Cee: scattano le sovvenzioni di Vittorio Zucconi

Cee: scattano le sovvenzioni Il nostro import alimentare Cee: scattano le sovvenzioni Il meccanismo entra in funzione la prossima settimana - Escluse le importazioni di. vitello da ingrasso (1.800.000 capi l'anno) : aumenterà ulteriormente il prezzo della carne in Italia (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 20 febbraio. Il meccanismo delle sovvenzioni Cee alle importazioni alimentari italiane entrerà in funzione la prossima settimana: giovedì si riunirà lo speciale comitato che gestisce l'Europa Verde e (isserà il t''sso convenzionale di deprezzamento della lira, prendendo come base la media settimanale di cambio registrata nelle piazze di Roma e di Milano. L'ammontare delle compensazioni Cee sarà proporzionale a questo .saggio di dei rezzamento. In attesa dell'entrata in vigore del provvedimento (costerà al Fondo agricolo Cee una cifra vicina ai 100 miliardi di lire) che dovrà attutire gli effetti della fluttuazione sui prezzi alimentari al dettaglio, oggi sì sono chiariti altri aspetti «lei complicatissimo meccanismo; e, purtroppo, è risultato che esso non. coprirà, per il momento, le importazioni e1; vitelli da ingrasso, un milione e 800 mila capi l'anno, di cui 800 mila da Francia e Germania. Infatti, poiché questi vitelli vengono ini; orlati a « dazio zero », non è possibile applicare loro questi « importi di compensazione ». E' un processo estremamente complicato: è chiaro soltanto che anche questo l'atto peserà sulla bilancia dei prezzi al consumo della carne, per i quali già 6 prevedibile un rialzo intoni al 2 per cento. Il ministro Natali ci ha detto oggi che chiederà ai Nove, in una prossima riunione ministeriale, probabilmente in aprile, di estendere le sovvenzioni anche ai vitelli da ingrasso, ma non è il caso di nutrire troppe illusioni: l'Italia sarà isolata in questa richiesta (l'appoggerà forse l'Inghilterra) e non esistono precedenti vincolanti al riguardo, come invece per la carne macellata e gli altri prodotti coperti dalla decisione di ieri. Inoltre, provveduta la Francia a bloccare questo nostro tentativo passando certamente all'attacco anche sul terreno del vino. I francesi, lo hanno confermato oggi, sono molto preoccupati per il vantaggio che la svalutazione di l'atto della lira (piuttosto criticata a Bruxelles dai ministri dell'Agricoltura) offre alle nostre esportazioni di vino, già fiorenti come dimostrano le cifre: 8,5 milioni di ettolitri di cui quasi 6 soltanto Oltralpe. Ormai, siamo i primi esportatori europei e, poiché il vino non è compreso nell'elenco dei prodotti suscettibili di essere coperti dal gioco delle tasse e delle compensazioni Cee, le nostre vendite in Francia dovrebbero trarne grande giovamento. Un altro grosso punto interrogativo riguarda un eventuale, ulteriore deprezzamento della lira: se la svalutazione di fatto della nostra moneta oltrepasserà l'attuale 8 per cento (rispetto alle altre monete Cee) le sovvenzioni del Feoga non potranno coprire la differenza. Infatti, il tasso delle compensazioni è legato al dazio esterno ora esistente sulle carni bovine, che è appunto dell'8 per cento e non può andare oltre, salvo eccezioni assai poco probabili. I nove ministri dell'Agricoltura hanno affrontato oggi, seconda giornata di riunione, un altro argomento di vivo interesse: i prezzi agricoli Cee garantiti al produttore. Essi avrebbero dovuto essere ritoccati entro il primo aprile (data d'inizio della campagna agricola '73-74) ma la Commissione Cee ha deciso un rinvio fino al primo maggio nella speranza che nel frattempo si chiarisca la situazione monetaria interna e internazionale. Fin d'ora si delineano tuttavia chiaramente i contrasti che esploderanno ad aprile, quando si dovrà arrivare ad una decisione: da un lato stanno i Paesi produttori ed esportatori, come la Francia, la Germania e l'Olanda, favorevoli, sotto la spinta delle organizzazioni agricole, a sensibili aumenti intorno al 7,5 per cento, sul fronte opposto sono Italia e Inghilterra, grandi importatrici e per di più con le rispettive monete fluttuanti al ribasso il che, di per sé, contribuisce a far lievitare i costi. Di fronte al problema dei prezzi Cee, il nostro Paese si trova tra due fuochi, in una situazione estremamente difficile: come ci ha detto Natali, facendo un esempio concrr'*-i, se l'Italia accetta un au mto-del prezzo del granoturco protestano gli allevatori di bestiame che devono acquistare all'estero la maggior parte del cereale per foraggio; se invece impediamo il rialzo protestano i produttori italiani d'i granoturco che desiderano un reddito migliore. E sullo sfondo stan¬ npdpCielcocsucddotatccqmlbMlqicsrel no i consumatori, sui quali, prima o poi, ricade l'effetto di ogni ritocco all'insù dei prezzi al produttore. Vittorio Zucconi

Persone citate: Natali