato Shammo — si è dimostrata inutile, se non disastrosa, per quanto riguarda gli arabi ». I sudanesi hanno presentato un rapporto nel quale si afferma che alcuni emigranti posseggono « allarmanti conoscenze » delle armi e della tattica militare sovietiche e questo potrebbe « influenzare negativamente la strategia militare araba, in grande misura ispirata dai russi ». Dopo aver affermato che «mentre, esteriormente l'Urss professa appoggio agli arabi, in realtà attacca la nostra posizione permettendo ad ebrei altamente qualificati di emigrare in Israele » e che « ì movimenti marxisti dovunque sono contro i movimenti nazionalisti arabi », il documento riportato dal giornale di Beirut aggiunge: «E' tempo ormai dì abbandonare la no stra politica di pazienza e silenzio di fronte alla politica ostile dell'Urss. Dobbiamo mettere fine all'indebita esagerazione di quanto dobbiu mo e della nostra gratitudine verso i russi. Dobbiamo agire subito ». (Associated Press) zPacPMr«csulI sI ci' ej vj gJ qII sqqspsdssngèrsnsstmetsctvtagdrivpspnd1«rddgi

Persone citate: Ali Shammo, Hafez Ismail, Mohamed Hassan, Rogers, Sadat