Un pazzo rilasciato dal manicomio uccide la moglie davanti al bimbo

Un pazzo rilasciato dal manicomio uccide la moglie davanti al bimbo Bologna: l'ha strangolata in una crisi di gelosia Un pazzo rilasciato dal manicomio uccide la moglie davanti al bimbo Dopo il delitto fugge a Roma, dove viene arrestato davanti alla casa del fratello - Nel 1971, senza motivi, aveva accoltellato un autista ed era stato condannato al manicomio criminale - Dimesso, vi era tornato altre volte - Era uscito "guarito" il 5 gennaio di quest'anno (Dal nostro corrispondente) Bologna, 28 gennaio. Fn "Pfraio d'42 anni' hVo3' rar-o Galante, dimesso poche sertirnane fa dal manicomio, ied notte, in preda ad un'en- nesima crisi di follia, ha ucci- so, strangolandola alla pre- senza del figlio Robertino di quattro anni e mezzo, la moglie Tommasina Abruzzese, di 28 anni. L'uxoricida, nato a Grottaminarda (Avellino), è stato arrestato oggi pomeriggio a Roma. Liberato Galante entrava ed usciva con troppa disinvoltura dagli ospedali psichiatrici. Lo ricoveravano perché protagonista di episodi che rivelavano la sua mente tarata, bisognosa di lunga assistenza, ma soprattutto di vigilanza continua. Apparenti squarci di lucidità, fittizi rinsavimenti gli consentivano di «evadere» legalmente dalle tetre mura dei manicomi. Liberato Galante avrebbe ucciso in un'ingiustificata crisi di gelosia. Tommasina Galante era una brava moglie, una madre esemplare, dedita alla famiglia, preoccupatissima della salute del marito verso il quale nutriva un materno compatimento. L'uomo però le rimproverava relazioni illecite che esistevano solamente nella sua immaginazione, contorta, aperta purtroppo al male, alla violenza. Il delitto è avvenuto questa notte, in un'ora ancora imprecisata, nella casa dei Galante, in frazione Castelcampeggi nel comune di Calderara di Reno. Unico testimone del delitto è stato il figlio Roberto che non ha capito quanto è accaduto davanti ai suoi occhi. Robertino dormiva con i genitori. Si è svegliato e, spaventato, si è messo a piangere. Non capiva perché il babbo urlasse e perché la mamma si contorcesse e annaspasse con le braccia. Poi è tornata la calma. Credendo che la mamma dormisse anche il bambino ha posato la testa sul cuscino ed ha ripreso il sonno. Dopo il delitto, l'uomo ha ricomposto il corpo della moglie, ricoprendolo con un lenzuolo. Poi è uscito di casa, e ntrtsaaaovgpS| s| Rcon la sua «500» ha percorso llpochi chilometri che separa- \ no Castelcampeggi da Calde-I - rara di Reno, dove ha bussato alla porta dei genitori. Il padre, Antonio, di 76 anni, gli ha aperto. Erano le cinque. «Io me ne vado a Roma da mio fratello — gli ha detto il figlio — tu vai a casa mia, e prenditi cura di Roberto, hai capito?». Il povero uomo ha intuito che qualcosa di molto grave doveva essere successo, ma non ha avuto modo di chiedere nulla perché il figlio è risalito sulla macchina e si è allontanato. Antonio Galante non ha perso tempo. Si è vestito e, attraverso i campi, per fare più presto, si è diretto verso la casa del figlio. Quando è entrato nella camera da letto ha visto Robertino che dormiva placidamente, poi la massa confusa sul letto matrimoniale. Ha abbassato il lenzuolo e si è trovato davanti al cadavere della nuora. Il nonno ha preso in braccio, avvolgendolo con una coperta, il nipotino ed è tornato a Calderara di Reno dove ha raccontato alla moglie quanto era avvenuto. Robertino ha abbracciato la nonna chiedendole quando sarebbe tornato dalla mamma. Poco dopo Antonio Galante ha suonato alla porta della stazione dei carabinieri informando il maresciallo comandante di quant'era accaduto. L'assassino è stato arrestato oggi pomeriggio a Ostia dove abita il fratello Salvatore. Questi era stato avvertito, poche ore dopo il delitto, di quanto era accaduto e che, probabilmente, il fratello stava dirigendosi verso Roma. Salvatore Galante ha telefonato al commissariato e agenti in borghese hanno piantonato la casa. Il pazzo è arrivato a Roma dnmdscpi nel primo pomeriggio, ma attraversando là città ha bucato una gomma. Allora ha preso un taxi e si è fatto portare ad Ostia. Quando ha bussato alla porta del fratello gli agenti lo hanno arrestato. Liberato Galante non ha opposto resistenza. «Mi tradiva», ha mormorato, ed ha seguito gli agenti che lo hanno portato al commissariato. Successivamente, l'uomo è | stato rinchiuso nel carcere di | Regina Coeli. «I primi segni dì lollia. mio epggl/iOHo Zi ha manifestati — ha \ detto il padre — nel 19671. do-I PQ un incidente stradale. Fuo in pericolo di vita, per una brutta ferita alla testa. I medici IO salvarono. Da quel giorno però non è stato più lui. Ha cominciato con scatti di nervosismo, poi a non connettere tanto bene». In seguito la salute dell'uomo andò sempre peggiorando, anche se apparentemente sembrava tranquillo e senza complessi. Venne ricoverato per periodi più o meno brevi in ospedali psichiatrici. A Cesena, nel 1971, mentre era diretto a Rimini su un pullman, il Galante fu protagonista di un episodio di sangue: senza un motivo, vibrò cinque coltellate all'autista del veicolo, ferendolo gravemente. Una perizia medica lo dichiarò seminfermo di mente e soggetto a crisi epilettiche e le Assise di Forlì lo condannarono a tre anni. Venne ricoverato nel manicomio giudiziario di Reggio Emilia. Nel novembre del '72 la corte d'assise d'appello gli ridusse la pena a due anni e tre mesi. Dimesso dal manicomio, vi ritornò quasi subito perché colto da una crisi. Dal manicomio è uscito il 5 gennaio di quest'anno. Liberato Galante non era però guarito, e ora ci si chiede perché i medici lo hanno lasciato uscire. Gianni Rossi Bologna. Liberato Galante che ha ucciso la moglie, Tommasina Abruzzese (Ansa) Tommasina Abruzzese

Persone citate: Abruzzese, Antonio Galante, Galante, Gianni Rossi, Liberato Galante, Salvatore Galante, Tommasina Abruzzese