Tre incappucciati rapinano due milioni di lire in un salumificio di Nichelino

Tre incappucciati rapinano due milioni di lire in un salumificio di Nichelino Tre incappucciati rapinano due milioni di lire in un salumificio di Nichelino I tre banditi che mercoledì hanno tentato di rapire il figlio di un industriale di Noie snno stati arrestati ieri mattina dai carabinieri. Hanno confessato dicendo: « Sapevamo che l'ing. Bertoldo avrebbe pagato subito, farebbe qualsiasi cosa per la sua famiglia ». Sono tre sbandati, ev dipendenti dell'industriale, improvvisatisi autori del primo tentativo di « kidnapping » In Italia: il loro « colpo » è sfumato mercoledì mattina per la prontezza dell'autista che. portava a scuola i bambini: la loro Identità è stata tradita da una serie di errori puerili. Sono Salvatore Salvo, 54 anni, di Marsala in soggiorno obbligato a Borgaro; Gabriele Sorrentino, 24 anni, via Lrtnzo 155, Cirlè; Vincenzo Ruocco, 22 anni, di Caselle. Tutti e tre si erano licenziati tempo fa, in mesi diversi, dalla ditta di Ermanno Bertoldo senza precisa ragione. Questo gesto è il primo anello di un piano che prevede il « kidnapping » ed un riscatto di 200 milioni. Da allora, nell'ombra, i tre operai seguono le abitudini della famiglia Bertoldo, studiano, carta topografica alla mano, il rapimento. E mercoledì mattina tentano di bloccare l'auto dell'industriale, che sta portando i due bambini a scuola. Ma la prontezza di spirito dell'autista Guido Spingore, 60 anni, fa fallire il colpo: l'auto sguscia tra gli ostacoli, prosegue la corsa malgrado I colpi ' di pistola che perforano un pneumatico. Sul luogo del tentato « kidnapping » viene trovata una giacca a doppiopetto in velluto blu con una vistosa fodera di seta bianca. E' di taglia molto piccola, si pensa addirittura che appartenga ad un bambino. Nella tasca c'è un biglietto scritto a stampatello e indirizzato all'ing. Bertoldo: « Se le preme la vita dì suo figlio non taccia denuncia, presto le daremo istruzioni da seguire ». Poi la sigla B. R.: probabilmente per indirizzare le indagini su una falsa pista, politica. Per i primi accertamenti si parte dalla giacchetta blu: i carabi- nieri la mostrano a tutti i dipen denti dell'industriale ed alle per sone vicine alla famiglia Bertoldo, Sembra un tentativo infruttuoso, poi finalmente un operaio ricorda (i Questa giacca l'ho vista una volta addosso a Vincenzo Ruocco ». 11 giovane viene fermato l'altro ieri alle 17, tenta di difendersi negando, alla fine crolla e rivela i nomi dei complici. Salvo e Sorrentino vengono presi ieri mattina. Messi alla stretta raccontano il loro piano: « Uno solo dei bambini, Arturo di 7 anni, doveva essere rapito: lo avremmo bendato e nascosto in una cascina della zona ». Ai carabinieri che domandavano quale somma avrebbero preteso in riscatto, Sor. rentino e Ruocco, hanno risposto « 100 milioni ». Salvatore Salvo, invece, ha corretto: « Duecento ». Salvo è il «cervello della banda»; evidentemente voleva tenere per sé metà del bottir.ow Di lui si è già occupata la giustizia il 4 marzo del '71: allora si faceva chiamare « il ragioniere » ed abitava a Moncalieri in via Somalia 51. In casa sua, durante una perquisizio- ne dopo una rapina, i carabinieri trovarono decine di televisori, radio d'auto, un paio di pistole con munizioni e centinaia di fogli di marche da bollo. * Tre banditi armati e mascherati hanno assaltato ieri il salumifìcio « Monviso » di via Costa 8 a Nichelino, razziando circa due milioni in contanti e 3 in cambiali. Per -coprirsi la fuga hanno sparato tre colpi in aria. Verso le 17,30 nel grande magazzino attiguo al negozio Carlo Gaido, 53 anni, via Cimabue 6, Moncalieri, stava confezionando alcuni insaccati con due dipendenti, Silvio Veronese di 15 anni e Aptonino Lombardo, di ventidue. Un altro compagno era dietro il banco nel negozio e sulla porta divisoria tra i due locali il com¬ merciante Nello Viale, 35 anni, via Puccini 11, Nichelino, attendeva di ritirare una consegna. Racconta: « Ho guardato in strada per controllare il mio furgone. Ito visto due figure incappucciate spalancare la porta del negozio. In mano avevano pistole, il primo st slava ancora calando sul viso un cappuccio. Gli ho intravisto i baffi e i capelli, molto lunghi sulle spalle ». Hanno intimato: « Fermi, è una rapina, tutti taccia al muro ». Nello Viale ha tentato dl ritrarsi nel secondo locale, ma un'altra voce ha ripetuto la minaccia alle spalle. Un terzo bandito era entrato dalla porta del magazzino. Commerciante e dipendenti sono stati costretti ad obbedire: Carlo Gaido, sorpreso, ha indu¬ giato, il bandito l'ha scostato con uno spintone, gettandolo contro una vasca: « Muoviti, bastardo », ha detto, maneggiando nervoso la pistola. Nel frattempo un complice ha spalancato con un calcio la porta dell'ufficio, puntando l'arma contro la cassiera, Maria Rosa Caudana. La donna non ha potuto far nulla: è rimasta seduta, annichilita, mentre un rapinatore intascava affannosamente le banconote dalla cassa. « C'è qualcosa anche li? » ha chiesto, indicando con la canna della pistola la scrivania. Maria Rosa Caudana ha scosso la testa. Retrocedendo lentamente il bandito ha raggiunto la porta: « Non vi muovete ». ha ordinato, poi di corsa è uscito con i compagni. I tre arrestati volevano 200 milioni: Salvatore Salvo, 54 anni, in soggiorno obbligato a Borgaro; Gabriele Sorrentino, 24 anni, di Cirio; Vincenzo Ruocco, 22 anni, di Caselle

Luoghi citati: Borgaro, Italia, Marsala, Moncalieri, Nichelino