Quattromila studenti hanno respinto in blocco le "tesi" dei partiti per l'Università di Milano di Giampaolo Pansa

Quattromila studenti hanno respinto in blocco le "tesi" dei partiti per l'Università di Milano Il Movimento Studentesco alla Statale: un "venerdì nero,, Quattromila studenti hanno respinto in blocco le "tesi" dei partiti per l'Università di Milano Non è stato un confronto politico, ma uno scontro furente tra una dozzina di segretari di partito e di sindacato e gli studenti che li trattavano da nemici e scandivano insulti - Anche il pei è stato zittito (il nome più invocato è quello di Stalin) - Respinte le esperienze dei delegati e dei consigli di fabbrica come possibile via per un confronto democratico fra tutte le forze che operano nell'Università (Dal nostro inviato speciale) Milano, 16 febbraio. Non è stato un confronto politico, ma un match furente tra una dozzina di segretari di partito e dì sindacato che tentavano di gridare qualcosa al microfono e quattrocinquemila studenti che li trattavano da nemici o da traditori, che cantavano, che ritmavano slogan, che scandivano insulti e che alla fine hanno detto « no » ad ogni proposta. E' andato così l'attesissimo dibattito fra il Comitato milanese per i problemi dell'università e il Movimento Studentesco. Neppure i più pessimisti fra i politici avevano immaginato un impatto tanto violento con una massa di giovani decisa davvero, come aveva promesso Capanno due settimane fa. a « non cedere di un millimetro ». E adesso che questo impatto, amaro e avvilente, c'è stato, la conclusione che si può trarre è una sola: con il suo settarismo, il Movimento Studentesco ha regalato alla Statale un « venerdì nero », che nessuno si augurava e che fa soltanto il gioco di chi vuole per le università milanesi la tensione, il pugno duro, lo scontro senza prospettive. La riunione era stata indetta allo scopo di discutere le norme elaborate dal Comitato per offrire spazio nell'ateneo a tutte le componenti politiche e per chiedere, su queste basi, al senato accademico la revoca del divieto di assemblea stabilito il 19 giugno del 72. L'inizio è fissato per le 16, ma un'ora prima l'aula magna della Statale è già strapiena, centinaia e centinaia di studenti sono in piedi e circondano il palco degli oratori, altre centinaia si accalcano in altre aule collegate con un impianto radio. La tensione è altissima, anche per l'arresto, avvenuto stamane, dì uno dei leaders del Movimento, Toscano. Nessun partito avrebbe certo potuto convocare un'assemblea eccezionale come questa. C'è un gruppo nutrito di studenti comunisti, ci sono sette o otto giovani repubblicani, ma la schiacciante maggioranza è per il Movimento Studentesco che ha convogliato qui tutte le sue forze. Lo si capisce dalle canzoni, dagli slogan che assordano (« per la pace di Milano liberate Toscano »), dalle battute feroci contro i segretari dèi partiti che ritardano I leaders del Movimento invitano a restare calmi, ad ascoltare tutti in silenzio: « Chi disturba rende un servizio alla borghesia ». Ma l'aria è quella di una goliardia aggressiva, e pochi sembrano disposti ad ascoltare tacendo. Il gruppo del pei, che scandisce ìl grido del partito «( Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer»), viene subito zittito con urla di « socialfascisti », core un controslogan che copre tutto, fra una selva di pugni alzati: « Revisionismo no, rivoluzione sì », e core i nomi di Marx, Lenin, Stalin, Mao Tse-tung. Il più invocato è Stalin: « Viva Giuseppe Stalin, terrore dei fascisti, terrore dei padroni ». La presidenza avverte che sono entrati in aula i genitori di Roberto Franceschi, lo studente ucciso dalla polizia davanti alla Bocconi. Passano lenti i minuti, mentre la folla cresce, e la tensione sale. Arrivano le delegazioni dei partiti, alla spicciolata, qualcuno che non è mai stato alla Statale si guarda attorno smarrito. Alle 16,40 Vigezzi, presidente del comitato, apre l'incontro, proponendo un minuto di silenzio in memoria di Franceschi. I giovani scattano in un urlo: « No, assassini ». Poi scandiscono: i (( Compagno Franceschi, sarai . fat?.t0 " vendicato - dalla giustizia del proletariato ». Vigezzi allora ricorda con fermezza che l'omaggio è stato proposto dallo stesso Movimento Studentesco, ma i giovani urlano ancora. Solo quando la richiesta viene ripetuta da uno dei leaders del Movimento, l'assemblea si alza in piedi con i pugni levati. L'incontro prende l'avvio qui, ma qui comincia anche la difficoltà di farne una cronaca coerente. Vigezzi e poi, via via, ì segretari dei partiti, ripetono le loro proposte, dicono che il primo obiettivo del comitato è la revoca del divieto del senato accademico, si schierano tutti contro la chiusura delle Università, qualcuno fa l'autocritica, altri giocano a scaricabarile, altri ancora tendono le braccia al Movimento, tutti ribadiscono una linea decisa di antifascismo. A volte le parole che pronunciano sono banali o non tengono conto di un passato di riforme non fatte e di promesse tradite, però il tono è di apertura, di colloquio. Acqua sulle pietre. I giovani non li ascoltano, quel che avviene nell'aula è lo scontro fra due mondi diversi, dalle lingue incomprensibili. La prima esperienza amara tocca al segretario provinciale della de, Ferrari. Il suo intervento viene distrutto da fischi e urla dì « Assassino », « Governo Andreotti ti sbatteremo via - No al fermo di polizia», «Provocatore», «Fate sulla mafia l'inchiesta, non sulla Statale! ». Quando Ferrari dice che « i giovani non devono accettare il metodo della violenza », l'urlo si fa pauroso: « Assassino, Giuda! », e poi « Fuori, fuori ». « Scudo crociato fascismo di rdsvde i r o e l a Il comunista Cervetti comincia parlando della classe operaia, e l'assemblea risponde: « La classe operaia l'hai venduta ». Poi è ascoltato in un silenzio carico di insofferenza e salutato, al termine, da una serie di slogan su Stalin, sulla rivoluzione, e conclusi da un ritmato « Pace sociale, vince il capitale - Lotta di classe, vincono le masse». Tocca al liberale Sasso, che getta ogni colpa sui passati governi di Centro Sinistra. Ma quel che dice è continuamente coperto da altri insulti: « Liberale maiale - Via dalla Statale », « Fascista », « Vai da Malagodi, assassino ». Il repubblicano Properzi fa un discorso molto franco, « di sinistra"», ma non serve. « Estremista! » gli gridano ironici. E poi, quando ricorda le rappresentanze studentesche nelle opere universitarie. « Ladro, ladro, rubavate e basta». Filosa, del psdi, è accolto dal canto di « Bandiera Rossa », poi gli urlano: « Agente della Cia! », « Va a bere un po' di barbera », « Socialdemocrazia uguale polizia ». Vedo docenti preoccupati, alcuni stravolti. Solo il socialista Vertemati e ì sindacalisti De Carlini, Romei e Polotti sono ascoltati in un silenzio rotto da brontolìi. Il psi, che sta tentando di rimpiazzare il pei nel faticoso e forse improduttivo ruolo di « tutore » del Movimento Studentesco, propone un ancora generico « statuto degli atenei e degli studenti ». I sindacalisti invitano a sonsiderare le esperienze dei delegati e dei consigli di fabbrica come possibile via per garantire un confronto democrati co fra tutte le forze che vivo no dentro l'università. Ma il Movimento Studentesco sembra poco disposto a considerare anche queste proposte. E il « no » reciso viene quando parla uno dei leader più anziani, Emanuele Criscione, oggi insegnante di scuola media, uno dei « reduci » del caso Trimarchi. Criscione ha il merito di parlare netto. Parlando di de, psdi, pri e pli dice: « Queste forze le abbiamo sempre combattute e respinte, ed il nostro solo obbiettivo è quello di sconfìggerle e di distruggerle ». E ai due partiti di sinistra e ai sindacati intima: « Dovete scegliere se restare in questo vergognoso comitatone con la de e i servi dei padroni, o se lottare con noi contro la de e la borghesia ». E poi un « no » in blocco a tutte le proposte del comitato: « Che cosa ci danno in cambio della regolamentazione? Niente. I giovani non sono disposti a farsi prendere in giro dalla demagogia. Il comitato è entrato nella Statale sull'onda delle cariche poliziesche e non ha nessuna intenzione di ristabilire la democrazia. La democrazia delle masse studentesche non è oggetto di contrattazione col governo ». Un rifiuto testardo e completo, che produrrà soltanto frutti neri per tutti. Giampaolo Pansa Milano. L'Aula magna dell'Università Statale, durante l'assemblea di ieri (Tclcfoto Ansa)

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