Cinque milioni senza la mutua di Francesco Santini
Cinque milioni senza la mutua Gli italiani e la sanità Cinque milioni senza la mutua Quando sarà varata la riforma sanitaria scompariranno 200 enti d'assistenza - Il ministro Gaspari: "Tutti i cittadini dovranno essere uguali di fronte ai problemi della salute" (Nostro servizio particolare) Roma, 20 febbraio. Il ministro della Sanità, Gaspari, ha illustrato oggi in Commissione, i principi informatori del servizio sanitario nazionale, allo studio del governo. Prima di affrontare gli indirizzi della riforma sanitaria il ministro ha premesso che gli Enti mutualistici sono attualmente più di duecento ed assistono 48 milioni di cittadini. Due milioni di persone hanno l'assistenza degli Enti locali, mentre cinque milioni di italiani sono tuttora esclusi da qualsiasi forma mutualistica. Di qui l'esigenza di ristrutturare l'« industria della salute » che oggi presenta, essenzialmente, tre aspetti negativi: mancanza di funzionalità, per cui a costi altissimi, non corrispondono prestazioni adeguate; discriminazione intrinseca al sistema mutualistico, resa più aspra dalla pluralità degli Enti; insufficienza dei mezzi, conseguente alle disfunzioni indicate, con una massa enorme di debiti che si è venuta accumulando (oltre 2 mila miliardi). Per Gaspari, alla base della riforma, vanno assunti due principi irrinunciabili: l'universalità e l'uguaglianza. Al primo punto c'è infatti la necessità che, sotto il profilo soggettivo, le prestazioni del servizio sanitario nazionale siano erogate in favore di tutti coloro che sono presenti sul territorio italiano. Questo criterio corrisponde per il ministro non soltanto ad un principio di solidarietà nazionale, ma all'esigenza concreta di un efficace sistema di prevenzione. Per quanto riguarda l'uguaglianza, nel realizzare la riforma, si dovrà evitare qualsiasi discriminazione di ordine economico e sociale; tutti i cittadini quindi « dovranno essere uguali di fronte ai problemi della salute ». » Le spese sanitarie del paese saranno finanziate attraverso la sostituzione di una imposta generale personale all'attuale sistema dei contributi assicurativi. I settemila miliardi, così raccolti, saranno amministrati dal fondo sanitario nazionale una volta che la riforma andrà in porto. A questo fondo, nei cinque anni intermedi, saranno devolute tutte le somme e gli stanziamenti iscritti nel bilancio dello Stato per scopi sanitari, compresi i versamenti per colmare i deficit degli Istituti di previdenza. Il servizio sanitario si articolerà attraverso un complesso di servizi di base, denominati « unità sanitaria locale », per un comprensorio di popolazione compreso tra 100 mila e 200 mila abitanti (salvo limiti più bassi nelle zone con popolazioni sparse). Nella struttura delle unità sanitarie locali dovranno essere compresi i servizi di vigilanza igienico-sanitaria, condotte mediche e ostetriche, presidi veterinari, ambulatori e poliambulatori, uno o più ospedali di zona, farmacie e dispensari farmaceutici. Secondo Gaspari, accanto alle unità sanitarie locali dovrà essere prevista la presenza degli attuali enti ospedalieri provinciali e regionali, che potranno essere trasformati in organi regionali o conservare l'attuale natura. In questa categoria potranno essere compresi gli ospedali psichiatrici che, con decreto del presidente della Regione, dovranno essere assegnati ad uno di questi enti. Francesco Santini
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