Aperta la "conferenza a tredici,, Il russo e il cinese non si parlano di Aldo Rizzo

Aperta la "conferenza a tredici,, Il russo e il cinese non si parlano Indocina: presenti 12 governi e il segretario dell'Onu Aperta la "conferenza a tredici,, Il russo e il cinese non si parlano La presidenza affidata al canadese Sharp, che si alternerà con il polacco Olszowski - Primi contrasti sulla costituzione di un organismo permanente per reprimere le violazioni dell'armistizio - Intervento di Rogers sull'estensione della pace anche al Cambogia - Scambio d'accuse fra vietnamiti; il delegato americano conversa imparzialmente con Gromyko e Chi Peng-fei (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 2(i febbraio. II problema del controllo della tregua nel Vietnam, tli come renderlo effettivo e operante, ha dominato la prima seduta della conferenza sull'Indocina, apertasi stamane alle dieci al Centro delle conferenze internazionali di Avenue Kléber, nella stessa sala in cui, il 27 gcn- | naio, furono firmali gli accordi di pace. Si sono subito delineate due posizioni: quella secondo cui un organismo permanente dovrebbe sovrintendere al rispetto del « cessate il fuoco », accogliendo i rapporti delia Commissione internazionale di controllo già istituita, e quella secondo cui la responsabilità dell'attuazione della tregua spetta esclusivamente ai diretti interessati, cioè ai quattro lirmatari dell'accordo di pace. La prima posizione, illustrata con vigore dal ministro degli Esteri canadese Sharp, è appoggiata da americani e sudvietnamiti, la seconda è sostenuta da nordvietnamiti e Vietcong. Un altro contrasto riguarda l'opportunità o meno che la conferenza si occupi, oltre che del Vietnam, del Laos e del Cambogia: il segretario di Stato americano Rogers è favorevole, anzi insiste in tal senso-, le delegazioni di Hanoi e del Vietcong sono contrarie. Cina e Francia hanno assunto un atteggia- mento sfumato. Sovietici e iinglesi non hanno ancora Iparlato, La conferenza si è aperta con un colpo di scena proce- durale, cioè con l'assegnazio-1 ne della presidenza al canade-1 se Sharp, che si alternerà colI collega polacco Olszowski. A questa soluzione si era arriva- j ti nella tarda serata di ieri, vi- j i sta l'impossibilità di trovarne I altre accettabili per tutte e j tredici le delegazioni. I due ministri sono stati designati -'in quanto rappresentanti di 1 due Paesi che facevano già1 parte della Commissione inI ternazionale di controllo isti tuita dagli accordi di Ginevra j del 1954 e che concorrono a j formare anche la nuova Com ! missione, prevista dagli ac! cordi del 27 gennaio. ! I convenevoli della sedut 1 inaugurale sono stati brevi I l'atmosfera era quella di un i riunione di lavoro, benché 1 fossero presenti dodici mini-] stri degli Esteri e il segreta- | rio generale dell'Onu. Nei po- . chi minuti trascorsi fra l'arri- j vo delle delegazioni e l'aper- , tura della seduta, i ministri e (Waldheim hanno conversatoaiinpiccoligruppi.il sovietico, Gromyko e il cinese Chi Pengalfei si sono ignorati. I delegat 1 cinesi sono entrati tutti insie( me nella grande sala delll conferenza, passando a testaalta davanti ai rappresentanti russi e subito dopo ostentando una grande cordialitàcon quelli canadesi. L'ameri-cano Rogers, imparziale, haconversato per un po' conGrcmyko e poi si è recato a salutare Chi Peng-fei. Le delegazioni hanno ciumli preso posto attorno al grande tavolo a forma di corona, secondo l'ordine alfabetico delle rispettive denomi- nazioni francesi. E' stata però necessaria un'eccezione. Le delegazioni di Saigon e di Hanoi venivano a trovarsi a fianco a fianco. Si è aggirato l'ostacolo ponendo fra l'una e l'altra là. delegazione inglese, capeggiata dall'imperturbabile Douglas-Home. Sharp ha quindi aperto la seduta dando la parola al francese Schumann che ha pronunciato un brevissimo discorso di benvenuto. A questo punto sono cominciati i lavori veri e propri. Sharp, parlando come ministro degli Esteri del Canada, ha subito messo in chiaro che il suo Paese si ritirerà dalla Commissione internazionale di controllo, al più tardi entro il 30 aprile, se non sarà istituito un organismo permanente, al quale la Commissio- ne stessa possa far capo per i suoi rapporti sulle violazioni della tregua, che sono ancora, purtroppo. numerosissime. Sharp ha proposto che sia il segretario generale dell'Onu, Waldheim. a ricevere i rap¬ mI porti. Egli dovrebbe poi avere ! J1 la facoltà di riconvocare, a j ' j certe condizioni, la conferen-j za, se ciò dovesse sembrare!è ; necessario. I \ Rogers ha sostanzialmente j i appoggiato la proposta di I Sharp e ha esortato la confe-1 o renza a dare il suo contributo -1 all'estendersi della pace a tut-1i Uà l'Indocina. Ha ricordato e- : che gli accordi di Parigi sula I Vietnam prevedono il Titiro a1 delle truppe straniere anche -1 dal Laos e dal Cambogia. - j «Questa conferenza — ha det- à to — ha delle possibilità im- -1 mense: esse potranno essere I realizzate se la nostra atten- \ | zione sarà concentrata sul-i j l'avvenire anziché sul passa-1 to». Rogers ha anche riaffermato l'impegno americano alla ricostruzione del Vietnam, invitando il maggior mimerò possibile di Paesi a parteciparvi. Che la conferenza debba occuparsi solo del Vietnam, prendendo atto degli accordi intervenuti e impegnandosi a rispettarli, è quanto ha sostenuto invece la signora Binh, ministro degli Esteri ciel governo provvisorio dei Vietcong. La signora Binh ha dedicato la maggior parte del suo intervento a una serie di accuse contro il governo di Saigon, che sarebbe, a suo giudizio, responsabile di tutte le violazioni del «cessate il fuoco». E' stato poi il portavoce della delegazione vietcong, seguito da quello di Hanoi, a rendere esplicito il «no» elei comunisti vietnamiti alle proposte di Sharp e di Rogers. Chi Peng-fei, capo della delegazione cinese, ha pronunciato un discorso, tutto sommato, cauto e interlocutorio, pieno di auspici e di buone parole, un po' come il francese Schumann, che ha tuttavia ammesso che «in una maniera o nell'altra» un collegamento dev'essere trovato fra ! Ja Commissione di controllo e j 'a conierenza. j La seconda seduta plenaria !è prevista per domattina alle I dieci. Le sedute dovrebbero j essere in tutto quattro e vei nerdì dovrebbe essere firma-1 to il documento finale. Bisoo sna dire che, nonostante i -1 contrasti emersi, e che erano o Prevedibili, il clima generale ulle disteso. Intanto, una fitta o I serie di incontri bilaterali e I prepara gli inevitabili coraa. I promessi. Se non sarà, come t- non potrà essere, un grande - successo, la conferenza non e sarà neppure un fiasco, pez-- \ che nessuno dei partecipanti -ilo vuole. 1 Aldo Rizzo | Parigi. L'apertura della Conferenza internazionale sull'Indocina, in Avenue Kléber (Telefoto Ansa)