I campioni vincono allo sprint L'Ignis cede per quattro punti

I campioni vincono allo sprint L'Ignis cede per quattro punti I campioni vincono allo sprint L'Ignis cede per quattro punti I milanesi si sono imposti per 76-72 in una partita emozionante - L'americano Morse, cannoniere-egoista, segna 29 punti ina esce per cinque falli - L'impegno di Kenney malgrado la caviglia dolorante (Dal noslro inviato speciale) Milano, 14 gennaio. Tra Simmenthal e Ignis ci vuole sempre il fotofinish per assegnare la vittoria, ogni duello si decide in volata. E' stato cosi anche stavolta e allo sprint è venuto fuori il Simmenthal, che ha salvato in un colpo solo le proprie speranze di scudetto e l'incertezza del campionato, riportandosi alla pari della sua rivale di sempre. Quattro punti di margine a favore dei Campioni d'Italia (76 a 72), ma c'è stata parità sino a metà ripresa e negli ultimi tre minuti ogni pallone era una sofferenza per giocatori e tifosi: una lunghezza di vantaggio per il Simmenthal al 16', ancora una al 18', quando Ossola «rubava» un pallone e scattava in contropiede. In quei secondi l'Ignis vedeva la possibilità di rovesciare il risultato, ma Ossola veniva pescato in fallo di «sfondamento» su Giorno e tutto cambiava: «Giometto» segnava i due tiri liberi e portava il risultato sul 75 a 72. Dopo di che, Rusconi e Meneghin sbagliavano due volte il pallone dell'ultima speranza e' infine Bariviera siglava il risultato segnando ancora un «libero» negli ultimissimi secondi. In queste convulse battine conclusive c'è gran parie del bello e del brutto di questa partita che regala ogni volta autentico «pathos» al pubblico, ripetendo un copione che impone emozioni e sofferenze a tutti i protagonisti, in campo e fuori, come dettato da un regista sadico e masochista. Un basket-thrilling, insomma, che sa appassionare anche quando scade di tono, con errori o arruffìi giustificati solo dal nervosismo. Per tutto il primo tempo Simmenthal e Ignis hanno giocato alla grande, più o meno pareggiandosi per brio, incisività e precisione di tiro (lievissimo il vantaggio dei milanesi, 42 a 40 al momento dell'intervallo): poi, la ripresa regalava tanti sbagli, fasi caotiche e affannate, con gli arbitri a segnare il destino di un incontro troppo equilibrato per non essere deciso da qualche fischio in più o in meno. Zarhbelli e Albanese sono stati decisi, soprattutto coerenti nell'interpretazione del regolamento, magari fischiando troppo spesso a favore dei difensori (tanti sfondamenti per Brumatti, Morse, Ossola, Jellini), ma sempre con imparziale severità. Dunque, bisogna dire che il Simmenthal ha meritato di vincere, riscat tando col suo ineguagliabile orgoglio le pecche di una con dizione imperfetta nei singoli (Kenney, che non riesce a saltare come al solito per la caviglia ancora «da rodare») e imbrigliando con una accorta difesa gli slanci offensivi dell'Ignis. Chi legge il tabellino dei punti può pensare a un Morse dominatore: invece i 29 punti da lui segnati (25 nel primo tempo) sono anche la condanna dell'Ignis, troppo condizionata dall'americano in attacco, al punto da rinunciare pressoché del tutto al suo gigantissimo Meneghin in fase offensiva. Il «pivot» ha visto pochi palloni da giocare, ha dato un apporto enorme ai rimbalzi (facendosi perdonare qualche incertezza difensiva su Masini, che, «libero» da «fuori», ha centrato palloni decisivi), ma in attacco ha dovuto sacrificarsi a fare blocchi per Morse, che sparava palloni a canestro come una mitragliatrice. Esigenze tattiche di squadra e pure estremo egoismo di Morse: una sola volta, stretto da tre avversari, Bob si è degnato di passare anziché tirare. Cosi, è caduto nella trappola di Rubini, che oltre a raccomandare a Bariviera prima e a Cerioni poi un'attenta marcatura sull'americano, ha disposto che tutta la sua difesa si spostasse a chiudere gli spazi dalla parte di Morse quando questi aveva il pallone. Tanto lui tirava lo stesso e quando ha perso la fantastica precisione iniziale (6 centri consecutivi) ha finito per forzare l'azione e ha commesso falli ingenui d'attacco, uscendo cosi dalla partita al 7' della ripresa. Aveva segnato 29 punti, ma ormai il Simmenthal poteva piazzare lo sprint finale verso la vittoria, guidato dal brillantissimo Bariviera. Le cifre dimostrano l'egoismo di Morse: nel primo tempo ha tirato 21 volte a canestro (segnando 12 tiri), mentre Meneghin ha concluso appena 8 volte, magari andando lui a conquistarsi il rimbalzo. E solo Bisson, con belle sospensioni da lontano, poteva portare altro fieno alla cascina dei punti. L'Ignis veniva catapultata avanti dal favoloso avvio di Morse (20 a 12 al 5', massimo vantaggio per i varesini), poi il Simmenthal si riprendeva e al 13' era già in testa (30 a 28). Di qui in avanti l'Ignis riuscirà a restare spalla a spalla con gli avversari, ma non più a superarli, restando indietro anche di sei lunghezze (67 a 61 al 14' e due minuti dopo 67 a 66, tanto per spiegare l'estremo equilibrio della gara). Anche stavolta Nikolic non è riuscito a vincere a Milano e si è sentito pure non poche critiche per gli schemi di attacco tutti su un solo binario, a volte morto, con destinazione Morse, e per certe scelte nelle marcature (Morse su Kenney, Meneghin su Masini). Il Simmenthal non è stato perfetto, anzi ha pasticciato molto in attacco soprattutto nella prima parte della ripresa '.«Abbiamo avuto il merito dì sbagliare di meno» ha osservato saggiamente Rubini alla fine e tanto in effetti è bastato. Lo confermano i dati statistici: il Simmenthal ha segnato 35 tiri su 65 (media 54 per cento), l'Ignis 31 su 73 (42 per cento), con Brumatti più preciso di tutti (6 centri su 8), Morse all'altezza della sua fama (14 su 23), Rusconi disastroso (1 su 8). Kenney e Meneghin i più combattivi, secondo tradizione. E stavolta c'è stato pure un espulso, i Jellini punito forse con trop¬ pa severità per un tentativo di sgambetto ai danni di Polzot al 10' della ripresa. Antonio Tavarozzi Simmenthal — Jellini 2, Bariviera 23, Masini 14, Brumatti 12, Kenney 14, Giorno 5, Cerioni 6, Bianchi, Vecchiato, Borlenghi. Ignis — Rusconi 3, Ossola 2, Morse 29, Meneghin 13, Bisson 14, Zanatta 7, Fhiborea, Polzot 4, Lucarelli, Chiarini. Milano. L'« abbraccio » per Masinì

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