Arte Contro fotografia di Marziano Bernardi

Arte Contro fotografia Si inaugura a Torino "Combattimento per un'immagine,, Arte Contro fotografia La mostra allestita alla Galleria d'arte moderna documenta gli incontri e i dissidi tra pittori e fotografi - Un rapporto scambievole da Daguerre ai Dada, alla Pop Art - Un'eccezionale serie di testimonianze Delle grandi mostre promosse (Itigli «Amici torinesi dell'arie contemporaneu», a cominciare dalle memorabili «Muse inquietanti», quesiti tlte s'inaugura oggi alle 18 nello. Galleria d'arie moderna, curala da Daniela Palazzoli e luigi Carluccio eon la collaborazione di Luigi Malie, direllore dei Musei civici di Torino, e di unii i funzionari della direzione, è forse la piti aperta alle discussioni, cerio la più aggressiva, giusta il suo titolo «Combattimento per un'immagine». Una battaglia impegnatasi da quasi un secolo e mezzo Ira la pittura e Iti fotografia, e le cui fasi sono specchiate da un'imponente adunata d'olire •100 opere relative all'attivila di 15') autori (in forte prevalenza i fotografi, ma non scarsi i pinori) schedati eon diligenza da S. Itirlolti Rebershak e Milcs Bariti sul catalogo illustrato che indispensabile compulsare attentamente per orientarsi nella visita. uWavventura (qqddvncSe infatti le mostre precedenti furono affascinanti verifiche di situazioni estetiche — arte metafisica, surrealistica, simbolistica, eccetera — pur vive anche oggi ma criticamente ormai storicizzate nelle loro vittorie c sconfitte, con la presente siamo nel pieno di un'avventura che ha tulli i caratteri di unii rivoluzione permanente in quanto ogni giorno va accorciando le distanze tra due tecniche di produzione dell'immagine, una manuale c antichissima, la pittura, l'altra meccanica e relativamente recente, la fotografia: fino a giungere, nei risultali ultimi della Pop e della Mec Art, della così delia arie ecologica c dell'/wppening, a delle compenetrazioni ed identificazioni ambivalenti. A nostro giudizio sono casi nei quali la pittura ha lasciato il ring, e buona notte. Per contro la Palazzoli, la cui conoscenza delle avanguardie fotografiche internazionali è sorprendente, avverte che in un mondo totalmente modellato sulla base delle informazioni sia l'artista che il l'olografo non possono più porsi al di fuori di qtteslo contesto, «partecipano di questo flusso informativo rispetto al quale sono obbligali a inventarsi dei filtri che permettano di metabolizzare il flusso di notizie che ci percorre e ci immerge». Sono dunque i pittori di spirilo veramente moderno diventali lutti dei solerti dipendenti del ministero delle Comunicazioni? L'avventura, come ognun sa, cominciò con l'annunzio, nel 1839, dello scienziato Francois Arago alla Académie des Sciences et des Beaux-Arts, che due francesi, Niepcc c Daguerre, erano riusciti a fissare chimicamente le immagini formate nell'interno della camera oscura, di cui s'erano servili vari artisti del passato, per esempio il Canaletto, probabilmente Vermecr, e forse, con diversa apparecchiatura, l'Alberti, Leonardo, Dùrer. Sembra che uscendo da quella seduta all'lnstitut il pittore Delaroche esclamasse: «La pittura c moria», e che Ingres manifestasse inquietudini. Il Delaroehc sbagliava. Il visitutore s'accorgerà che in principio la fotografia, uscita dall'infanzia — ma qual meravigliosa infanzia! — del «dagherrotipo» (cioè della lastra di rame argentata sviluppata ai vapori di mercurio che dà l'immagine positiva dirctla in esemplare unico: sarà l'inglese Talbot a brevettare nel 1841 il procedimento calolipico della slampa su caria), fu succubi! della pittura. Dagherrotipo 11 fotografo aveva un'arma prodigiosa, ma era ipnotizzato dall'antico tiranno, il signore della prospettiva rinascimentale che aveva fallo dell'uomo la misura del mondo: il pittore, Guardale lo stupendo ritratto di Hill e Adamson, Il rettore ffaldane, del 1843, c subilo nella vostra memoria lo paragonerete al famoso Monsicur licititi, di Ingres, ch'c del 1832: la posa, il piglio e addirittura le mani, lutto è ripeluio. E, più tardi, Rejlander non rifa Couture a dieci anni di distanza? L {'Agonia (1858) di Robinson non potrebbe essere un Hayez, come accor-teMsldmoqddhnls(atdpdFttvstcsgidi temente il Carluccio suggerisce ponendo ad immediato confronto, anche sul catalogo, le due immagini? Ma ecco le voci dei chiaroveggenti. Delacroix nel suo Diario scrive il 21 maggio 1855: «In verità, che ini uomo di genio sserva del dagherrotipo come bisogna servirsene, ed egli si levera a un'altezza sconosciuta»Dallo stesso Diario del 1854 sapprende quanto assidua sia stala la collaborazione del pitloiccon IZugcnc Durieu, presidentdella Società francese di fotografia, nel consigliargli gli atteggiamenti di nudi da ritrarre col'obiettivo; e si dà per cerio chla deliziosa piccola Odalisc (1857) della collezione Niarkos, i noqui esposla. derivi da una di sa quelle pose. Pieno fu, da parte f/endel Delacroix, il riconoscimento | dell'aitilo che la fotografia potè- cisva apportare alla pittura, ma sionon senza unii snella vigilanza fugcritica. i |;i l e , i l e . a a a » nra à el o uola e a e e e, ra an il tjci ia br- Quanto poi il Degas si sia in-1 loiteressato agli esperimenti del lo»Muybridge per fissare sulla la- grasita sensibile mediante una bai-1 freleria di apparecchi collocati in fondifferenti punti di presa il movi- samento dei cavalli in corsa, non I tooccorre ricordare a chi abbia; qualche conoscenza della stotia delia fotografia. Lgli è il pittore del) Ottocento francese che più ha sentilo la suggestione della nuova tecnica dell'immagine, da lui slesso praticala con abilità; c sc si dovesse credere al Cocleau (ma noi non gli crediamo)", avrebbe ingrandito certe sue loto di cavalli e di danzatrici per dipingervi poi direttamente sopra coi pastelli: neppure la condanna di Gustave Coquiot del Foyer de la dattse (1872) perché | troppo « fotografico » e accettabile. Fino a qual punto la cruda verità dell'obicttivo soccorre la strenua ricerca della rappresentazione pittorica realistica? L viceversa quanto influisce, in questa particolare ottica dell'immagine, la pittura della realtà sulla fotografia? Possono rispondete in proposilo Corot, il quale Ira l'altro ricorse spesso al «clichévene», stampa su carta impressionabile da un disegno inciso, c soprattutto Courbct che per la modella in piedi nel grande quadro dell'Atelier certamente si valse d'un nudo fotografato da Julien Vallou de Villcneuvc. Ma ce un nome che e quasi il simbolo dell'alleanza — e talora del «combattimento» — dei due opposti mezzi per creare l'immagine: Gaspard Felix Tournachon, delio Nudar, caricaturista, scrii-1 loie amico di letterali e artisti j francesi, aeronauta intrepido (c'è una sua veduta aerea di Pa-1 rigi dall'altezza di 520 metri, | presa nel 1858, e Daumier, che volentieri metteva in ridicolo la nuova manìa fotografica del secolo, gustosamente lo caricaturò sul pallone), e soprattutto fotografo versatilissimo. Avanguardie Qui alla mostra si guarda con curiosità la fotografia del suo studio professionale in Boulci vard des Capucines, dove ne! 1874 si tenne la prima esposizione degli Impressionisti. Proprio i nel locale in cui davanti alla camera oscura aveva « posato » George Sand veniva bandita la poetica rivoluzionaria della pittura ottocentesca, e i nessi tra le tecniche dell'immagine vieppiù si stringevano, sia attraverso la ritrattistica del francese André Disderi, sia nei montaggi fotografici («Panoramas du Siede») di Pierre Pclit pensati come quadri storici, sia negli episodi I della guerra di Secessione dell'americano Homer, «tagliati» come scene militari di Fattori. Ne dimenticheremo il nostro Bossoli, pittore-reporter dall'occhio fotografico quanto mai altri. ■ino allo spirar dell'Ottocento il bilancio ci sembra limpidamente in pareggio: a un capolavoro fotografico come l'Herschei della Camcron risponde con evidenza un ritratto di Degus; alla fotografia di bambina seduta dell'inglese Carroll, l'autoic del libro per ragazzi «Alice nel paese delle meraviglie», la fanciulla Nel frutteto (collezione Rouart) di Berthe Morisoi, l'allieva c cognata di Manet. li' con l'avvento delle avanguardie novecentesche che i fili cominciano a ingarbugliarsi, nel senso che il reciproco debito si fa tanto pesante che i due linguaggi finiscono con l'unificarsi in una simultanea e sempre più febbrile ricerca. Per un Michetti la fotografia, inseguila in migliaia di motivi con passione pittorica, era ancora un riflettere sulla composizione del quadro, per esempio Gli storpi, e lo stesso americano Stieglitz è ancora un cacciatore instancabile di molivi. Ma, scrive la Palazzoli, le avanguardie dada e surrealista rovesciano il rapporto funzionale tra arte e ambiente esterno, ed il Cubismo non rappresenta più ciò che vede, ma ciò che sa Èmglnncce nue gio ve- del mondo delle cose: «Le tecniche clic queste avanguardie adoperano includono spesso la fotografia, proposta perù come con iracccltivo della fotografia... | Tecniche ili detournement, o di capovolgimento del significato si \ dell'immagine, sono il fotomonbi- j taggio. il fotogramma e il rayove- granitila, le manipolazioni opea».\ rate in riprese e sulla pellicola. si come la solarizzazione, l'uso ili ta-ìobieltivi speciali e di lenti ileoic | formanti... I fotogrammi astratti nte che Man Ray. Sellini. Moholyto- Nagy cominciano U realizzare eg- fra il '18 e il '22. prima di essere on I delle fotografie astratte, sono he I delle antifolografie.. sca \ lustrazioni. La delle antilloro esistenza n documenta altro che se sles e attcsta la propria iiulipcnnza dalla realtà oggettiva» Reco pronunciala la parola desiva e discriminante per la vione estetica: realtà. La realtà ggila contemporaneamente (e contemporaneità attesta il va- ie critico del «combattimcn») dalla pittura e dalla foloafia. Giungono Pop e Mec, la enesia pubblicitaria che si con- nde con la pittura, onde non i più se un Warhol sia un pit-rc od un cartellonista, Rau- schenberg un pitloie od un cineasta; l'iperealismo incalza smentendo eon le sue ipertrofie qualsiasi derivazione autenticamente realistica; piombano infine gli sparvieri del Comportamentismo, del Concettualismo, ad intimine di sgombrare il campo dall'arte, sostituita da quell'entità vaga, buona a tutti gli usi, clic si denomina happening. Il «combattimento» del «Tire: Ics prciuicrs, messieurs» sc trasformalo in una zuffa di sopraffattori, alla Salvator Ro- il sii, dove non riesci a scorget se schiacciato dal cavallo siti pillole od il fotografo. Onesto, dal più al meno, per sommi capi il panorama della mostra che, olire essere di enorme interesse per i fans della fotografia, appare in tulio il suo vastissimo sviluppo un eccitarne proposta dialettica per un esimie approfondito, e finora mai iuntalo, d'uno dei più complessi problemi artistici del nostro tempo. Marziano Bernardi

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