Diga di 26 chilometri proteggerà Leningrado di Paolo Garimberti

Diga di 26 chilometri proteggerà Leningrado PROGETTO CONTRO LE ALLUVIONI Diga di 26 chilometri proteggerà Leningrado La città sovietica è stata inondata 227 volte nei suoi 271 anni di vita - Lo sbarramento impedirà alle acque del golfo finnico di ingrossare, come in passato, il fiume Neva (Dal nostro corrispondente) Mosca, 15 febbraio. Una diga lunga ventisei chilometri proteggerà Leningrado dalle alluvioni, che hanno colpito l'ex città imperiale per ben 227 volte nei suoi 271 anni di vita. La barriera — della quale la Pravda descrive oggi il progetto, definendolo «un'opera senza precedenti al mondo» — sarà pronta nel 1975, e impedirà alle acque del golfo finnico di ingrossare il Neva, il fiume che bagna Leningrado, durante i cicloni autunnali, quando il fiume «sbarrato dai venti torna indietro» straripando (come descrisse Aleksandr Pushkin ne «Il cavaliere di bronzo»). La diga comincerà all'altezza della costa nord del golfo di Leningrado, vicino al villaggio di Gorskaja, si svilupperà verso sud-ovest in direzione dell'isola di Kotlin, dove si trova la base navale di Kronstadt, fino a raggiungere l'estremità sud del golfo, all'altezza della città di Lomonosov. Il «muro» della diga sarà composto di oltre 20 milioni di metri cubi di terra e 25 mila tonnellate di strutture metalliche. Il progetto prevede alcuni passaggi per le navi dirette nel porto di Leningrado, ma tali varchi potranno essere chiusi con cateratte di cemento armato, larghe 135 metri, ogni volta che vi sarà pericolo di inondazioni. Durante i cicloni autunnali, il livello del Neva sale anche di quattro metri, ma gli esperti calcolano che, nel giro di qualche decennio e senza un'adeguata' protezione, potrebbe aumentare di oltre sei metri. Delle 227 inondazioni, di cui si ha traccia negli annali, tre furono disastrose e si ripeterono a distanza di cento anni l'una dall'altra. La prima, nel 1725 a ventitré anni dalla fondazione della città, causò indirettamente la morte di Pietro il Grande, il quale si ammalò di polmonite dopo aver preso parte all'opera di salvataggio. Nel 1824, l'alluvione uccise 569 persone, di¬ strusse 300 edifici e ne danneggiò seriamente altri tremila. Nel 1924, metà della città fu sommersa dalle acque. L'inondazione del 1824 ispirò a Pushkin il poema «Il cavaliere di bronzo», dal quale, nel 1949, fu tratto un balletto musicato da Reinhold Oliere. Prendendo spunto da quei terribili giorni del 1824 —quando «le piazze diventano laghi in cui sboccano i fiumi delle strade» e il palazzo d'inverno emerge dalle acque come «un'isola triste» — il poema, considerato il capolavoro di Pushkin, sviluppa il tema del conflitto tra i diritti della comunità e i diritti dell'individuo. Evgenij, un piccolo impiegato la cui fidanzata resta uccisa dall'inondazione, pazzo di dolore riversa le colpe del disastro naturale su Pietro il Grande, il fondatore della città, la cui statua sorge nella piazza del Senato. Il grande imperatore appare a Evgenij come un demone inumano, potente e spietato, che compie le proprie scelte in base a freddi calcoli geo-politici, senza tenere alcun conto dei diritti e della vita dei sudditi. Paolo Garimberti

Persone citate: Aleksandr Pushkin, Neva, Pushkin, Reinhold Oliere

Luoghi citati: Leningrado, Mosca