Bormida e Lago d'Orta ammalati recuperabili

Bormida e Lago d'Orta ammalati recuperabili Bormida e Lago d'Orta ammalati recuperabili Il Bonnida è il corso d'ac- \qua più inquinato dell'Ales- sandrino. Ecco conìe la situazione è descritta nel Rappor-1 to sulla diffusione degli inquinamenti in Piemonte curato dal dott. Sergio Merlo dell'Ires per la Regione. Parlano gli amministratori del Comune di Monastero Bormida: « L'acqua è inquinata da una industria di Cengio in provincia di Savoìia. I pesci sono scomparsi, l'acqua non può essere usata per innaffiare le colture, non è bevibile dagli animali. E' dì colore rosso mattone, fa schifo al solo vederla anche se ogni tanto qualche alluvione porta via il limo putrido e fetente. Se gli agricoltori la usano per annaffiare i foraggi, gli animali non li mangiano più. Perfino le turbine dei mulini e delle centrali elettriche vengono corrose dagli acidi contenuti nell'acqua ». Secondo il Rapporto, l'inquinamento è determinato da immissione di « sostanze organiche aromatiche (coloranti e intermedi i composti fenotici e composti solforati ». Un'ulteriore fonte di inquinamento è uno stabilimento chimico a Spinetta Marengo « che scarica soprattutto sostanze acide (sali di ferro e acido solforico) determinando un ambiente incompatibile con la fauna ittica ». Per l'ecologo alessandrino Guido Manzone «da oltre vent'anni il Bormida si può considerare biologicamente morto, quasi del tutto sparita la fauna ittica, microfauna, la microflora e il plancton». Oltre allo stabilimento di Cengio, quello di Spinetta Marengo « scarica nelle 24 ore 8640 chilogrammi di acido solforico e da 4320 a 12.960 chili di solfato ferroso ». Ma il Bormida non è il solo esempio d'inquinamento. Lo Scrivia è avvelenato da cromo esavalente, da tensioattivi, nitrati e antiparassitari. « A partire dal 1950 cominciarono ad avvertirsi i primi sintomi della morte biologica, incominciarono a scomparire le anguille, il barbo andava lentamente estinguendosi, anche i cavedani, che prima si trovavano a branchi si ridussero di taglia e dì numero ». Il grado d'inquinamento globale ha raggiunto forse il tetto dell'irreversibilità, ma singolarmente qualcosa si può fare e la Regione in questo caso è chiamata in causa. Anzi, per il Bormida, le Regioni chiamate in causa sono due: Piemonte e Lombardia. Il Bormida è il torrente più inquinato del Piemonte, ma non possiamo dimentica- re il lago più inquinato d'Italia, il lago d'Orta. Dal 1928, in seguito agli scarichi dell'industria per fibre chimiche Bemberg installata l'anno prima, « non contiene più traccia di plancton, né vegetale né animale, è diventato un bacino sterile dove gli ultimi pesci se non muoiono avvelenati, vanno morendo di inanizione ». Queste parole le scrisse nel 1930 la biologa Monti. Oggi quattro ricercatori dell'Istituto idrobiologico di Pallanza, i dottori Luigi Barbanti, Carla Bonacina, Giuliano Bonomi e Delio Ruggiu che hanno condotto un'indagine durata due anni per conto della Provincia di Novara, concludono i loro lavori con questo allarme: « Le nostre ricerche confermano ancora una volta l'estrema gravità della situazione generale del lago e mettono in tragica evidenza la necessità urgente di un intervento risanatorio ». Hanno calcolato che nel lago sono disciolte 13.374 tonnellate di azoto, c'è un'elevata concentrazione di metalli tra cui rame, zinco e cromo, versato quest'ultimo in ragione di 23 tonnellate l'anno dal torrente Lagna, uno degli immissari, che raccoglie gli scarichi industriali di numerose aziende di rubinetteria e cromatura. \ms - ™ 1 a . o o

Persone citate: Carla Bonacina, Delio Ruggiu, Giuliano Bonomi, Luigi Barbanti, Manzone, Sergio Merlo, Spinetta Marengo

Luoghi citati: Cengio, Comune Di Monastero Bormida, Italia, Lombardia, Novara, Pallanza, Piemonte