E' positivo solo il risultato di Giulio Accatino

E' positivo solo il risultato La "Under 23» a Palermo batte di misura i giovani turchi E' positivo solo il risultato Gli azzurri nei quarti di finale del campionato d'Europa - L'unica rete realizzata da Spadoni al 41' - Una prova decisamente scialba, con la sola attenuante del vento, che ha disturbato tutta la gara - Assurda tattica degli ospiti: hanno cercato un inutile "zero a zero" ITALIA-TURCHIA 1-0 ITALIA: Bordon fi: Lombardo 7. Orbili 5; Negrisolo 5, Valvassori 7, Cuccurcddu li; Ciarlaschelll 5, Re Cecconl (i, Villa 5 (dal IH' Vernacchia 7), Cordova 5, Spadoni (i. TURCHIA: Musiate 5; Kkri-m 7, Mu.jil.it (i: Ernian 7. Tunkay 7. Timucln 6: Krsni 7 (dal 55' Fallii 5). Ayfer fi. Ali 5 (dal1*85' Guvenc s. v.), Raslt 6, Sevkl 5. Arbitro: Brlguglla (Malia) 7. liete: Spadoni al 41'. Spettatori: 18 mila circa, di cui 11.356 paganti, per un Incasso di 15.975.900. (Dal nostro inviato speciale! Palermo, 24 febbraio. Il risultato va bene, il gioco no. L'I a 0 di Palermo, assommato al 3 a 1 di Ankara, significa un netto 4 a 1 a favore dei giovani azzurri che superano il turno ed entrano nei quarti di tinaie del campionato d'Europa «Under 23» Ma alla soddisfazione per il passo avanti subentra subito un disagio di una prova scialba e grama, tanto da giustificare il timore che l'avvenire della rappresentativa italiana nel- a ì a : n l'importante competizione europea possa non essere brillante come molti speravano. Dopo la Turchia verranno avversari ussai più forti, forse meno «chiusi» ma certamente più dinamici e più bravi. Ed allora che cosa succederà? La scusa del vento — un maestrale forte e teso da rendere impossibile ogni calcolo di traiettoria e di misura nei lanci — è valida e deve essere accettala. Ma sino ad un certo punto. Tre sono gli interrogativi che sorgono dopo la partita di oggi: perché gli italiani hanno giocato cosi male? La formazione di Palermo può esprimcre qualcosa di meglio? E' questa la squadra migliore? Prima di rispondere è necessaria una premessa. I turchi sono venuti in Italia per non perdere, ed allo scopo hanno eretto una diga a centrocampo a protezione eli uno 0 a 0 che equivaleva per loro al suicidio. Dopo il risultato di Ankara ai turchi un pareggio non sarebbe servito proprio a niente. Ma i nostri vivaci avversari hanno tentato t'impresa con caparbia tenacia, col gioco corto, con mille passaggi snervanti, con toccht brevi, con manovre insulse, ideate al solo scopo di conservare l'iniziativa. Era una tattica per non lasciar giocare. I nostri sono caduti nel tranello. Però a merito degli azzurri bisogna dire che non è mancata la volontà. Forse è poco. Ma è tutto per oggi. Bearzot sosteneva alla fine che il maestrale aveva regolato le vicende del confronto con la bizzarria di un pazzo. Sarà anche vero, ma quanti dei nostri hanno giocato alla «Viva II parroco»! Da Orioli, che ha seguito il suo attaccante — che era Ersog. arretrato sulla linea dei mediani —. a Negrisolo. spaventalo di dover colpire il pallone che gli arrivava sospinto dal vento: da Re Cecconi, rimasto inchiodato non sappiamo se per ordine o per convinzione in una zona arretrata a fare la guardia ad un avversario che non c'era mai, a Cuccureddu, obbligato a governare una vasta zona di campo e a controllare le puntate in avanti tsi fa per dire) di due o tre avversari Che dialogavano in stretti palleggi. Cordova, innervosito dall'impossibilità di regolare, i passaggi e renderli docili, ha disputato una prova insufficiente. I guai più gravi sono venuti dall'attacco. Villa non è un centravanti, e già lo si sapeva. Spadoni come ala sinistra è un ripiego e Garlaschelli attraversa un I momento diffìcile. L'innesto di \ Vernacchia nella ripresa è stato salutare, ma la vivacità, l'intraprendenza, il ritmo ed il dinamismo del (liovane bergamasco non sono stati sufficienti a vivacizzare una manovra ormai incanalata nel binario del più sciatto squallore. La risposta al primo interrogativo è questa: si è giocato male perché troppi uomini hanno reso meno del previsto. I soli esenti da pecche sono Bordon, che non ha avuto lavoro. Lombardo, lesto e caparbio come sempre. Vavassori, combattente di razza (forse troppo), e Vernacchia. Gli uomini scelti da Bearzot per Palermo possono fare di più. Basterebbe sveltire il gioco, pretendere maggior disciplina tattica, costringere a correre anche coloro che non hanno la palla. Però — ed eccoci all'ultimo quesito — non siamo d'accordo sul fatto che questa sia la miglior formazione del momento. Pur con tutte le remore dovute al regolamento (due soli fuori età, tutti gli altri nel limiti massimi di 23 anni), si poteva fare meglio. Bearzot, sicuro per il 3 a 1 di Ankara, ha voluto confermare il più possibile gli stessi uomini impegnati nella capitale turca. Ma nel caldo la riconoscenza non sempre è valida consigliera. Assente Pulici perché promosso in A. inutilizzabile Bellega per espressa richiesta della Juventus, sarebbe stato forse opportuno «sacrificare» un fuori età e sostituirlo con un attaccante vero: Boninsegna, Blgon. al limite lo stesso Chinaglia. Almeno cinque o sci ragazzi rendono oggi come Re Cecconi e Cordova. Lo stesso Franzot. ad esempio, era a Palermo ed è rimasto in panchina. Resta il fatto che era importante superare il turno ed i giovani ha'ino raggiunto lo scopo. P. vento freddo di maestrale sofiava nel primo tempo a favore degli ospiti, che non ne hanno approfittato. I turchi hanno credo in tutto due occasioni importanti: al 13' Bordon doveva uscre su Ali. liberato da un cen| tra di Rasit, e poco dopo Ersoy dtcdc4tvplftdMdtftscmngvtop da buona posizione calciava a lato. Il gioco era frammentario, decisamente noioso. Molti uomini da metà campo cercavano un varco senza riuscire a trovarlo. Al 41' improvvisamente ed inaspettatamente gli azzurri passavano in vantaggio: Cuccurcddu rubava una palla a Rasit e serviva Spadoni: l'attaccante, dopo un contrasto fortunato, calciava da venti metri in diagonale. La palla, carica d'effetto, toccava terra, ingannava Mustafà ed entrava in rete a fll di montante. La ripresa era ancora più brutta. Il pubblico s'indispettiva e fischiava gli azzurri. I palermitani riversavano le loro simpatie solo su Vernacchia per il suo gioco lineare, preciso, veloce. Comunque non succedeva niente fino alla fine. La reazione della gente al segnale di chiusura era violenta. Urla, fischi, insulti. Tutti gli applausi erano rivolti agli ospiti, radunati a centro campo per II saluto di rito. Giulio Accatino Un gol e tanti fischi Palermo. Gli azzurri sono usciti dal campo tra i fischi; nella foto, un tiro di Garlaschelli