La discesa più pazza dell'anno

La discesa più pazza dell'anno Show degli sconosciuti nella "libera,, di St-Moritz La discesa più pazza dell'anno I più, bravi sono scesi tra nebbia e vento, poi è spuntato il sole - Tre giovanissimi austriaci in testa alla classifica (quinto l'azzurro Bieler) - Russi, indicato come grande favorito, è finito 27 - Se la gara avesse avuto uno svolgimento regolare, la vittoria sarebbe andata a Marcello Varallo - La sfortuna degli italiani (Dal nostra inviato speciale) St-Moritz, 11 febbraio. La gara più pazza dell'anno bisogna prenderla per quello che vale. Non è stata una cosa seria e lo dimostrano il 27" posto di Bernhard Russi che tre ore prima aveva dominato la «no stop», e il quindicesimo di Marcello Varallo che aveva vinto con una discesa da fuoriclasse la gara vera tra i partenti del primo gruppo. E' invece la legge del contrappasso che relega Walter Tresch all'ultimo posto, a due anni di distanza dal successo regalato nel '71 quando il cambio di neve lo catapultò a battere Russi. Con queste premesse riesce difficile pensare a cosa sarà il Campionato del mondo del prossimo anno, condizionato nello svolgimento dalla nebbia e dal maltempo, e nella regolarità dei risultati dalla situazione opposta, il sole che macera la neve rendendola più veloce man mano che la sua azione la scalda. C'è un poker di austriaci al comando con Grissmann, Walcher, Klammer e Zwilling, e poi si inserisce, prima di altri austriaci, il nostro Franco Bieler, che ha aggiunto la propria classe in piena matu razione alla fortuna di partire nel momento migliore fra la fine del secondo gruppo e la metà del terzo. Avessimo avuto Varallo in questa serie, probabilmente il suo distacco si misurerebbe ora con la clessidra nei confronti degli avversari poiché b i i a o Marcello è sceso in modo stupendo, semplicemente perfetto malgrado il sorteggio l'avesse punito soltanto un poco meno di Besson e Anzi. Bieler, dal canto suo, ha fallito per una stupidaggine, quattro centesimi di secondo, il quarto posto che sarebbe stato importante perché avrebbe fatto ruzzolare indietro Zwilling, e per un decimo il terzo, che l'avrebbe lanciato nella élite giovane della discesa. Grissmann, Walcher e Klammer sono tutti nella squadra C austriaca. Grissmann è il più noto per le sue stramberie più che per i successi, che a 21 anni erano ancora a zero. Con lo svizzero Odermatt, con il canadese Jim «Jungle» Hunter e con il nostro Stricker, è stato prescelto a comporre il «poker dei matti» dello sci mondiale. L'impressione più viva la destò quattro anni fa quando a Kitzbuehel uscì per la tangente alla seconda curva Hausberg e troncò di netto un piccolo albero; se la cavò con pochi danni, ma da allora le sue «follie» sono all'ordine del giorno. Oggi non doveva correre in seguito alla caduta riportata in allenamento, ma all'ultimo momento Karl Kahr ha deciso di inserirlo egualmente ed ha azzeccato la mossa. Walcher, 20 anni, ha una carriera ancora più vuota. Ha vinto lo scorso anno da «privato» i campionati assoluti di discesa in Austria precedendo Messner e Loidl. Quest'anno aveva al suo attivo soltanto la clamorosa caduta all'arrivo della pista dell'Oberjoch nella quale stroncò tre radiocronisti e il compagno Klammer. Proprio Klammer lo ritroviamo al terzo posto a rubare punti preziosi a Zwilling e a confermare una serie molto brillante cominciata con il quinto posto in Val Gardena e proseguita con un altro quinto a Grindelwald, il quarto a Kitzbuehel e secondo nel Kandahar. Altri austriaci a gogò fra i primi dieci, addirittura Willy Frommelt del Liechtenstein e lo sconosciuto americano Don Rowels. Undicesimo è Rolly Thoeni che è stato per qualche tempo secondo quando Tritscher aveva portato via il comando a Varallo. Tra Rolly, che ha corso decisamente bene, e Varallo, si è inserito però anche Plank, che ha mancato un miglior risultato perché ha ancora male al ginocchio acciaccato a Kitzbuehel. La spiegazione è di Pierino Gros ed è pertanto ben documentata. Il guaio è che a far schiumare di rabbia Marcello, si è pure infilato in mezzo il signor Pentii Ruuskanen, che è finlandese, un «biafrano» dello sci, che scendeva con il numero 73. Ruuskanen è il termine di paragone per Toni Enzi, che ha fallito una delle più belle occasioni dell'anno partendo assolutamente ultimo con la pista segnata ma velocissima. Enzi con 51"50 al primo tempo intermedio era terzo dietro a Grissmann e Bieler. Poi, sul grande curvone si è spaccato il morsetto in plastica del puntale che serra lo scarpone e Toni si è ritrovato con uno sci solo. Quando si è rialzato al termine del ruzzolone, che poteva anche costargli danni seri, si è messo a piangere. Per quest'anno la scalogna ha giocato con lui l'in troppo, dalla rottura degli scarponi nella prima discesa di Garmisch, alla squalifica per scambio di persona a St. Anton. Giorgio Viglino c bcsptlmaditTarb St-Moritz. Bernard Russi: una gara sfortunata

Luoghi citati: Austria, Kandahar, Varallo