La polizia all'Ateneo di Palermo prò vota le proteste dei docenti

La polizia all'Ateneo di Palermo prò vota le proteste dei docenti Un istituto era occupato dagli studenti La polizia all'Ateneo di Palermo prò vota le proteste dei docenti Il Senato accademico minaccia di dimettersi - In un documento condanna sia la contestazione degli studenti sia l'intervento (non richiesto) delia p. s. - Gravi accuse alla classe politica per i problemi insoluti (Dal nostro corrispondente) Palermo, 23 febbraio. Il Senato accademico di Palermo ha minacciato di dimettersi per protesta contro lo sgombero (senza incidenti) eseguito ieri dalla polizia nell'istituto di Chimica della facoltà di Scienze, in via Archirafi, che era occupato da lunedì e che, nel pomeriggio, è stato nuovamente presidiato dagli studenti, i quali rivendicano, tra l'altro, l'elezione del consiglio di facoltà. L'intervento della polizia — hanno affermato il preside della facoltà professor Marcello Carapezza, il consiglio di facoltà e, più tardi, lo stes- so Senato accademico riunito d'urgenza — non era stato sollecitato dagli organi universitari. All'unanimità il Senato accademico ha votato un documento in cui si sostiene tra l'altro: «Pur non approvando l'occupazione degli istituti da parte degli studenti, anche per la dimostrata inutilità di tale mezzo di protesta, il Sellato ritiene che nella recente occupazione non possono riscontrarsi, per la maniera con la quale era stata attuata, motivi sufficienti per modificare la tradizionale prassi che subordinava di fatto /'inter¬ vento delle forze dell'ordine alia preventiva richiesta delle autorità accademiche o, quanto meno, ad un congruo preavviso a dette autorità». Nel documento si afferma inoltre: «Il Senato accademico ritiene che in un'Università, ormai da decenni abbandoìiata a se stessa dalla colpevole responsabilità della classe politica, che ne ha completamente ignorato i problemi, differendoli continuamente od accentuandoli con provvedimenti parziali e spesso contraddittori a nulla possono servire né le occupazioni da parte degli studenti né gl'interventi della forza pubblica». Il Senato accademico si è riservato di rassegnare al ministro Scalfaro il mandato rice vuto «ove l'incomprensione degli organi politici ed amministrativi dovesse ulteriormente protrarsi». L'ordine di sgombero è sta to dato dal prefetto, Francesco Puglisi, il quale oggi ha precisato di essere intervenu to dopo che il rettore, Giuseppe La Gratta, lo aveva avvertito che gli studenti avevano bloccato l'istituto di chimica. «Poiché dalla comunicazione del rettore si evinceva che era stato interrotto un pubblico servizio, era evidente che gli organi di polizia non potevano non intervenire per ripristinare la legalità». La situazione all'Università di Palermo è difficile. La facoltà di Architettura è occupata da due settimane dagli studenti che portano avanti, grosso modo, le stesse istanze dei loro colleghi delle facoltà del Nord, sui metodi di studio e d'insegnamento e sugli esami. A Chimica la situazione, nei giorni scorsi, è precipitata causa l'agitazione dei docenti subalterni che stanno adesso guidando la contestazione studentesca. Chiedono la partecipazione alla gestione universitaria. «Un laureato in Fisica, ha detto oggi un giovane assistente della facoltà, costa allo Stato qualcosa come 200 milioni e, spesso, finisce per rimanere disoccupato. Generalmente, appena laureato, gli si schiudono due prospettive: insegnare in una scuola secondaria, o dopo aver ottenuto la prolezione di un cattedratico, tentare la carriera universitaria». Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Francesco Puglisi, Marcello Carapezza, Scalfaro

Luoghi citati: Chimica, Palermo