Amori provinciali, Anni 50

Amori provinciali, Anni 50 le prime visioni sullo schermo Amori provinciali, Anni 50 "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich - "Baciamo le mani" di Schiraldi: i nuovi "padrini" « L'ultimo spettacolo » di Peter Bogdanovich, con Timothy Bottoms, Cloris Leachman, Jeff Bridgcs. Produzione americana, in bianco e nero. Centrale d'essai. (s. r.) Che profumo acuto di Anni Cinquanta! E com'è agile e prensile la mano che ricama sul filo della nostalgia cinematc-rafica. Il regista Bogdanovich (autore di un brillante Ma papà ti manda sola? e apprezzato critico) dimostra di possedere le doti dell'intuizione e dell'ana¬ lisi, unite alle dolcezze dell'abbandono sentimentale. L'ultimo spettacolo è un ritratto della provincia americana, disegnato attraverso il filtro dei film di vent'anni fa: nella ricostruzione critica la piccola comunità diventa simbolo patetico e incisivo di una condizione umana La pellicola è dunque fortemente consigliata anche per capire in quale modo fecondo il cinema partecipi della cultura e contribuisca a infittire le trame del costume. Nel 1950 ad Anarene, cit- tadina del Texas, due giovani amici compiono la loro educazione sentimentale, fra una partita al biliardo ed una serata al cinema. Brontola nell'approssimarsi il tuono della guerra di Corea. Nel piccolo centro tutti i ruoli sembrano assegnati secondo il copione di una resistente commedia: c'è la ragazzina di famiglia ricca, Lolita levigata e frivola, che stuzzica e appaga gli appetiti dei due amici; c'è la madre di lei, intristita in una misera relazione; c'è la moglie dell'allenatore della squadra locale, che cerca riscatto alla noia e all'età in un amore giovane; c'è il vecchio Sam depositario di una saggezza da pioniere, testimone di un'epoca mitica; e c'è infine, nel coro, un ragazzo subnormale, i angelica figurazione di una ingenuità destinata a spari-1 re nella violenza. 1 di incontri e i conflitti | dei personaggi sono ritmati dalle sere al cinema, in un vecchio locale che la tv sta insidiando. Bogdanovich inserisce con intenzione esplicita alcune sequenze « d'epoca » nel suo racconto; i suoi eroi sono attori e insieme spettatori di una situazione cultu-1 rale. Le pellicole di Minnelli, | di Ford, di Hawks, ma anche ! di Delmer Daves e di Cukor ! s'affacciano, direttamente e indirettamente, nelle seduzioni figurative del film. La contaminazione tocca il culmine nel finale, davanti alle scene epiche del Fiume i-osso che suggellano un mito del West, e insieme, in platea, segnano la definitiva maturità dei due protagoni* ti, il crollo delle piccole illusioni provinciali, l'onda della violenza che tocca tutti in egual rrisura. L'opera di Bogdanovich cerca volutamente i rischi di un aggraziato manierismo e approfitta del nuovo costume cinematografico per rendere i più pungente il controcanto ; con lo stile di vent'anni fa. * * Baciamo le mani di Vitto| rio Schiraldi con Arthur KenI nedy, John Saxon, Agostina | Belli. Italiano a colori. Cineì ma Ideal. tp.p.) Vittorio Schiraldi si è accinto a girare questa sua opera prima in condizioni di favore: buoni mezzi economici per riprese e sopralluoghi a Palermo, Roma. New York; la possibilità di inserirsi nel filone del film mafioso sull'onda del successo di Il padrino; un proprio sog- getto di collaudato successo, il romanzo che porta lo stesso titolo della pellicola. Scopo del regista letterato era di mettere a nudo vecchie e nuove forme di delinquenza organizzata con un racconto drammatico e l'apporto di interpreti autorevoli, tra cui Arthur Kennedy, cinque volte premio Oscar, e John Saxon, piccolo eroe di tanti "film neri. Kennedy — per la verità alquanto appannato — impersona un padrino d'altri tempi, che crede nell'omertà delle grandi famiglie e progetta di spartire in pace la grossa torta della speculazione edilizia, della droga, del ricatto. Saxon è un «boss» volgare nel tratto e nella mentalità, eletto a capo della mafia per paura fisica non per quel sottile senso di superiorità che emanava dal le figure del passato. Il vec chio, spalleggiato da figli ar¬ denti e dalle maniere spicce, gami con le forme ufficiali del potere sono taciuti. Schi-i raldi ha visto la mafia senza il necessario distacco critico, — gli conduce una guerra perduta in partenza. Tutti soccombono. La mafia probabilmente « ringrazia n produttori e autori di film del genere. La violenza vi è descritta come un elemento pittoresco, i le- « l'orza Fido! » — Lo spettacolo di Cristiano Censi, con la corripagnla Cristiano Isabella e Stefano, ha esordito ieri sera al Gobetti, dove sarà replicato lino alla prossima settimana. Ojjgi alle 18, nella sala Colonne del 1 teatro, si svolgerà ima discussione sullo spettacolo per il ciclo | di incontri fra attori e spetta tori, promosso dall'Assessorato ' ai problemi della Gioventù e dallo Stabile. Ingresso libero.

Luoghi citati: Anarene, Corea, Fiume, New York, Palermo, Roma, Texas